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Visualizzazione dei post da maggio, 2019

Joy Division - Unknown Pleasures (1979)

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Il 25 Maggio 1977 un gruppo di giovani mancuniani suona come spalla ai Buzzcocks e ai Penetration in un locale di Manchester. Il gruppo è formato da Bernard “Albrecht” Sumner alla chitarra, Peter Hook al basso, Terry Mason alla batteria e Ian Curtis al canto. Il gruppo all’epoca si chiamava Warsaw, in onore di una canzone di Bowie, Warsawa (dall’album Low, 1977). A partire da quella data il gruppo diviene un must del circuito underground di Manchester, e incideranno dei brani per la compilation Short Circuit\ Live At The Electric Circus del 1978. Mason diventa manager e lascia le bacchette della batteria a Steve Morris, che sarà nella formazione che inciderà il primo EP, An Ideal For Living, che uscirà nel maggio 1978 a nome Joy Division, sinistro nome che richiama, tramite il romanzo La Casa Delle Bambole di Ka-Tzetnik 135633, il nome da deportato dell’ungherese Yehiel De-Nur, il contingente di prostitute che allietava le serate degli ufficiali tedeschi e dei prigionieri collabora

Little Feat

Ottima preparazione tecnica, creatività compositiva, testi ironici con spiccato gusto per il nonsense e un suono che è una personale sintesi di rock, blues e funk fanno dei Little Feat una delle band americane più serie e originali di tutti gli anni '70. Discografia e Wikipedia

Bon Iver - Wolves (Act I & II)

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The Quintet - Jazz At Massey Hall (1953)

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Il disco di oggi fu registrato il 15 maggio del 1953 al Massey Hall Theatre di Toronto, stupendo teatro da quasi 3000 posti, luogo in cui avevano già suonato Arturo Toscanini e aveva tenuto una serie clamorosa di concerti Enrico Caruso. La sera del 15 maggio del 1953 però tutta l’America del Nord era distratta da altro: a Chicago si stava svolgendo in contemporanea la rivincita dell’incontro di Boxe, valevole per il mondiale dei pesi massimi, tra Jersey Joe Walcott e Rocky Marciano. L’attesa per quell’incontro era spasmodica, dato che l’anno precedente il primo match fu risolto dopo una maratona di 13 round da un gancio di Marciano rimasto proverbiale per la sua forza devastante. Ma questa volta al pugile italoamericano bastarono pochissimi secondi per mettere al tappeto il suo avversario al 1° round. Anche per questo al Massey Hall c’erano solo 700 persone ad assistere ad uno dei concerti jazz più eccitanti della storia, per molti un apice inarrivabile anche solo per il fatto che f

HYHM

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Billie HOLIDAY, Lester YOUNG (saxophone), Coleman HAWKINS (saxophone), Gerry MULLIGAN (saxophone)

Lost in Transmission No. 15

The National – I Am Easy To Find (2019)

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di Luca "Dustman" Morello Seguendo i National da molti anni, non mi aspettavo di incontrare nel loro percorso artistico una tappa come quella rappresentata da “I Am Easy To Find”. L’operazione di decostruzione di questo lungo album (un’opera di più di un’ora spalmata su 16 brani), da parte di chi scrive, ha avuto davvero poco di “easy”. Potremmo dire che questo sia un meta-album, un racconto/dialogo che non vuole raccontare e vuole molto poter dialogare, con un nucleo spoglio, sincero, desideroso di mettersi a nudo, raccolto nelle pieghe svogliate tra le quali plana a volte meravigliosamente pigro a volte più intenso e corposo il baritono di Matt Berninger. Questo nucleo appare spesso attorniato dalle varie voci femminili (usate massicciamente, non più solo come coriste ma anche come co-protagoniste canore) che ne costituiscono il morbido, sinuoso contraltare. Si alternano (o collaborano pure tra di loro) dietro il microfono muse e interlocutori come Sharon Van Ett

Johnny Cash, Guida per principianti

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Voce baritonale, stile cupo e profondo, il Man in black della musica è uno di quegli artisti che ha saputo destreggiarsi con stile tra i vari generi musicali definendo una personalità unica che l’ha reso famoso e speciale in tutto il mondo. Stiamo parlando di John Ray Cash, meglio conosciuto come Jonny Cash. Chi era Nato nel 1932, Cash ha conosciuto la povertà e la fatica. Figlio di contadini dell’Arkansas, sin da bambino aiutò i suoi genitori nei campi di cotone. Si avvicinò alla musica in tenera età frequentando i cori della chiesa, ma il suo amore per il country nacque ascoltando le trasmissioni radiofoniche degli anni ’40. Lo studio da autodidatta della chitarra avvenne durante il suo periodo nell’esercito. Ottenne il primo contratto discografico intorno al 1955 sotto l’etichetta Sun Records. Nella sua vita ebbe due grandi amori Vivian Liberto, prima moglie, e June Carter che sposò nel 1968 restando con lei fino alla fine dei giorni. L’esistenza di Cash fu carat

Lindisfarne

Originari di Newcastle, i Lindisfarne nascono nel 1969 dall'unione di membri dei Down Town Faction con Alan Hull, cantante chitarrista e compositore dei Chosen Few, progenitori degli Skip Bifferty. Inizialmente noti come Hull and The Brethen, adottano poi la sigla Lindisfarne dal nome di una piccola isola del Northumberland. Discografia e Wikipedia

Aldous Harding – Designer (2019)

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di Cristiano Gruppi Si può dire che l’incontro con John Parish sia stato decisivo per lo sviluppo della carriera di Aldous Harding. Dopo la firma dell’importante contratto con la 4AD, Hannah Harding (queste le sue generalità all’anagrafe) dovette volare a Bristol per registrare il suo secondo album, ‘Party‘ (2017), nello studio personale del musicista inglese. ‘Party‘ fu un successo, soprattutto di critica, e portò diversi estimatori dalla parte della cantautrice cresciuta a Lyttleton, un paesino di 3000 abitanti non lontano da Christchurch, Nuova Zelanda, la città teatro del recente terribile atto terroristico. Parish le mise a sua disposizione tutta la sua esperienza, maturata in anni e tanti dischi accanto a un’altra cantautrice di evidente personalità, PJ Harvey. L’eccellente risultato ottenuto con ‘Party‘ ha convinto la Harding a tornare a Bristol da John anche per il terzo LP della sua carriera. ‘Designer‘ riprende da dove il precedente aveva terminato, ma mette in mostr

Angus Stone - River (Joni Mitchell cover)

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Sonny Rollins

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Editors – The Blanck Mass Sessions (2019)

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di Silvia Cinti Molto spesso i nomi di alcuni gruppi musicali non hanno alcun senso, ma restano comunque dei titoli bellissimi. Una specie di marchio, un modo per riconoscere proprio quell’artista in mezzo a migliaia. Editors è il nome di una band inglese, proveniente da Birmingham, un progetto che, a differenza di altri colleghi volti ad infervorare il mercato discografico senza però restare in piedi per molto tempo e quindi velocemente dimenticati, possono affermare di averne fatta di strada e soprattutto di aver costruito una propria identità musicale. Gli Editors sono Tom Smith (voce, chitarra e pianoforte), Edward Lay (batteria), Russel Leetch (basso, chitarra acustica, sintetizzatori e backing vocals), Justin Lockey (chitarra, sintetizzatori) e Elliott Williams (chitarra, pianoforte, sintetizzatori e backing vocals). Una formazione completa e ormai adulta che, in occasione del Record Store Day 2019, ha annunciato la pubblicazione di “The Blanck Mass Sessions” una versione

Lost in Transmission No. 14

The Gloaming – The Gloaming 3 (2019)

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di Alessio Surian Quanto pesa ognuna delle nostre esperienze? Il video di Tom Kalin prova a sollecitare la nostra capacità di osservare ed interrogarci mentre fa da colonna visuale al brano di apertura di “The Gloaming 3”, “Meáchan Rudaí (The Weight of Things)”. Il pianoforte acustico di Thomas “Doveman” Bartlett propone all’inizio una sola nota ribattuta e poi cresce in respiro armonico in sintonia con la voce di Iarla Ó Lionáird che distilla musica da una poesia di Liam Ó Muirthile, un inno alla madre: «Il mio peso mentre mi hai portato dentro di te per nove mesi. Il peso del sedersi, alzarsi, stendersi. Il tuo peso che non ho mai alzato da terra – prima di seppellirti nella terra. Il tuo peso vivo. Il tuo peso morto». Dopo due minuti di immagini, di contrappunto visivo alla cadenza ipnotica di piano e voce, fa capolino un neonato ed, insieme a lui, il violino danzante di Martin Hayes, ottanta secondi che fanno volare la canzone prima di fermare di nuovo il tempo e riportare l’at

Wayne Shorter: 6 album per amare un genio del jazz

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È stato l’autore di album da leader che hanno fatto la storia del jazz. Ed è stato una colonna, insieme a Herbie Hancock, del secondo grande quintetto di Miles Davis: il più grande quintetto jazz di sempre. Nel 1970 si è unito a Joe Zawinul, e in seguito a Jaco Pastorius, per formare i Weather Report: solo per non ripeterci, diciamo che è stata una delle band più originali di sempre. Negli anni ’80 ha collaborato con Pino Daniele, con gli Steely Dan, con Santana. Si trova perfettamente a suo agio nel reinterpretare la musica brasiliana. E alcune sue opere più recenti, come Alegrìa, sconfinano nella musica da camera. Oggi ha 85 anni, ed è appena uscito un suo album triplo, Emanon, titolo preso a prestito da un brano di Dizzy Gillespie. Wayne Shorter, statunitense di origine afro-cubana, è multiforme e non si ferma mai. Se anche il nome non ti dice proprio nulla—il che è possibile solo se non sei un appassionato di jazz—è dunque probabile che tu abbia già ascoltato, senza saper

Little Steven & The Disciples Of Soul – Summer Of Sorcery (2019)

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di Massimo Orsi La E-Street Band si è presa una lunga pausa e Bruce, ormai lo sanno anche le pietre, è in procinto di pubblicare il nuovo disco solista il prossimo 14 Giugno, inoltre Nils Lofgren ha appena dato alle stampe il nuovo “Blue With Lou” ma c’è in pista anche il nuovo di Little Steven. Dopo “Soulfire” di due anni orsono che veniva pubblicato a ben diciotto anni di distanza dal precedente “Born again savage” (datato 1999) al quale era seguito il world tour ed il conseguente disco live triplo estratto, ci troviamo tra le mani questo nuovo di Little Steven, uno che non ha più nulla da dimostrare a nessuno ma prova ancora un forte sentimento nel lavoro che fa ed è uno dei pochi rimasti a riproporre l’Asbury Sound, quel genere che mi procura ancora oggi a distanza di quasi quarant’anni dalla prima volta che lo ascoltai dei grandi brividi di piacere. Steven Van Zandt è un grande cultore della musica, un appassionato, un ascoltatore attento sia alle nuove leve che al rock de

Jerry Lee Lewis

Secondo una sua dichiarazione, la musica ha avuto solo quattro stylists: Al Jolson, Jimmie Rodgers, Hank Williams e naturalmente lui stesso. Può sembrare un grosso atto di presunzione, in realtà Jerry Lee Lewis non è solo il più selvaggio e violento pianista rock'n'roll, ma una vera e propria personificazione dello spirito che ha sempre animato questa rivoluzione musicale. Discografia e Wikipedia

The Swell Season - Lies

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J.J. Cale – Stay Around (2019)

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di Marco Boscolo J.J. Cale non amava le luci della ribalta: preferiva rimanere a Tulsa, in Oklahoma, a coltivare le sue canzoni come se fossero figli da accudire. Solo quando erano pronte, ben cresciute, le lasciava andare per il mondo, perché incontrassero le orecchie di una schiera di estimatori che si è andata ingrossando sempre più nel tempo, fino a comprendere chiunque contasse nel gotha musicale americano: Carlos Santana, Spiritualized, Captain Beefheart, Deep Purple, Randy Crawford, John Mayall, Poco, José Feliciano e Bryan Ferry, per citare solo quelli che ne hanno eseguito almeno una cover. Ma nel novero vanno inseriti almeno anche Neil Young (che lo ha definito «il miglior chitarrista insieme a Jimi Hendrix»), Bob Dylan, Mark Knopfler, Tom Petty ed Eric Clapton (vedi anche la collaborazione per Old Sock). Quando se ne è andato, il 26 luglio del 2013, per un attacco cardiaco, il pianto per la gemma più preziosa del Tulsa sound è stato unanime, nonostante non fosse neanche

Buddy Guy

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The Dream Syndicate – These Times (2019)

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di Lejla Cassia Dagli ascolti e dalle associazioni più o meno convergenti, Steve Wynn ha sempre cavato idee di notevole caratura. Si pensi a quando fu travolto dal frastuono perfetto di Bruce Springsteen e Little Steven in “Candy’s Room”, durante il “Darkness Tour” nel 1978, e decise come dovesse essere il suo imprinting sonoro. Apprendere oggi che la scintilla si sia nuovamente accesa ascoltando “Donuts” di J Dilla, creando una formula del tutto vincente, non è poi così stridente come sembra. Non è così semplice individuare cosa sia sperimentale o classico all’interno di These Times, c’è una fusione talmente perfetta tra strumenti e macchine, passato e presente, angoscia e divertimento, da rendere assolutamente completa la soddisfazione durante l’ascolto. Pedal steel, hammond, una batteria crescente e perfettamente bilanciata con i cori e i backing vocals, sono le componenti sonore del settimo album della band californiana che non ha alcuna intenzione di cadere nel cliché del

Lost in Transmission No. 13

Fontaines D.C. – Dogrel (2019)

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di Valentina Natale Dublino negli ultimi sei o sette anni è tornata ad essere una città musicalmente viva, dopo un periodo in cui non molto di quanto veniva prodotto nella capitale d’Irlanda riusciva a varcare i confini nazionali. Tante le band meritevoli di attenzione ma i Fontaines D.C. sono un caso veramente particolare. Nati da appena tre anni hanno conquistato pubblico e addetti ai lavori (Steve Lamacq della BBC è stato uno dei primi ad accorgersi di loro) con diversi singoli di gran livello, che gli hanno permesso di aprire i concerti di Franz Ferdinand, Shame e Idles. Grian Chatten (voce) Conor Curley (chitarra) Carlos O’Connell (chitarra) Conor Deegan III (basso) e Tom Coll (batteria) si sono incontrati studiando letteratura all’università scoprendo presto di avere in comune la passione per Kerouac, i poeti Beat, James Joyce e John Cooper Clarke. I Fontaines D.C. però non sono una band intellettuale o d’elite (ammesso che esistano) ma hanno l’istinto del rock e del pos

Frank Zappa - Hot Rats (1969)

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Autore della copertina dell'album "Hot Rats" del chitarrista statunitense Frank Zappa pubblicato nel 1969, fu l'illustratore Calvin Schenkel. Per rappresentare l'opera l'artista utilizzò una foto scattata ad infrarossi alla giovane groupie di Los Angeles, Christine Frka, mentre emerge con la sua folta chioma da una piscina vuota di una villa a Beverly Hills. Christine, morta di overdose nel 1972, diventò nel tempo baby-sitter dei figli di Frank Zappa.

John Lennon

Una delle figure più discusse e controverse di tutto il rock, John Lennon (1940 - 1980) nasce a Liverpool. Dopo il divorzio dei genitori, cresce con la zia Mimi Smith. Durante i corsi alla Quarry Bank School conosce Paul McCartney e con lui forma i Quarrymen, nel 1956. I due costituiscono per tutti i '60 il nerbo creativo dei Beatles. Discografia e Wikipedia

Angelique Kidjo – Celia (2019)

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di Claudio Agostoni Celia è il nuovo lavoro discografico di Angélique Kidjo, l’artista che da quando se n’è andata Miriam Makeba è diventata la nuova Mama Africa. Nata e cresciuta a Ouidah, quella del “viceré” di Bruce Chatwin (da cui Herzog trasse il suo bellissimo Cobra Verde), da anni è cittadina del mondo, vivendo random tra Parigi e New York. Anche i suoi ultimi lavori discografici sono nomadi. A partire da una trilogia con cui la Kidjo ha voluto indagare le influenze della musica africana nel mondo, una ricerca fatta seguendo le orme della diaspora che ha riguardato il continente. Una trilogia che inizia con Oremi (1988), un lavoro con cui l’autrice esplora il mondo musicale americano, che nel panorama occidentale è sicuramente quello che deve di più alla spiritualità e al senso del ritmo africani. Un disco pieno di cover, tra cui uno strepitoso omaggio a Jimi Hendrix (Voodoo Child) con cui si sottolinea come anche il rock sia debitore del continente nero. Con il secondo

The Custodian - Necessary Wasted Time

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The Comet Is Coming – Trust In The Lifeforce Of The Deep Mystery (2019)

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di Vincenzo Roggero The Comet Is Coming è una delle tre formazioni (Sons of Kemet e Shabaka and the Ancestor, le altre due) attraverso le quali Shabaka Hutchings (punta di diamante e guru della effervescente scena londinese) da forma alla sua proteiforme visione musicale. Il progetto prende forma durante un'esibizione del duo Danalogue (batteria) e Betamax (sintetizzatori) ossia Soccer96, nella quale Shabaka viene invitato sul palco dove ... scocca la scintilla. Nel giro di qualche settimana il trio diventa realtà. Entità paritaria -denominatore comune Outer space, B-movies, Science Fiction e, soprattutto, Sun Ra -nella quale la musica è scritta collegialmente e sia mixaggio che produzione sono opera di Danalogue e Betamax. Dopo l'esordio nel novembre del 2015 con un vinile EP ad edizione limitata, seguito dall'album Channel The Spirits del 2016, da un secondo Ep intitolato The Lifeforce of the deep arriva ora Trust In The Lifeforce Of The Deep Mystery album pubblic

E T I C H E T T E

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