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Paolo Pietrangeli

"Compagni dai campi e dalle officine / Prendete la falce portate il martello / Scendete giù in piazza picchiate con quello / Scendete giù in piazza affossate il sistema". E' il ritornello di Contessa, la canzone giovanile del sogno di una rivoluzione che salendo dal basso avrebbe dovuto rovesciare il sitsema capitalista abbattendo il dominio della borghesia. Discografia e Wikipedia

Children Of The Revolution - T. Rex (1972)

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Se Bowie è stato il divulgatore del glam, Marc Bolan ne è stato il fondatore. Per stessa ammissione di Bowie, senza di lui non sarebbe stato capace di spiccare il salto, «era il folletto che ha aperto la porta» (la aprirà anche a Suede, Placebo, e infiniti rappresentanti di altre generazioni). Si chiamava Mark Feld. Cambiò una lettera al suo nome e adottò come cognome d'arte una via di mezzo tra il suo stilista preterito, Bohan, e il cantante che aveva aperto gli orizzonti a tutti: Dylan. Viveva in bilico tra realtà e fantasia, fiaba e cronaca. Si innamorò della musica per un errore del padre, che portò a casa un disco di Bill Haley convinto che si trattasse di Bill Hayes, cantante inglese degli anni cinquanta che non aveva niente a che fare con il rock 'n' roll. Da lì, tutto si compie nel nome della musica e della moda, perché non si possono considerare Bolan e i suoi T. Rex solo da un punto di vista musicale. I T. Rex infatti sono stati, anche visivamente, il punto di rac...

Taj Mahal & Keb Mo - Room On The Porch (2025)

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 di Marcello Matranga Qualche tempo fa Taj Mahal ebbe a dichiarare: “Se si toglie l’impronta africana dalla musica occidentale degli ultimi 500 anni, non rimane quasi nulla… ci stiamo solo collegando con la musica dei nostri antenati”. La veridicità di questa affermazione potrebbe essere da confutare, ma è indubbio che vi sia una buone dose di verità.  Perchè dalla musica e dai canti dei neroafricani resi schiavi nel sud degli States arriva il blues, e da lì molto è nato e sviluppato. Room On The Porch arriva a otto anni dal precedente TajMo che aveva regalato ottime sensazioni agli ascoltatori. Due maestri nel loro genere che arrivavano a fondere le loro straordinarie doti di musicisti con un album di livello decisamente notevole, tanto da vincere un Grammy nella categoria Contemporany Blues nel 2018. Onestamente pensavo ad una sorta di pedissequa riproposizione di un disco sulla falsariga del precedente, e invece mi sono dovuto ricredere fin da subito. Intanto perchè l’ascol...

Ride - Smile (1990)

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Il piccolo percorso storico-musicale sugli EP arriva alla conclusione con la storia di oggi, che rappresenta un po' l'ultimo apice della produzione degli extended play. L'ultimo grande movimento del rock ad usarli con frequenza è stato il cosiddetto shoegaze, un movimento del rock alternativo che ebbe un certo successo tra la fine degli anni '80 e l'inizio degli anni '90. Il termine shoegaze fu coniato da alcuni giornalisti del New Musical Express che notarono una peculiare caratteristica nei nuovi gruppi emergenti inglesi: tendevano a suonare dal vivo, soprattutto i chitarristi, tenendo il capo chino, come a "fissare lo sguardo sulle scarpe". In un primo momento, fu preso come simbolo di un certo modo "timido" di presentarsi, alternativo al sempre più crescente bisogno di spettacolarizzazione degli eventi musicali, ma più prosaicamente, la testa abbassata mentre si suonava era per coordinare i movimenti dei piedi sulle pedane degli effetti s...

The Byrds - Mr. Tambourine Man (1965)

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di Silvano Bottaro «C'era uno spazio enorme tra i Beatles e Bob Dylan. Noi ci siamo piazzati proprio nel mezzo», razionalizzerà anni dopo Chris Hillman parlando dei Byrds, che molti americani considerano infatti una sorta di risposta alla British Invasion di quegli anni. I Byrds sono tutti, per quanto giovani, ex musicisti cresciuti nel folk che hanno capito in quale direzione ha preso a soffiare lo spirito del tempo. Bene, l'idea è giusta: dare al rock'n'roll della nuova era, quella post Beatles, un'energia prettamente americana; ma come? La prima intuizione, decisiva, ce l'ha Roger McGuinn, che nella vita precedente suonava il banjo, quando ascoltando A Hard Day 's Night scopre dai Beatles (in particolare da George Harrison) che cosa è possibile ottenere da una chitarra Rickenbacker. Adotta quella a dodici corde, che diventerà l'elemento piú caratteristico del suono dei Byrds. Non basta ancora: qualcuno, alla casa discografica Columbia, mette le mani...

Kurt Vile - Wakin On A Pretty Daze (2013)

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di Lorenzo Righetto Se “Smoke Ring For My Halo” era il tuffo dalla rupe (per vari motivi), “Wakin’ On A Pretty Daze” si svolge interamente, e per settanta minuti, nei pochi secondi che passano dall’entrata in acqua al riaffioramento. In questo breve e dilatatissimo lasso di tempo, i raggi di sole rifratti illuminano un universo subacqueo imperturbabile, una pletora di meduse e filamenti d’alghe ondeggianti con la corrente. Il nuovo disco di Kurt Vile non è certamente il disco prepotente che era il precedente, ma lo supera probabilmente in fascino col suo andamento rallentato, post-sbornia appunto, come sembra suggerire il titolo. Il drawl scazzato di Kurt è centrale nell’interpretare le molli divagazioni elettriche, Young-iane di “KV Crimes” e “Shame Chambers”, nel riscoprire l’esistenza di cose e persone quando ci si sveglia dopo una lunga notte, con la bocca impastata e gli occhi semiaperti (“Wakin’ On A Pretty Day”). Un momento di confusione totale, di perdita completa del...

Perigeo

Per ragioni principalmente cronologiche, i Perigeo vengono di solito inseriti nella grande famiglia del progressive rock italiano degli anni '70. In realtà, il gruppo nato su iniziativa del contrabbassista Giovanni Tommaso rappresenta una delle più belle realtà nel campo del jazz-rock, un genere di confine nel quale ha saputo scrivere pagine originali e di livello internazionale. Discografia e Wikipedia

Across The Universe - The Beatles (1970)

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Un'altra prova della grandezza dei due geni dei Beatles nel trarre ispirazione dal quotidiano per trasformare ogni accadimento in una canzone. Questa volta è il turno di John Lennon, reduce da un litigio con la moglie Cynthia, una sera qualunque del 1967. Cynthia aveva cominciato a recriminare su ogni cosa, le sue lamentele non sembravano conoscere la parola fine. Poi, era andata a dormire, ma l'eco della sua rabbia rimaneva nell'aria. A Lennon uscì di getto una frase: «Words are flowing out like endless rain into a paper cup» («Le parole scorrono via come pioggia infinita in una tazza di carta») e pensò che potesse essere un buon spunto per una canzone. Gli piaceva l'idea di qualcosa che scorreva in un flusso senza fine, ma non voleva raccontare la storia di due persone che litigano. John scese al piano di sotto e cercò - sono parole sue - di comporre una «canzone cosmica», qualcosa di più ampio e profondo di uno sfogo verbale tra due persone. Il pianoforte gli diede b...

The Beach Boys - Pet Sounds (1966)

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Per cause di forza maggiore, loro che sono stati i sovrani delle copertine con le spiagge non sono comparsi tra le scelte del mese scorso. Ma si rifanno con i fiocchi nell'ultimo appuntamento dei dischi di band con più di due fratelli. I congiunti della band di oggi sono tre, Brian, Dennis e Carl Wilson, a cui si aggiunsero un cugino, Mike Love, e il compagno di liceo di Brian, Al Jardine che formano la line up originale di uno dei gruppi più importanti della storia della musica occidentale, The Beach Boys. In seguito, nel 1964, dopo che Brian Wilson si prese una pausa almeno dai concerti per problemi di salute, dopo una serie clamorosa di 12 album usciti nei primi quattro anni (1960-1964) si aggiunse la star della musica country, e già collaboratore musicale dei nostri, Glen Campbell. Questi nel 1965 lasciò in maniera fragorosa il gruppo e fu sostituito da Bruce Johnston, che suonava le tastiera e come gli altri era bravissimo a cantare. I Beach Boys non solo sono uno dei gruppi p...

Bob Dylan - The Freembeelin' Bob Dylan (1963)

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di Silvano Bottaro Il primo album è uscito da poco, ma lui l'ha già disconosciuto. Da quando ha cambiato nome e cognome (ora anche sui documenti è Bob Dylan, non piú Robert Alleo Zimmerman), forse si sente più sicuro di sé. E il secondo album, registrato in varie riprese tra il 1962 e il 1963, lo dimostra. Tutte le canzoni, eccetto due (un brano folk tradizionale e una canzone ascoltata una volta in Texas, completa. mente riscritta), sono opera sua. Dicono che Giri From The North Country sia stata scritta a Roma, nei primi giorni del 1963, quando Dylan è in Italia per incontrare la cantante Odetta e per rintracciare l'amata Suze Rotolo, che da mesi gira l'Europa per studiare arte. Dylan registra e scrive, e scarta i brani folk già incisi in favore delle composizioni originali. Non che le fonti siano cambiate, quasi tutti i pezzi hanno un precedente tradizionale, canti di protesta che lui adatta, cambia, stravolge con un'ispirazione non sempre chiara, agli altri.  Blow...

E T I C H E T T E

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