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Stairway To Heaven - Led Zeppelin (1971)

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Cosa si può aggiungere a una canzone che ha segnato la storia del rock? Niente. I Led Zeppelin hanno divelto il concetto di rock song, legando allo scheletro del blues la più succosa carne che si possa immaginare. Non c'è alcun intellettualismo nella loro miscela (cosa che invece si può intravedere nelle canzoni dei Cream, anche loro precursori dell'hard rock e del connubio tra blues e rock), solo adrenalina e furore, l'urlo di Robert Plant che attraversa i muri, la chitarra di Jimmy Page che sega il legno in due, la batteria di Bonzo che comanda il tempo. Il passaporto per l'eternità arriva, splendido paradosso che colpisce a ripetizione le band hard rock, tramite una ballata: Stairway to Heaven è un cerchio di Giotto, Plant mi ha detto che mentre la scriveva aveva la chiara sensazione che si stesse scrivendo da sola.  (M. Cotto - da Rock Therapy)    

Family - Music In A Doll's House (1968)

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L'edificio della copertina del disco di oggi è una casa. Ma di quelle delle bambole. È anche, come per una vera casa, un susseguirsi di ambienti legati, di storie. Il disco di oggi è, unanimemente, uno dei più particolari e preziosi dischi degli anni '60 e, aggiungo io, uno dei miei preferiti in assoluto. Tutto inizia a Leicester, inizio anni '60. Roger Chapman, che già ha qualche esperienza in piccoli gruppi, forma i Farinas, con suoi amici del Leicester Art College: Charlie Whitney, che suona la chitarra, Jim King che suona il sassofono, Harry Overnall e Tim Kirchin, quest'ultimo poi sostituito da Ric Grech. Registrano un primo singolo, per la Fontana, dal titolo You'd Better Stp / I Like It Like That del 1964, che ha un piccolissimo successo. Cambiano nome in Roaring Sixties e pubblicano un nuovo singolo, We Love The Pirates, nel 1966. A questo punto cambiano nome in Family, per l'abitudine di fare tutto insieme, e quando Rob Townsend sostituisce Overnall van

Alter Bridge - Fortress (2013)

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Le scelte musicali di Maggio avranno come filo rosso la presenza di un edificio in copertina. Mi rendo conto che la scelta dell'elemento in comune è di per sé poco discriminante, perché la lista sarebbe lunghissima. Tuttavia con un percorso che ho immaginato a scorrimento di grandezza dell’edificio ne uscirà, spero di non deludervi, una bella selezione. Poi è sempre una buona occasione per scoprire altri dischi rispetto a quelli che ho scelto io. La copertina che inizia questo piccolo viaggio è una casa abbandonata in un deserto, che in maniera piuttosto ironica è stata scelta per descrivere la Fortezza del titolo. Fortress è il quarto album in studio degli Alter Bridge, uscito nel 2013. Gli Alter Bridge nascono agli inzi degli anni 2000, quando si unirono ex componenti di due band, i Creed e i Mayfield Four: dal primo provenivano Il chitarrista Mark Tremonti, il bassista Brian Marshall ed il batterista Scott Phillips facevano già parte dei Creed, insieme al cantante Scott Stapp, f

David Byrne - Rei Momo (1989)

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di Silvano Bottaro Effervescente, vivace, gioiosa è l'aria che ci fa respirare il sound, le note di questo Rei Momo . Ancora una volta il musicista scozzese tira fuori dal suo cappello a cilindro la sua grande creatività. David Byrne dopo essersi allontanato dal progetto Talking Heads , si getta nei suoni dell'America latina, e più precisamente del Brasile. Questo suo primo disco solista dell'89, è un disco carico di musicalità, pieno di idee, di ironia e di feeling. La prima cosa che più risalta alle orecchie è il divertimento che riesce a trasmettere, la gioia nell'aver composto questa serie di canzoni e di avercele donate. Divertimento dovuto anche alla carica vitale dei musicisti brasiliani presenti, che lo hanno aiutato e sostenuto in questa prova. Byrne da ottimo artista, musicista, riesce a prendere gli elementi che compongono il carattere della musica brasiliana e dei paesi dell'America Latina e a modo suo trasforma e reinventa un sound ren

Devotchka - A Mad & Faithfull Telling (2008)

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Il mese di Aprile ha visto come protagonisti dei dischi sulla cui copertina ci sono una o più mani (l’avevate capito, lo so). Aggiungo che sono dischi di musica indipendente degli anni 2000, definizione che accompagna lavori prodotti e distribuiti da piccole etichette musicali che non fanno parte di grandi agglomerati di industria multimediale. È stato un viaggio che mi ha fatto scoprire molte band che conoscevo poco o non conoscevo affatto, ed è sempre una bellissima esperienza lo scoprire. Concludiamo questo percorso con una band che si forma a Denver, verso la fine degli anni ’90, con due caratteristiche peculiari: suonano un punk gitano ricchissimo di richiami alla cultura gipsy europea (e non solo), l’altro è la scelta del nome. Si chiamano infatti DeVotchKa, traslitterazione nel nostro alfabeto di девочка, che in russo vuol dire ragazza. La band è formata da ottimi polistrumentisti: Nick Urata, che canta e suona il theremin, la chitarra, il bouzouki, spesso il pianoforte e occasi

Spoon - Kill The Moonlight (2002)

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Alla cabina del mixer di The Stage Names dei Okkervil River c'era un ragazzo musicista, un batterista per la precisione: Jim Eno. Che all'uscita di quel disco era una sorta di celebrità della musica indie per via del gruppo che aveva fondato, circa dieci anni prima, con il cantante e chitarrista Britt Daniel. Ad Austin infatti agli inzi degli anni '90 fondano un gruppo che prende nome da una canzone dei leggendari Can, il famoso gruppo tedesco della Kosmik Music degli anni '70, che si chiama Spoon (da quel disco meraviglioso che fu Ege Bamyasi del 1972) e che faceva parte della colonna sonora di un film amato dai due ragazzi, Doppio Taglio (Jagged Edge), del 1985. Nel 1994 come duo con musicisti sessionisti incidono le prime canzoni: vanno in un EP, Nefarious (1994) e poi, assodati dalla etichetta Matador, in un LP, del 1996, Telephono, che vende poco ma viene notato da una certa critica come qualcosa di molto interessante. Nel 1997 un nuovo EP, Soft Effects, mostra l&#

Francesco de Gregori

Autore di alcuni tra i testi più poetici nella storia della nostra canzone d'autore, artista raffinato e personaggio tanto rigoroso da apparire spesso scostante (non a caso è definito "il principe" della musica italiana), Francesco de Gregori nasce a Roma il 4 aprile del 1951, ma trascorre l'infanzia a Pescara. Discografia e Wikipedia

Venus In Furs - The Velvet Underground (1967)

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Come il Baudelaire di Canzone di pomeriggio («Io metto tutta la mia gioia / il mio genio, il mio destino e la mia anima / sotto le tue scarpe di raso / sotto i tuoi piedi di seta affascinanti, / perché tu così mi guarisci, / tu, mia luce e mio colore»), come il romanzo omonimo di Leopold von Sacher-Masoch da cui prende il titolo («se vi schiaccerò sotto i piedi, dovrete, senza lamentarvi, baciare il piede che vi schiaccia»), Venus in Furs porta esplicitamente in scena, per la prima volta nella musica rock, il rapporto tra padrona e schiavo: «Bacia lo stivale di pelle lucida / cuoio lucido nell'oscurità / lecca le cinghie, il laccio che ti attende / colpisci, diletta Padrona, e cura il suo cuore». Il bordone di viola elettrica di John Cale, il suono primitivo di Maureen Tucker, il cantato di Lou Reed che flirta con il talkin' e la sua ostrich guitar accordata su una sola nota sono i quattro angoli retti di questo film in bianco e nero cupo e agghiacciante, ma, a dispetto di que

Okkervil River - The Stage Names (2007)

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Fino a 15 giorni fa non conoscevo questo gruppo, e la sua storia variegata e spassosa. Non conoscevo ovviamente nemmeno il loro modo di fare musica, che mi ha colpito davvero tanto. Will Sheff, voce e chitarra, Zach Thomas al basso e al mandolino e Seth Warren alla batteria sono tre amici sin dal tempo del liceo, e vivono nel New Hampshire. Si trasferiscono dopo il college ad Austin, in Texas, e mettono su una band: prendono nome dal titolo di un racconto di Tat'jana Nikitična Tolstaja (che discende da un ramo minore dei Tolstoj), contenuto nella raccolta Sotto Il Portico Dorato, che si intitola Sul Fiume Okkervil, che è un breve fiume che passa per San Pietroburgo: Okkervil River. Siamo a fine anni '90 del '900 e i nostri registrarono un album autoprodotto composto da sette canzoni intitolato Stars Too Small To Use. Iniziano a fare concerti, la band si allarga (Jonathan Meiburg alla fisarmonica e poi all'organo). Nel 2002 la famosa etichetta indipendente Jagjaguwar li

Arcade Fire - Funeral (2004)

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La caratteristica comune dei dischi di Aprile è arrivata per caso, e mi ha fatto scoprire delle cose bellissime che non conoscevo. Sono per questo molto felice di presentarvi le mie scelte ma stavolta la caratteristica comune la tengo segreta per questo primo appuntamento, si capirà in seguito e vi invito anzi, per giocare insieme, a ipotizzare quale sia. Inizio raccontandovi di una band, e un disco, che hanno davvero segnato la storia della musica indipendente internazionale, facendo il successo di una formazione di rock canadese che nel corso degli anni ha continuato a stupire. Il nucleo originale del gruppo prende vita a Boston, dove si conoscono Win Butler e Josh Deu, che formano gli Arcade Fire. Passano poche settimane e si trasferiscono nel paese natio, precisamente a Montreal, dove fanno i primi concerti in piccole location, a feste private e persino nelle gallerie d'arte. A Montreal Win Butler incontra Régine Chassagne, che prima diventerà cantante e poi futura sua sposa, p

E T I C H E T T E

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