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Visualizzazione dei post da luglio, 2023

Penguin Cafè - Rain Before Seven (2023)

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 di Gianfranco Marmoro Quattro album. Tanti sono bastati ad Arthur Jeffes per consolidare una non facile carriera artistica nata sulle ceneri della Penguin Café Orchestra del padre Simon Jeffes, musicista morto prematuramente a soli 48 anni a causa di un tumore al cervello, autore dal piglio surreale e immaginifico che, con un esordio su Obscure e la presenza di Brian Eno nel ruolo di produttore esecutivo, ha contrassegnato una ricca stagione creativa per la musica neoclassica inglese, grazie a una sintesi essenziale e mai leziosa tra ricerca, armonia e ritmi etno-folk. Arthur Jeffes ha rimesso in moto l'avventura per musica e immagini (le belle copertine/quadro della moglie di Simon, Emily Young), ridimensionando in parte le ambizioni del padre e anche la denominazione: ora solo Penguin Cafe. Ennesima prova del talento del musicista inglese, "Rain Before Seven..." (titolo ricavato da un detto britannico) è il disco della consapevolezza e della imponderabilità, un progett

The Yardbirds

La nascita degli The Yardbirds, uno dei gruppi più influenti della scena beat, si può far risalire al 1963, anno in cui la Metropolis Blues Band, un quartetto fondato l'anno prima da Keith Relf (1943 - 1976) e da Paul Samwell-Smith (1943) si fonde con i Suburbitan R&B, formazione che comprende Top Topham, Chris Dreja (1945) e Jim McCarty (1943). Discografia e Wikipedia

Storia della musica #50

 Techno Hardcore, Techno Ambient e Drum'n'Bass Per capire l’esplosione di generi e stili che sul finire degli anni’80 e per tutti gli anni’90 ( e oltre) coinvolge non solo la techno, ma più in generale tutti i settori dell’elettronica, prima fra tutti la house, è necessario fare alcune considerazioni preliminari. È necessario, infatti, rendersi conto che per tutti gli anni’80 lo sviluppo di techno e house avviene in parallelo: da una parte le limitazioni tecnologiche dall’altra i forti legami tra i pionieri della techno di Detroit e i primi Dj house di Chicago hanno reso i confini tra i due generi piuttosto labili, tanto che un singolo come “Strings Of Life” di Rhythm is Rhythm, pur essendo opera di un pioniere della techno è considerato un classico di entrambi i generi. Non solo, come si è già detto fino al 1988, anno della storica compilation “Techno! The New Dance Sound Of Detroit”, il genere non ha nemmeno un nome: è sul finire degli anni’80, quando la techno comincia a fra

John Mellencamp - The Eyes of Portland (2023)

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 di Fabio Cerbone Ho come l’impressione che John Mellencamp non sia preso mai abbastanza sul serio, soprattutto pensando agli ultimi (abbondanti) vent’anni della sua vicenda artistica, nei quali ha prodotto alcuni fra gli album più personali in carriera, compiendo quella naturale trasformazione da rocker ribelle a folksinger riflessivo, e passando, nemmeno tanto idealmente, da Stones e James Brown a Woody Guthrie e Bob Dylan. Naturalmente c’è ancora chi va alla ricerca disperata del primo, e da lì forse nascono molte incomprensioni, qualche presa in giro di troppo, nonché molta sottovalutazione critica, la stessa che ha portato certa stampa americana a sbeffeggiare il recente Strictly a One-Eyed Jack, disco di profonde e cupe meditazioni sullo scorrere del tempo, che acquisiva un sound d’autore, attraversato da notturni blues e languide trame folk rock. Certo, non hanno aiutato la causa del nostro John il suo carattere rissoso, quel rendersi a volte un po’ arrogante, e una mancanza di

La Bamba - Ritchie Valens (1958)

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E' stato un disastro aereo a rendere immortale Ritchie Valens, allo stesso modo in cui lui ha reso immortale un classico della tradizione messicana, La Bamba. All'inizio Valens era titubante nel rivestire La Bamba di carta rock'n'roll, perché temeva le reazioni della sua gente. Non solo: non conosceva nemmeno il testo alla perfezione, perché era cresciuto a Pacoima, nella San Fernando Valley, a pochi passi di danza dalla Città degli Angeli, ed era di madrelingua inglese. Alla fine si convinse, si fece dare il testo dalla zia Ernestine Reyes, e cominciò a studiare foneticamente il brano in spagnolo.  (M. Cotto - da Rock Therapy)  

Pink Floyd - The Dark Side Of The Moon (1973)

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di Silvano Bottaro Meddle, uscito nel 1971, indica la strada, soprattutto con Echoes, la suite di 23 minuti che occupa tutto il lato B. Ma per lasciarsi davvero alle spalle Syd Barrett e la sua psichedelia, i Pink Floyd devono prenderla di petto. Lo fa per tutti Roger Waters, che con quel singolo atto diventa capo assoluto della band: i prossimi cinque album avranno tutti testi suoi, le idee saranno sue, cosí come le scelte artistiche piú significative. Alla fine del 1971, in una sala prova di West Hampstead, Londra, i quattro Pink Floyd si ritrovano con un po' di brani ancora da mettere a punto, idee musicali, melodie. Una (Us And Them) l'ha scritta Rick Wright per la colonna sonora di Zabriskie Point, ma non è stata usata, un'altra (si chiamerà Breathe) l'ha composta Waters. Suonano, provano, finché Waters non se ne viene fuori con un'idea, l'Idea: il prossimo album parlerà della follia e dei condizionamenti sociali che rendono folli gli esseri umani. Il de

Robert Wyatt

Ho un atteggiamento cinico nei confronti dell'industria del pop. Mi sembra un ramo dell'industria della moda. Ma ogni forma d'arte è sempre un'arma politica, e se non viene impiegata consapevolmente è un'arma politica a favore del sistema e dello status quo.

Son Volt - Day Of The Doug (2023)

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 di Paolo Baiotti  Pubblicato in vinile per il Record Store Day e in cd qualche settimana fa, Day Of The Doug è un tributo alla musica di Doug Sahm con dodici canzoni che abbracciano i diversi periodi della carriera del musicista texano, sia come solista che come leader del Sir Douglas Quintet e dei Texas Tornados. Nato a San Antonio nel ’41 e morto a Taos nel ’99, Sahm è stato una figura fondamentale della musica Tex-Mex, ma non solo poichè ha assorbito anche influenze del British Pop e della scena hippie californiana dopo il suo trasferimento nel ’65 a San Francisco dal Texas, dove è tornato nel ’71. Figura di culto, ha raggiunto un successo di massa solo con alcuni singoli del Sir Douglas Quintet tra il ’65 e il ’68. Jay Farrar ha conosciuto Sahm nei primi anni Novanta, quando collaborarono alla cover di Give Back The Key To My Heart incisa dagli Uncle Tupelo nel ’93 (nell'ultimo disco della band, Anodyne). Ma questa volta ha voluto dedicare un intero album al musicista texano,

XTC

Tra le formazioni inglesi più interessanti emerse dal crogiolo new wave della seconda metà degli anni '70, gli XTC (la sigla sta per ecstasy) nascono intorno al 1976. In precedenza, Andy Partridge, Colin Moulding e Terry Chambers avevano militato in varie ed effimere formazioni della zona di Swindon: Helium Kidz, Skyscrapers, Star Parks, Snakes. Discografia e Wikipedia

Storia della musica #49

Dal gangsta rap al nu soul  Come si è visto in precedenza, per tutti gli anni ’80 la capitale dell’hip hop indiscussa è sempre stata, fin dall’inizio, New York e, più in generale, l’east coast: lì ha preso vita il cosiddetto suono old school, forma primordiale di rap coniata da figure seminali come Grandmaster Flash e Afrika Bambataa; da lì provengono etichette come Def Jam e Tommy Boy attorno alle quali graviteranno gran parte dei rappers della cosiddetta età dell’oro dell’hip hop: Run Dmc, Eric B & Rakim, LL Cool J, i Beastie Boys, (primi bianchi a cimentarsi col genere anni prima di House Of Pain ed Eminem), il collettivo Native Tongues; lì, attraverso Public Enemy e Boogie Down Productions (KRS-One e Scott La Rock), si sviluppano le prime forme di hardcore rap, versione integralista e brutale dell’hip hop, nelle liriche e nei suoni. I Boogie Down Productions di “Criminal Minded” (1987), in particolare, che posano armati sulla copertina del disco, sono tra i primi a mostrare la

Focus - Moving Waves (1971)

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Il viaggio tra il progressive minore oggi ci porta nei Paesi Bassi, a fine anni ‘60. Sulla spinta del successo che i primi gruppi prog inglesi stavano avendo in tutta Europa, un gruppo di giovani musicisti olandesi si mette insieme per creare un gruppo: Thijs van Leer e Jan Akkerman sono due giovani polistrumentisti, il primo anche cantante e flautista, il secondo asso della chitarra, e insieme al bassista Martin Dresden e il batterista Hans Cleuver formano una band. Si nominano Focus e vanno a Londra dove prima suonano per locali e poi registrano, nel Gennaio del 1970, un disco  tutto di brani propri dal titolo Focus Plays Focus, che esce nel settembre dello stesso anno: è un misto di hard rock, folk e di alcune trovate musicali niente male, per un gruppo la cui musica si basa sui pirotecnici duelli tra van Leer e Akkermman. Il successo è discreto solo a casa loro, e la band si scioglie. Ma Akkermann è convinto di avere ancora qualcosa da dire: richiama van Leer e due nuovi musicisti,

People Have The Power - Patti Smith (1988)

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A volte, le traduzioni non dicono tutto. Prendete quella meraviglia che è My Little Prayer for New York, scritta da Patti Smith nel 1971. Leggetela in italiano e avrete versi carichi di suggestione: "New York è ciò che mi ha sedotto / New York è ciò che mi ha formato / New York è ciò che mi deformato / New York è ciò che mi ha pervertito / New York è ciò che mi ha convertito / New York è anche ciò che amo" . Andate ora a procurarvi il testo originale e capirete come Patti sappia giocare con le parole e le assonanze, le immagini e la bellezza.  (M. Cotto - da Rock Therapy)  

Sidestepper - Supernatural Love (2016)

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di Silvano Bottaro Il nuovo album dei Sidestepper, il sesto della loro storia ventennale, è anche il loro più significativo, non solo perché Supernatural Love arriva dopo sette lunghi anni di silenzio e dieci dal loro ultimo lavoro con materiale originale, ma perché rappresenta una svolta decisiva e matura nella loro carriera.  Con la collaborazione di un collettivo elettro-cumbia britannico/colombiano, Supernatural Love  mette in evidenza le origini Colombiane e Caraibiche della band.  Dal momento dell'uscita del singolo "Come See Us Play ", era chiaro che i musicisti avevano lo scopo di recuperare il maggior numero di personaggi organici ed endemici della loro cultura. Supernatural Love è una immersione totale nella tradizione colombiana. Un recupero delle radici caraibiche e africane ma sviluppate anche con aspetti folcloristici del paese latinoamericano. Queste caratteristiche sono senza dubbio il filo conduttore che aiuta Supernatural Love a guardare a

Ange - Au Delà Du Délire (1974)

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La musica dei cugini francesi spesso si materializza nelle compassate e magiche atmosfere degli chansonniers (figura che nasce addirittura a metà Settecento, e che comprende giganti come Maurice Chevalier, Charles Trenet, George Brassens, Leo Ferré, Jacques Brel, Gilbert Bécaud, Edith Piaf, Yves Montand e Juliette Gréco). Ma anche in Francia c’è stata una bellissima stagione progressive nel periodo d’oro (1969-1975), con alcune figure importanti nel panorama europeo del movimento: innanzitutto i Magma, fondati da  Christian Vander, che nel primo disco, il concept Magma (1970), raccontano di una colonia di umani in uscita dalla Terra verso un nuovo pianeta, Kobaïa, e degli scontri tra i kobaiani e i nuovi terresti che continuano ad arrivare. Niente di clamoroso se non fosse che Vander inventa una lingua artificiale, il kobaiano appunto, con cui scrive la maggior parte dei testi: nasce così il genere zeuhl, dal termine kobaiano che vuol dire musica celestiale, termine che finirà per defi

Steve Wynn

Lasciatosi alle spalle i Dream Syndicate, Steve Wynn (1960) incide Kerosene Man: il disco rivela uno spirito cantautorale fino ad allora in gran parte celato, come dimostrano ballate quali Carolyn e Younger, in cui si conta l'apporto di Steve Berlin (Los Lobos) e di Howe Gelb (Giant Sand). Forte dell'aiuto di Peter Buck (R. E. M.) è il seguente Dazzling Display, che comunque mostra un artista ispirato solo a tratti. Discografia e Wikipedia

Storia della musica #48

 Dal postcore all'emo Col termine postcore ci si riferisce ad una variante ( o meglio, un’evoluzione) dell’hardcore che vede la struttura relativamente lineare del primissimo hardcore californiano e di quello Washingtoniano crescere per complessità ed influenze; il suono non si addolcisce, tutt’altro, ma muta in modi imprevedibili: le ritmiche si spezzano, le sequenze melodiche vanno oltre i soli tre accordi, le dinamiche dei pezzi sono turbate da contrasti continui tra momenti di relativa quiete ed esplosioni di rumore. Non c’è comunque una formula, ma una serie di formazioni che vanno a costituire un suono del tutto nuovo che si rivelerà di enorme influenza per innumerevoli gruppi noise, emo o post rock. I primi passi verso la nascita di questa sorta di hardcore progressivo sono, da una parte, i dischi dei Minutemen, autori di un hardcore meticcio contaminato da jazz, funk e folk mai più eguagliato, dall’altra due gruppi di Chicago come i Naked Raygun di “Throb Throb” (1985) e i

Mastodon - Crack The Skye (2009)

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La storia di Musica di oggi, che segue il filo rosso di band che prendono il nome dal animali preistorici, arriva ad Atlanta, dove agli inizi del 2000 dei musicisti, alcuni con precedenti esperienze musicali, formano un gruppo a cui danno il nome di un proboscidato primitivo, da non confondere con il mammuth,  che avevano i molari di forma arrotondata che, visti di profilo, ricordano la forma del seno femminile: da qui il nome  “dente mammella”, Mastodon. La musica che scelgono si posiziona al limite di quella che ascolto io, e la loro conoscenza avvenne perchè una persona che frequentavo mi regalò un loro disco del 2004, Leviathan: la meravigliosa copertina che ritrae un gigantesco capodoglio bianco che sperona una nave suggerisce che il disco scritto e suonato da Troy Sanders (basso e voce), Brent Hinds (chitarra solista e voce), Bill Kelliher (chitarra ritmica) e Brann Dailor (batteria, spettacolare musicista) sia un concept ispirato a Moby Dick di Melville suonato con la violenza,

San Jacinto - Peter Gabriel (1982)

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Le San Jacinto Mountains si estendono a 50 chilometri dai rilievi di San Bernardino e non troppo lontano dal paradiso per ricchi di Palm Springs. E' terra di Apache, che cercano di non vedere lo scempio che è stato fatto di quello che un tempo era loro. Durante un tour da quelle parti, Peter Gabriel entrò in contatto con un indiano che lavorava nel motel dove soggiornava con la sua band. L'indiano, con una calma incomprensibile, disse a Gabriel che la sua casa, proprio in quel momento, stava andando a fuoco, non distante da lì, e che non gli importava niente degli oggetti che stavano bruciando, era preoccupato solo per il suo gatto.   (M. Cotto - da Rock Therapy)  

Keith Jarrett - The Koln Concert (1975)

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di Silvano Bottaro "Secondo me la miglior musica è sempre quella che suona come se non ci fosse stato nulla di scritto prima di essa. Se possibile, bisogna sempre tornare a ripartire dal silenzio” Con queste parole Keith Jarrett esprimeva il suo personalissimo concetto di musica fatto da continue scoperte. Settanta minuti d’improvvisazione geniale, un continuo smussare pensieri musicali in evoluzione con impostazioni fluide e un particolare uso percussivo delle tastiera. Jarrett non è un caposcuola, non ha discepoli devoti, eppure è un maestro unico. Il ‘concerto di Colonia’ carpisce un momento di grandissima creatività. Il pianista sceglie un suono o una frase e la elabora estemporaneamente, senza premeditazione alcuna, solo con meravigliosa spontaneità e gusto imprevedibile. "Non possiedo nemmeno un seme quando comincio a suonare. E' come partire da zero". Passaggi veloci, prepotenza generosa di estrema liricità ed una grande musica senza spar

Swans - The Beggar (2023)

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di Matteo Baldi Si tratta del sedicesimo album in studio per gli Swans, leggendaria band newyorkese dedita allo sperimentalismo più estremo ormai da più di tre decadi. Il mastermind Michael Gira è una personalità più unica che rara nel mondo della musica, a metà tra uno stregone e un musicista, è la sublimazione dell’artista come mezzo, come tramite, un semplice filtro di passaggio tra muse eterne e onniscienti ed il nostro mondo temporaneo e contingente. Gira ci ha sempre abituato a viaggi interdimensionali che toccano aspetti dell’esistenza e della non esistenza, dell’origine della vita e dello spirito che anima il mondo, dei flussi di pura ispirazione cosmica da una realtà più alta che si traducono in suoni, parole, armonie e prendono vita negli pezzi degli Swans. In questo “The Beggar” troviamo l’ennesima dimostrazione del valore di questo progetto, una prova maestosa, solenne, completa di tutto quello che la band ha da offrire su ogni piano. In una recente intervista Gira ha affer

E T I C H E T T E

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