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Visualizzazione dei post da maggio, 2024

The Impressions - Keep On Pushing (1964)

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Per alcuni commentatori, i dischi della copertina di Bringing It All Back Home erano lì per caso. Non si può del tutto escludere, anche perchè la leggenda Dylan ha finito per ingigantire e dare fascino e suggestioni a miriadi di particolari. Ma sulla musica, e lo dimostrerà nella sua infinita carriera, la sua attenzione per la musica degli altri è caratteristica decisiva. Quindi io penso che il disco de The Impressions era lì per un motivo: gli piaceva quella musica. Il disco in questione è Keep On Pushing, del 1964, terzo disco della band e loro più grande successo di vendite. Ma andiamo con ordine. Il primo nucleo nasce a Chicago, e si chiama The Roosters, formato dai fratelli Richard e Arthur Brooks, Sam Gooden e Fred Cash a metà anni '50. Nel 1957, Cash viene sostituito da Jerry Butler, che proviene dalla realtà gospel della città, e ha cantato in gruppi doo-wop (rhythm and blues che ha avuto origine nelle comunità afroamericane durante gli anni '40, che insegna l'armon

Robert Johnson - King Of The Delta Blues Singers Vol.1 (1961)

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Riparto da quel tavolino della copertina di Bringing It All Back Home. Su quel tavolino c'è anche questo disco, che probabilmente non dirà moltissimo ai più, ma è uno dei dischi fondamentali della musica occidentale del '900, e sta lì per svariati motivi. Il re dei cantati del Blues del Delta (è quello del fiume Mississippi) è Robert Leroy Johnson, una delle figura più misteriose, carismatiche e leggendarie di tutte. Intorno alla sua figura, alla sua musica, alla sua vita breve e di cui si sa pochissimo c'è un alone quasi mistico e fu questo disco, una compilation delle sue maggiori registrazioni degli anni '30. Di Johnson si sa pochissimo: non è sicura la data di nascita del maggio 1911, nemmeno i genitori, la tesi più accreditata afferma che nacque una relazione extraconiugale della madre Julia Dodds con Noah Johnson, dopo che il marito di Julia, Charles Dodds Jr., l'aveva abbandonata per un'altra donna e la sua infanzia e adolescenza è avvolta in misteri e le

Ry Cooder - Get Rhythm (1987)

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di Silvano Bottaro Finalmente un po' libero dalle continue richieste di comporre colonne sonore per film, Cooder si prende una pausa, se così si può dire, per incidere un album finalmente di canzoni. Questo disco è un po' la sommatoria dei precedenti album suonati dal nostro Ry , siamo nell'87, e Cooder ha quarant 'anni. Alla maniera dei vecchi cercatori d'oro, il chitarrista californiano è tornato a setacciare i filoni musicali che in passato gli hanno procurato non poche soddisfazioni, convinto di poterci trovar ancora qualche luccicante pepita. Cooder anche in questo disco si fa accompagnare dai soliti fidati e inseparabili musicisti quali: Jim Keltner alla batteria, Van Dyke Parks alle tastiere, il poco fortunato e compreso fisarmonicista Flaco Jemenez , Miguel Cruz alle percussioni, Steve Douglas al sassofono, Jorge Calderon al basso elettrico e lo stravagante jazzista Buell Niedlinger al contrabbasso. Grazie al gruppo ma sopratt

Bob Dylan - Bringing It Al Back Home (1965)

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Ogni anno ho raccontato un disco di Bob Dylan. Prescindere da Dylan è impossibile per il rock, e arriva in luoghi, stili e musicisti che a prima vista sembrano lontani anni luci da lui. Eppure, il suo è uno degli ingranaggi cruciali che mette in moto la macchina della musica popolare occidentale (e non solo) che è arrivata fino ad oggi. Il disco di oggi è l'occasione per un viaggio alquanto insolito, che svelerò alla fine, per chiudere il 2023 musicale. Il disco di oggi nasce da alcune idee che erano state scartate per quello precedente, Another Side Of Bob Dylan del 1964. Sebbene ancora legato al folk, quel disco scopre un lato introspettivo che il Dylan di quei tempi ancora doveva scandagliare: inizia quindi a mettere di lato (sebbene non lo abbandonerà mai del tutto) il lato politico e sociale (dello stesso anno è The Times They Are A-Changin') per quello privato. Inoltre c'è la necessità musicale di legare insieme il folk dei primordi con le nuove pulsioni del rock'

Villagers - That Golden Time (2024)

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di Daniel Moor Con il sesto album a nome Villagers, Conor O'Brien torna a focalizzarsi sull'impianto narrativo delle proprie canzoni. Mentre "Fever Dreams" si era avventurato in un intenso viaggio di esplorazione e scoperta sensoriale, "That Golden Time" cerca di indagare, attraverso il processo affabulatorio, lo spazio liminale che separa realtà e apparenza, verità e menzogna. Questa nuova ricerca si concretizza in scelte musicali apparentemente contrastanti, ma che sono in realtà accumunate da una delicatezza che, pur essendo sempre stata parte integrante del repertorio del cantautore dublinese, avvolge la nuova raccolta in un fragile manto di etere celestiale. Alle partiture minimali, incentrate sulla fidata chitarra acustica ("I Want What I Don't Need") o su note di pianoforte ("Money On The Mind"), si alternano arrangiamenti più ambiziosi, memori dei crescendo orchestrali di "Fever Dreams". E così, come succedeva in &qu

Piero Ciampi

Piero Ciampi nasce a Livorno il 28 dicembre 1934, nell'antico quartiere del Pontino: dopo essersi iscritto alla facoltà di ingegneria a Pisa e avere abbandonato gli studi, si dedica alla musica. Durante il servizio militare a Pesaro, si esibisce nei locali in occasione delle licenze accompagnato da alcuni commilitoni tra cui Giampiero Riverberi. Discografia e Wikipedia

Kelly Watch The Stars - Air (1998)

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Quei due strambi francesi che rispondono ai nomi di Jean-Benoît Dunckel e Nicolas Godin dichiarano il colpo, come si fa a biliardo: ridare umanità e calore all'elettronica, un tempo libera da schemi, ma recentemente troppo rigida e capace di «ingabbiare i musicisti underground in un sentiero di schiavitù orwelliano». Qui il suono è caldo, morbido, avvolgente, a tratti sofisticato. Oserei dire nostalgico, sebbene sia difficile immaginare un aggettivo simile per queste sonorità. Laid-back sound, un pizzico di jazz, groove che sfiora il dancefloor. La Kelly del titolo è Kelly Garrett, personaggio della serie televisiva Charlie's Angels, interpretato dall'incantevole Jaclyn Smith. E il pop rock elettronico torna a splendere, dopo tanti anni, sulla corte di Versailles. (M. Cotto - da Rock Therapy)

Clarissa Connelly - World Of Work (2024)

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 di Stefano Solventi L’ingresso nel roster Warp coincide con una specie di nuovo esordio per Clarissa Connelly, scozzese di nascita e danese di adozione, un primo album nel 2018 (il mini Tech Duinn) seguito due anni più tardi dall’apprezzato The Voyager. Connelly è polistrumentista, compositrice, produttrice, persino ideatrice di una app (Vandringen) che interagisce a livello sonoro con specifici siti pre-cristiani scandinavi. Insomma, non proprio quella che si dice una persona semplice, anzi. Anche dal punto di vista musicale, sembra impegnata a rendersi inafferrabile accumulando sfaccettature, sia per quanto riguarda i temi attorno a cui girano le sue canzoni (poesia, filosofia contemporanea, grimori medievali, misticismo…), sia per le connotazioni stilistiche. Una complessità d’impatto e in ragione di ciò difficilmente profilabile, perché vibratile e stratificata, al tempo stesso istrionica e spettrale. World Of Work mette in fila dieci pezzi visionari, nei quali non è facile distin

Weather Report - Mysterious Traveller (1974)

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I detrattori di Miles Davis hanno sempre puntato in particolare su un aspetto: non è mai stato un virtuoso del suo strumento, la tromba. Effettivamente l'osservazione ha senso, ma nel progetto musicale di Davis è irrilevante il virtuosismo esecutivo, dato che aveva sempre in mente ben più potenti rappresentazioni musicali. Ma perfino i suoi più acerrimi avversari non hanno mai potuto dire nulla sua sul carisma da band leader e sul suo fiuto di talent scout, capaci di mettere insieme gruppi di musicisti sulla carta perfino antitetici, ma che con lui non solo hanno dato il loro meglio, ma hanno persino continuato e ampliato le sue idee. Questo successe al pianista, tastierista e organista Joe Zawinul e al sassofonista Wayne Shorter. Il secondo è stato il pilastro del secondo grande quintetto davisiano (a cui dedicai il mese celebrativo della 250.ma Storia Di Musica), il primo fu uno degli innesti decisivi in quel piccolo arco di tempo che attraverso i già citati capolavori In A Silen

Bob Dylan - Oh Mercy (1989)

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di Silvano Bottaro A parte la parentesi Traveling Wilburys , gli anni ottanta non sono stati i suoi anni migliori, un Dylan stanco e privo di creatività si è trascinato in tour e dischi non entusiasmanti e alcuni addirittura inutili. Proprio alla fine di questi, quasi come un'ancora si salvezza, a New Orleans, fra i profumi del voodoo e l'aria frizzante di Bourbon Street, Bob Dylan si decide a fare finalmente il Bob Dylan. In studio, con l'umidità che si aggrappa alle finestre, con pochi musicisti ma di cuore, incide il suo ventiseiesimo disco e le canzoni sono quelle di una volta. Il gioco-forza si chiama Daniel Lanois , un giovane e grande produttore che, grazie alla sua maestria, riesce ad dare il suo imprinting con notevole personalità e pregevole fattura. Oh Mercy diventa così un album attualissimo e allo stesso modo un disco senza tempo. Anche se non tutto il disco "naviga" in acque limpidissime, nel complesso, grazie ad alcune grandi canzoni; The

Miles Davis - Live-Evil (1971)

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Quando si ascoltò questo disco per la prima volta, i critici ebbero un profondo senso di smarrimento: Come bisogna definirlo? Cosa è? È jazz? È rock? È qualcosa di altro? In parte era lo scopo del suo creatore, in parte perfino a lui, genio incontrastato delle rivoluzioni musicali, qualcosa "sfuggì di mano", divenendo addirittura qualcosa di altro dalla sua idea primigenia. Questo è un disco che parte da un percorso iniziato qualche anno prima, quando Miles Davis e il suo storico secondo quintetto iniziano ad esplorare le possibilità che gli strumenti elettrici e le strutture della musica rock possono dare al jazz. I primi esperimenti con Miles In The Sky (1968), poi con quel capolavoro magnetico che è In A Silent Way (1969), il primo con la nuova formazione elettrica, la quale sviluppa a pieno quella rivoluzione che va sotto il nome di jazz fusion con il fragoroso, e irripetibile, carisma musicale rivoluzionario che fu Bitches Brew (1970, ma registrato qualche giorno dopo il

Sonic Youth - Daydream Nation (1988)

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Il mese delle scelte con doppia voce cantante maschile e femminile termina con un disco epocale. E poche volte l'aggettivo calza a pennello come questa volta, in un disco, doppio, che accumula tutte le idee di una generazione del rock alternativo americano, per un lavoro discografico seminale da cui fioriranno artisti e idee prorompenti degli anni a venire. La storia degli artefici di questo disco inizia qualche anno prima, nel 1981, a New York. Al Noise Festival organizzato dalla galleria d'arte White Columns, quando Thurston Moore sta suonando con la sua fidanzata, Kim Gordon, e vengono notati dal comnpositore e musicista d'avanguardia Glenn Branca. Tra loro nasce subito un'intesa, e uno dei collaboratori di Branca, un chitarrista dalle idee molto originali, Lee Ranaldo, si unisce al gruppo, che una volta trovato un batterista, Richard Edson (ma ne cambieranno decine nel corso degli anni) formano un gruppo a cui danno un nome composto dal nome di Fred "Sonic"

Adriano Celentano

Primo artista a portare in Italia il rock'n'roll al grande pubblico, Adriano Celentano, nasce a Milano (in quella via Gluck che omaggerà con una canzone) il 6 gennaio 1938 da genitori pugliesi emigrati. Dopo aver debuttato al teatro Smeraldo, in coppia con Tony Renis in una parodia musicale del duo Jerry Lewis/Dean Martin e aver frequentato a lungo il Santa Tecla, storico locale jazz milanese. Discografia e Wikipedia

Alison - Elvis Costello (1977)

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Con quel nome vero e strano (Declan Patrick Mac-Manus), quel nome da battaglia che evoca il Re, con quella faccia da elfo d'Irlanda e quegli occhialini alla Buddy Holly (almeno all'inizio), ha attraversato tutto l'arco costituzionale della musica, alitando sullo spettro del suono come un fantasma su un bimbo appena addormentato. Guidato dalla curiosità e dal talento, mosso dai venti dell'inquietudine, sorretto dalle sue ascendenze italiane, Elvis non the Pelvis è il più increlibile dei workabolic : malato di lavoro, spaventato dai cinque minuti di pausa fra un disco e l'altro. Inclassificabile, dunque artista completo, sempre in grado di individuare i punti cardinali dell'emozione. Alison uscì il 21 maggio 1977, estratto dal primo album di Costello, My Aim Is True, verso contenuto proprio in Alison. Costello scrive la canzone dopo aver visto una ragazza bellissima lavorare come cassiera in un supermercato. Era così bella, ha detto il rocker nella sua autobiograf

Mdou Moctar - Funeral For Justice (2024)

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di Gianfranco Marmoro Ci sono molte chiavi di lettura utili per comprendere la grandezza di "Funeral For Justice", settimo album, secondo per la casa discografica Matador, del chitarrista Mdou Moctar e della sua band. Per Mahamadou Souleymane (vero nome di Mdou Moctar) è stato complesso gestire il ruolo di musicista insieme a quello di cittadino di una terra, la repubblica del Niger (da non confondere con la vicina Nigeria), sconvolta da un colpo di stato che ha messo al comando, per la quinta volta, un regime militare dittatoriale di destra. Bloccati in America e turbati dalle sorti dei propri cari, Mdou Moctar e compagni hanno criticato il nuovo governo che ha spodestato Bazoum, ma non hanno lesinato critiche anche nei confronti della Francia e della politica coloniale - concentrata soprattutto sullo sfruttamento intensivo delle riserve di uranio - che ha portato il paese al tracollo finanziario. "Funeral For Justice" non nasce in seguito a questi recenti eventi -

Richard And Linda Thompson - I Want To See The Bright Lights Tonight (1974)

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Nel 1972, quando abbandona i leggendari Fairport Convention, gruppo cardine della rivoluzione del folk sulla via della sua elettrificazione, ha poco più che venti anni. E già allora era unanimemente considerato un talento prodigio e cristallino. Abbandona un gruppo popolarissimo e autore di dischi capolavoro per seguire la sua visione di musica, una nuova via britannica al folk, che mescoli insieme il rock'n'roll con le cantate popolari dei secoli precedenti, strumenti ad arco con la sua fidata chitarra elettrica, dulcimer e fisarmoniche. Nello stesso anno pubblica il primo tentativo, Richard Thompson Starring As Henry The Human Fly, dove è aiutato da un pezzo dei Fairport (la voce inarrivabile di Sandy Denny e il basso-guida di Ashley Hutchings) dove sperimenta questo mix che è ancora acerbo, come la sua voce (nei Fairport non era il cantante principale) ma che ha le prime canzoni gioiello (The Angels Took My Racehorse Away, che stilla britishness in ogni nota) e le prime gran

Ry Cooder - Pull Up Some Dust and Sit Down (2011)

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di Silvano Bottaro Il musicologo Ry Cooder ritorna con un nuovo lavoro a distanza di tre anni dalla trilogia formata dal bellissimo ‘progetto’ Chavez Ravine del 2005, dalla storia del gatto Buddy di My name is Buddy  del 2007 e dal non tanto entusiasmante I, Flathead del 2008. Per metà dei suoi quarant’anni di attività musicale, Ry si è prodigato a riscoprire i suoni di diverse culture del mondo, famosissima è quella cubana dei Buena Vista Social Club, dell'Africa con Ali Farka Toure , del soul/gospel con Mavis Staples e l’ultima irlandese con i Chieftains. Pull Up Some Dust And Sit Down è un lavoro essenzialmente di matrice sociale/politica dove i testi marcatamente di protesta, prendono di mira soprattutto i banchieri, Wall Street e il disastro economico che ha messo in ginocchio gli Stati Uniti. Altro argomento preso in evidenza sono le leggi varate contro l’immigrazione, storie di povera gente in cerca di un futuro migliore e che invece a volte, purtroppo, incontra so

Eleven - Eleven (1993)

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La storia di oggi è una storia di incroci. Sia emotivi sia scambi di persone e di formazioni. Jack Irons è un batterista che verso la fine degli anni '80 vuole mettere su una band. Lo fa con Alain Johannes, con cui fonda gli Anthym. si uniscono altri due amici, Hiller Slovak e Michael Peter Balzary. Cambiano subito nome in What Is This?. Iniziano a suonare alle feste e nei locali fino a quando un amico comune di Slovak e Balzary, Anthony Kiedis, non chiede a loro due di aiutarlo a trovare musicisti per la sua band. Finiscono per entrarci loro stessi, tanto che Balzary cambia nome in Flea e diventeranno il nucleo originario dei futuri Red Hot Chili Peppers. Tuttavia Slovak e Irons non abbandonarono Johannes e continueranno a suonare con lui, pubblicando un EP prima, Squeezed, un album poi, intitolato come la band What Is This?. Nell'impossibilità di continuare a suonare in due gruppi, la band si scioglie. Johannes però non si dà per vinto e ha lui l'incontro della sua vita.

T Bone Burnett - The Other Side (2024)

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di Antonio Vivaldi The Other Side segna il ritorno di T Bone Burnett alla carriera solista. Ci si era quasi scordati che T Bone Burnett è anche un artista in proprio. Questo perché altri sono i mestieri musicali che gli hanno dato lavoro e notorietà. Nel suo curriculum di produttore figurano, ad esempio, i nomi di Roy Orbison, Elton John & Leon Russell, Steve Earle, John Mellencamp, Elvis Costello, Los Lobos, Robert Plant & Alison Krauss. Sempre ad esempio è stato lui a immaginare e poi assemblare la strepitosa colonna sonora roots di O Brother, Where Art Thou? e a scrivere le musiche per le prime tre stagioni della serie True Detective. E ci sarebbe molto altro da ricordare, inclusi gli anni giovanili nella Rolling Thunder Revue dylaniana e lo spin-off chiamato Alpha Band. Infine si può segnalare la collaborazione a Black Cat di Zucchero Sugar Fornaciari (e chi sa se qualcuno ha detto al pio T Bone che Zucchero una volta cantava “io sento il diavolo in me”). In un tale tourbi

CCCP / C. S. I. / PGR

Incontratisi quasi per caso a Berlino nell'estate del 1981, dove frequentano la locale scena underground, i reggiani Giovanni Lindo Ferretti e Massimo Zamboni vengono convinti dal batterista Zeo Giudici, una volta ritornati inItalia, a formare i Mitropank (da Mitropa, catena di ristoranti della Germania Est). Con l'arrivo di Umberto Negri al basso, il quartetto debutta in concerto nella primavera del 1982. Discografia e Wikipedia - CCCP  -  Discografia e Wikipedia - C.S.I.  -  Discografia e Wikipedia - PGR

Lazarus - David Bowie (2016)

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Il dolore arriva per la prima volta nel giugno del 2004, sul palco, ovvero il luogo che da infiniti anni rappresentava la vita di David Bowie. Una mano al petto, un dolore lancinante, il sudore, il volto pallido. Bowie esce di scena accompagnato da una guardia del corpo nei camerini. Sembra solo la compressione di un nervo della spalla, almeno così dicono i medici, na due giorni dopo, in Germania, Bowie collassa. Viene operato d'urgenza per un'arteria coronarica struita. Per uno dei tanti scherzi della vita, da molti anni ormai Bowie conduceva una vita più che sana: aveva smesso di bere e di fumare, si allenava regolarmente in palestra e prendeva farmaci per abbassare il colesterolo. L'infarto lo coglie dunque nel momento di massima forma fisica, anche se, ovviamente, dopo decenni di eccessi. (M. Cotto - da Rock Therapy)

Simple Minds - New Gold Dream (81-82-83-84)

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Se in un ipotetico cruciverba la definizione chiedesse: Famoso gruppo rock scozzese degli anni '80 (10 lettere) la risposta è una sola. Simple Minds. Tutto comincia a Glasgow quando tre ragazzi, Jim Kerr, Charlie Burchill e Brian McGee fondano nel febbraio del 1977 un gruppo a tre, Johnny & The Self Abusers, nome in pieno stile punk. Pubblicano anche un singolo, Saints & Sinners / Dead Van Dals, ma l'insuccesso li porta a sciogliere il gruppo. Un anno più tardi ci riprovano, ma scelgono come nome Simple Minds, partendo da un verso di The Jean Genie di David Bowie, He's so simple-minded, he can't drive his module. Si uniscono le tastiere di Michael McNeil e il basso di Derek Forber, e firmano con la Zoom Records, una etichetta in orbita Arista. Suonano come gruppo di apertura a diverse band, come Siouxsie & The Banshees, gli Ultravox di Midge Ure, e pubblicano il primo disco, nel 1979, Life In A Day, dalla stupenda copertina. Vivono in maniera turbinosa il pa

E T I C H E T T E

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