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Visualizzazione dei post da agosto, 2023

Marquee Moon - Television (1977)

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Proprio come un personaggio di una canzone di Johnny Cash uccideva un uomo a Reno solo per vederlo morire, Richard Meyers un giorno incendiò un campo in Alabama solo per vederlo bruciare. Quando lo arrestarono, diede quella come giustificazione. Con lui c'era Thomas Miller, personaggio egualmente strambo anche se più compassato e meno irruento. Qualche anno dopo, ad adolescenza già conclusa, si ritroveranno a New York per dare vita a un progetto pioneristico e stupefacente: i Television.   (M. Cotto - da Rock Therapy)  

Van Morrison - It's Too Late to Stop Now (1974)

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di Silvano Bottaro A dieci anni dal suo esordio discografico arriva il primo live, a cui ne son seguiti altri due, sempre rispettando la scadenza decennale. Se qualcuno compila la lista dei 10 migliori live di tutti i tempi e non include questo, due sono i casi: o non l'ha mai ascoltato o era meglio che stesse zitto. Vi è più di un motivo per cui questo album rifulge. Primo: il cantante è un vulcano in eruzione. Secondo: il cantante ha raggiunto il pieno della maturità tecnica e artistica. Terzo: la band di supporto è tanto articolata ed affiatata che non si potrebbe desiderare di meglio. Quarto: le diciotto composizioni son tutte valide. Il titolo origina da una delle pratiche di Van nei suoi concerti: fa crescere in maniera orgiastica l'eccitazione, al cui culmine pronuncia la fatidica frase: "E' troppo tardi per fermarci ora". Invece subito dopo la canzone si interrompe di botto. Si può ascoltare tutto ciò in "Cyprus Avenue", drasticamente div

Marcus Garvey

"Oh! se io potessi muovere il cuore di ogni uomo nero nel monmdo perché si rendesse conto che il tempo per organizzarsi è arrivato, ORA, non domani... Alzatevi in piedi contro un mondo organizzato che vi dannerà... Per amore di Dio, uomini neri di tutto il mondo, unitevi in un corpo solo... L'Africa è vostra, è la vostra terra, è la vostra patria..." [1928]

Drew Holcomb & The Neighbors - Strangers No More (2023)

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di Gianfranco Callieri Nel celeberrimo L’Uomo Senza Qualità, «romanzo-mondo», come non se ne fanno più (per mancanza di ambizione o ristrettezza di vedute, fate voi), dell’austriaco Robert Musil, il protagonista Ulrich, esasperato dalla propria mancanza di concretezza, chiede alla sorella Agathe, «Come devo vivere?». «Bisogna tentare», risponde lei, alzando le spalle, come se la differenza tra provare a vivere, sporcandosi le mani, cadendo e rimettendosi in piedi, e il semplice illudersi di saperlo fare fosse talmente evidente da non doverle dedicare una sola parola in più. Drew Holcomb & The Neighbors, da Memphis, Tennessee, sono in circolazione ormai da vent’anni, durante i quali hanno pubblicato, con pazienza e metodo, uno sproposito di dischi, tutti così "costruttivi" nel loro rifarsi alle buone maniere del rock da FM americana, così "diluiti" nella gentilezza di una scrittura citazionista tanto corretta quanto inoffensiva, così "estranei" sia al c

Neil Young

Uno die più celebri cantautori nordamericani, Neil Young (1945) originario di Toronto e figlio di un noto giornalista sportivo, si trasferisce a Winnipeg con la madre dopo che questa si è separata dal marito. Il giovane Neil suona in numerosi complessini scolastici prima di far ritorno a Toronto come folksinger e lì conoscere Stephen Still e Joni Mitchell. Discografia e Wikipedia

Storia della musica #54

Indie rock dal lo-fi al sadcore Se c’è un termine che ricorre per tutti gli anni ’90 a definire le uscite indie ed il loro suono quello è lo-fi (letteralmente bassa fedeltà), ad indicare prima di tutto un sound povero e scalcinato a livello di produzione, ma finendo spesso con l’essere associato anche una certa attitudine, slacker e cervellotica. Sarebbe un’assurdità attribuire agli anni ’90 la nascita del suono lo-fi: quel suono, per cause di forza maggiore, segna in pratica tutte le registrazioni pre-sixties e continua a serpeggiare nei dischi garage-rock e in molti dischi punk dei tardi ’70, divenendo semplicemente un sinonimo di registrazione povera e fai-da-te; e proprio la mentalità del do-it-yourself nata col punk e l’esplosione del college rock americano favoriscono la comparsa sulla scena di una schiera sempre più nutrita di indie rockers che registrano il proprio materiale su 4 tracce analogici: emblematico è il caso dei Guided By Voices, che per tutti gli anni ottanta accumu

Lonnie Holley - Oh Me, Oh My (2023)

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 di Gianfranco Marmoro E’ difficile tenere a freno l’impeto creativo di Lonnie Holley, il visual artist, designer, scultore, pittore, fotografo e musicista, è un tornado di idee ed emozioni che travolge chiunque venga a contatto con il suo indomito spirito di artista autodidatta. Nello scorgere l’elenco dei musicisti che hanno collaborato a “Oh Me, Oh My”, si è tentati dal liquidare il nuovo album del settantatreenne dell’Alabama come il disco dell’acquiescenza espressiva. Michael Stipe, Sharon Van Etten, Moor Mother, Justin Vernon dei Bon Iver e Rokia Koné in verità sono talmente assorbiti dalla potente poetica e dal flusso blues-sperimentale e avant-jazz di Holley, che è necessario leggere le note di copertine per scovarli all’interno dell’ennesimo piccolo gioiellino dell’artista americano. Lonnie aveva già ampliato lo scenario musicale coinvolgendo Matthew E White nel poliedrico “Broken Mirror: A Selfie Reflection & Lonnie Holley”, in quest’ottica evolutiva si inserisce lo spiri

Diamonds On The Inside - Ben Harper (2003)

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Ha conosciuto la bellezza e l'essenza quasi religiosa della musica nell'emporio di strumenti musicali di suo nonno. "Non era un emporio qualunque, a lui piacevano gli strumenti musicali strani, rari. Avevano pochi soldi, ma molta musica. Sono andato a scuola e ho fatto molti lavori, ma l'unica cosa che mi teneva davvero in vita era l'idea che sarei tornato in negozio a toccare gli strumenti, a suonare" . Forse è per questo che la musica di Ben Harper ha un tocco differente, come sa il suo approccio di bambino alle bellezze dello strumento fosse stato ricambiato da qualcosa di unico.   (M. Cotto - da Rock Therapy)  

Ry Cooder - The Prodigal Son (2018)

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di Silvano Bottaro Dopo le sue due ultime produzioni del 2011 e 2012, non troppo entusiasmanti, Ry Cooder ritorna nella scena musicale con "The Prodigal Son" e questa volta convince. A differenza dei sopra citati, marcatamente fusi con suoni folk, blues e roots, questo "Prodigal Son" lo riporta all'inizio della sua carriera quando registrava vecchi brani blues, gospel, folk e swing. Co-prodotto con il figlio Joachim - che contribuisce anche alla batteria e alle percussioni - Cooder prende il controllo; suona chitarre, basso, banjo, mandolino e tastiere in un programma di otto cover e tre brani originali raffinati. Prodigal Son è un disco fortemente legato alla musica religiosa, suonato e registrato da un non religioso. Cooder le considera canzoni gospel, proprio per il loro potere di trasmettere un messaggio diretto a chi le ascolta. La cosa più importante del gospel è di dare forza alla gente, di fare da collante tra ascoltatore ed esecutore. Il

Greil Marcus

Oggi quelle vecchie voci suonano commoventi re straordinarie proprio come allora, in parte per la violenza delle loro rivendicazioni, in parte perché sono rimaste sospese nel tempo. I Sex Pistol sono stati una proposta commerciale e una minaccia culturale, sono stati lanciati per modificare il business della musica, fare i soldi su questo cambiamento... ma Johnny Rotten cantava perché voleva cambiare il mondo.  (da Tracce di rosseto)

Duane Betts - Wild & Precious Life (2023

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di Pie Cantoni  Se ci fosse una classifica per le copertine più belle dell’anno, sicuramente la lussureggiante vegetazione tropicale, come in un quadro di Rousseau, di questo Wild & Precious Life la vincerebbe. Il disco di debutto solista di Duane Betts arriva dopo un lunga gavetta con band come Backbone69, Whitestarr, Dawes, The Allman Betts Band (con i figli degli altri fondatori della Allman Brothers Band) e ovviamente affiancando il leggendario padre come membro dei Dickey Betts & Great Southern. Essendo figlio di uno degli storici fondatori della formazione più famosa del Southern Rock, è chiaro che il terreno di crescita di Duane (nomen omen) non poteva che essere buono e il risultato anche dei suoi sforzi solisti non poteva che affondare le radici nella musica umida e appiccicaticcia della Florida. Insieme a Johnny Stachela alla chitarra, a Berry Duane Oakley al basso, a John Ginty alle tastiere e al batterista Tyler Greenwell, Betts accetta l’offerta degli amici Susan T

Dwight Yoakam

Proveniente dal territorio minerario del Kentucky, Dwight Yoakam (1956) cresce nella città industriale di Columbus, Ohio, ma le sue basi musicali vengono dal gospel bianco e dal country di Johnny Horton, Leftry Frizzell, Hank Williams, Bill Monroe e, soprattutto, Buck Owens e Merle Haggard. Durante la Hihh School, Dwight Yoakam è l'animatore di una band rockabilly. Discografia e WIkpedia

Storia della musica #53

 Brit pop Quando si parla di brit pop, normalmente ci si riferisce ad un fenomeno che vive il suo momento d’oro tra il 1993 e il 1997, negli anni cioè in cui in America imperversano grunge ed hardcore melodico: un fenomeno che vede le classifiche inglesi dominate da un’orda di gruppi anglosassoni, il cui tratto comune, pur nelle notevoli differenze, è proprio il forte legame con le radici british. L’intera esperienza pop inglese, dai gruppi della prima e seconda british invasion ai suoni più pop della new wave e del post punk (Xtc, Madness, Specials, Jam e Wire in particolare), passando per le esperienze del glam di Bowie e Roxy Music, vengono felicemente sintetizzate da questi gruppi e sposate con il pop-rock degli Smith e con la psichedelia degli Stone Roses; allo stesso tempo anche dal punto di vista visivo questi gruppi ripresentano sul palco una visione più classica della rock band, seppellendo così sia visivamente sia musicalmente l’animo etereo del movimento shoegaze: non a caso

The Baseball Project - Grand Salami Time! (2023)

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 di Fabio Cerbone  È una questione tutta americana quella che tiene in vita The Baseball Project, raduno di icone dell’underground rock che riversa la propria passione per uno sport, anzi di più, per una vera e propria cultura fatta di leggende, personaggi e storie da tramandare, dentro una manciata di canzoni spedite come cartoline della memoria. Partendo da qui si può forse cogliere una parte del fascino di Grand Salami Time!, titolo buffo che tende fortunatamente a non prendersi troppo sul serio (il gioco di parole è con il grand slam, che nel baseball indica un fuoricampo realizzato con tutte le basi piene), ma non per questo rinuncia all’emozione di raccontare una mitologia che a noi suonerà sempre un po’ distante. E se le figure di Jose Fernandez o Jim Bouton ci appariranno sfocate, quando non del tutto sconosciute, così come alcuni omaggi alle voci dei commentatori (The Voice of Baseball), alle tecniche di lancio (Screwball) o alle manie compulsive dei tifosi (Fantasy Baseball W

Wake Up Little Susie - The Everly Brothers (1958)

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Il rock delicato degli Everly Brother, percorso di venature country e condito da impasti vocali deliziosi, conobbe immensa popolarità nei tre magici anni in cui incisero per la Cadence, dal 1957 al 1960, quando raggiunsero le zone alte della classifica con incredibile puntualità, ogni quattro mesi. Wake Up Little Susie bissò il successo di Bye Bye Love , ma fece scandalo. Raccontava la storia di due fidanzatini che si addormentavano in un drive-in per l'incoscienza del film. Svegliatosi alla quattro del mattino, lui si rendeva conto dei malintesi che il tremendo ritardo avrebbe sicuramente causato tra genitori e amici e cercava di svegliare la sua piccola Susie.   (M. Cotto - da Rock Therapy)  

William the Conqueror - Excuse Me While I Vanish (2023)

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di Fabio Cerbone  Si scrive William the Conqueror, si legge Ruarri Joseph, la voce e il songwriting che si celano dietro il progetto di questo trio inglese che ha radici in Scozia, terra di origine di Joseph, fa base in Cornovaglia, dove adesso vive e opera il musicista, e in passato ha varcato anche l’oceano, per incidere a Los Angeles. Lì avevamo lasciato l’ultima volta la band, a chiudere una sorta di trilogia discografica con il terzo album, Maverick Thinker (e il primo per il prestigioso marchio Chrysalis), registrato ai Sound City Studios in California con l’idea di fondere il folk rock della madre patria con certe sfumature Americana, persino attraversato da umori swamp e soul. Ritroviamo dopo quasi tre anni Joseph e i suoi accoliti, Naomi Holmes al basso e Harry Harding alla batteria, in una veste che conserva una chiara aggressività elettrica, quella che emergeva anche nei precedenti lavori, ma con intenzioni più scure e burrascose nella resa sonora, accentuando una patina “gr

William S. Bourroughs

L'essenziale ingrediente di ogni gruppo rock di successo è l'energia, l'abilità di trasmettere energia, di ricevere energia dal pubblico e di restituirgliela. Un concerto è in effetti un rito che prevede l'invocazione e la trasmutazione di energia. Le stelle del rock possono essere comparate a dei sacerdoti... Lo show dei Led Zeppelin si basa principalmente sul volume, la ripetitività e le percussioni. Vi sono alcune analogie con la musica da trance che si ascolta in Marocco, che è magica nella sua origine e nei suoi scopi, vale a dire che si occupa dell'invocazione e del controllo delle forze spirituali. In Marocco i musicisti sono anche dei maghi.  (da "La terra promessa" di Gino Castaldo)

Ben Reel - Come a Long Way (2023)

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 di Giovanni Andreolli  L’Irlanda è nota internazionalmente per il suo folklore (e un buon elenco di stereotipi: trifogli, folletti, tanta birra, Guiness tra tutte, e la festa di San Patrizio), ma possiede anche una tradizione musicale che ha avuto un discreto successo al di là dei confini della verde isola (basti pensare ai Pogues, anche se loro la tradizione l’hanno rivisitata in una chiave più “punk”), influenzando musicisti che di certo irlandesi non sono, come i nostrani Modena City Ramblers, per non parlare invece di quegli artisti che hanno seguito la loro strada, oltre le contaminazioni locali, e che hanno lasciato un’impronta importante nella storia della musica (dagli U2 ai My Bloody Valentine, passando per Sinéad O’ Connor, purtroppo scomparsa proprio in questi giorni). Ben Reel è nord-irlandese, di Silverbridge, County Armagh. Come a Long Way è il suo undicesimo disco (uno degli ultimi, The Nashville Calling, è stato recensito qui da Davide Albini) e l’Americana, il folklor

Yo La Tengo

Ira Kaplan, cantante chitarrista ed esperta conoscitore della scena rock assieme alla sua compagna e batterista Georgia Hubley, nel 1984 forma una band a Hoboken, New Jersey e le dà il curioso nome di Yo La Tengo, che deriva dalla sua passione per il baseball ("yo la tengo" era l'urlo di un giocatore di lingua spagnola). Discografia e Wikipedia

Storia della musica #52

 Riot grrrls, corporate punk e garage punk  Gli anni ’90 saranno ricordati dai posteri principalmente per l’inaspettato successo di massa del punk nelle classifiche americane: tuttavia ad aprire il decennio è un fenomeno più underground legato all’area di Olympia e ad un’etichetta come la Kill Rock Stars, per cui nel 1992 esce EP senza titolo prodotto da Ian Mac Kaye e firmato dalle Bikini Kill. È uno dei primi dischi a lanciare il movimento femminista delle ragazze riottose (le riot grrrrls): il gruppo musicalmente fonde il punk-rock più grezzo delle Slits con la new wave dei Pretenders e di lì a poco rilancia con “Yeah Yeah Yeah Yeah”, split album equamente diviso con le albioniche Huggy bear, altre esponenti di spicco del movimento di cui fanno parte anche Bratmobile, 7 Year Bitch, mentre più marginalmente legate al fenomeno sono L7 e Babes in Toyland, musicalmente più vicine al metal ed al grunge che non al punk; tutti gruppi comunque accomunati dalla centralità nei testi di temi s

Lou Reed & John Cale - Song For Drella (1990)

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Nel Febbraio 1987, per le complicanze di un intervento di colecistectomia, muore a New York Andy Warhol, a 58 anni. Dell’artista, fotografo, gallerista, cineasta di Pittsburg tutti abbiamo un’idea almeno visiva, essendo lui e la sua arte pop una delle icone del ‘900, e subito dopo l’inaspettata comparsa ci fu un profluvio di mostre, retrospettive, biografie, addirittura un’asta di suoi 10.000 oggetti tenuta da Sotheby’s a New York. Warhol a metà degli anni ‘60, quando la sua Factory creativa era al 1342 di Lexington Avenue di New York, faceva suonare durante i suoi happening una band proiettando su di loro delle immagini psichedeliche, costringendo i 4 componenti di quel gruppo ad indossare sempre gli occhiali da sole. Quella band si chiamava The Velvet Underground e fu lo stesso Warhol a creare per il loro primo disco, The Velvet Underground & Nico, l’iconica immagine della banana sbucciabile (l’album è del 1967). L’anima di quella band leggendaria furono Lou Reed e John Cale.

Jean Genie - David Bowie (1973)

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E' Iggy Pop il personaggio della canzone. Bowie lo modella sulla figura dell'Iguana, tanto che il titolo originale era Jean Jìmmy , per ricordare il vero nome di Iggy, James Newell Osterberg. E' il vanto di amicizia per l'artista che "siede come un uomo, ma sorride come un rettile". Bowie ha diviso e dividerà lunghi tratti di strada con lui, salvandolo in più di una occasione, producendo i suoi dischi e, soprattutto, riscaldandolo in un abbraccio pubblico nei momenti di difficoltà.   (M. Cotto - da Rock Therapy)  

Omar Sosa & Seckou Keita – Transparent Water (2017)

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di Silvano Bottaro Sin dalle prime note la musica trasporta istantaneamente gli ascoltatori in un viaggio all'interno del proprio spirito e allo stesso tempo in un viaggio nel mondo reale. Un'esplorazione della musica afro-cubana in tutte le sue forme, una intensa meditazione sui cicli della vita e dell'esistenza.  Il "piano" di Sosa non è uno strumento musicale, ma un condotto di consapevolezza spirituale e la "kora" di Keita una elegante dichiarazione di gioia. La foto di copertina sintetizza perfettamente il mood dell'album; due musicisti provenienti da angoli lontani del globo, faccia a faccia, ognuno con il proprio carico di esperienza ed ispirazione: unico limite il cielo. E questo lavoro non è solo un semplice incontro tra artisti diversi e complementari, nel quale il pianismo del cubano Sosa si limita ad accompagnare le evoluzioni della straordinaria kora del senegalese Keita. Transparent Water è uno dei viaggi più complessi mai intr

Lou Reed

"Se Dio mi apparisse domani e mi domandasse: 'Vuoi essere il presidente degli Stati Uniti?' gli risponderei: 'No'. 'Non ti piacerebbe una carriera politica?' 'No'. 'Cosa vuoi dunque?' 'Suonare la chitarra ritmica'."  (da "La terra promessa" di Gino Castaldo)

Bon Iver - For Emma, Forever Ago (2008)

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Quello di oggi è uno dei dischi più acclamati degli ultimi 15 anni. In parte per la forza musicale, in parte per la storia, da romanzo, che accompagna la sua nascita, avvenuta con pochissimi mezzi in una casa di campagna del Wisconsin, in un freddissimo inverno. Justin Vernon nella prima metà degli anni 2000 è un giovane musicista che suona con il gruppo DeYarmond Edison, dopo una bella gavetta per locali, pieno di energie e di idee. Arriva però ad un punto dove si sente svuotato e demotivato, per mancanza di successo e di stimoli: abbandona il gruppo, lascia per un po’ ogni idea musicale, si aggiunge anche la rottura del suo rapporto con la sua fidanzata di allora. Decide quindi di trasferirsi, nell’inverno tra 2006 e 2007, nella casa di campagna del padre. Il suo racconto di quel periodo è fatto di silenzi ovattati dalla neve, di passeggiate, di legna da raccogliere. Ma è soprattutto un momento in cui, parole sue, si libera dai fantasmi, dall’apatia e dal malessere che lo attanaglia

E T I C H E T T E

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