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Visualizzazione dei post da novembre, 2017

I vecchi Cowboy Junkies #5/9

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If you were the woman and 
I was the man (Black eyed man, 1992) Somiglia molto a “Blue moon revisited (Song for Elvis)”, incisa nel loro secondo EP. Il tema è molto country, con “l’uomo” e “la donna”: ma si inventarono l’idea di chiedersi l’un l’altro cosa farebbero se i ruoli fossero scambiati.

Johnny Cash - American Recordings (1994)

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Gli anni Novanta di Johnny Cash partono male, malissimo: la casa discografica di trent'anni lo molla, un'altra lo raccoglie, senza fortuna. Nella serie di alti e bassi che è stata la sua vita, da quel 1955 in cui ha pubblicato i primi dischi con la Sun Records, non è proprio il punto peggiore, ma insomma... Poi, nel 1992, al termine di un concerto, lo va a trovare Rick Rubin, il barbuto e corpulento produttore che prima di mollare tutto e trasferirsi in California con la sua nuova impresa, la casa discografica che si chiama semplicemente American, ha fatto le fortune dei rapper newyorkesi Run DMC, LL Cool J, Beastie Boys. Incredibilmente, l'incontro cambia la vita a entrambi. «Abbiamo parlato, ma avremmo potuto tacere e comunicare senza parole. Sarebbe stato lo stesso, avremmo sentito la stessa empatia», dirà poi Rubin. Cash gli si affida completamente, e registra un po' di canzoni — chitarra e voce - a casa di Rubin, a Los Angeles, e un altro po' a casa sua, nei

Alcune canzoni del 1977 #8/16

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“Napule è”, Pino Daniele Una cosa che sbaragliò tutta la retorica ‘o- sole-mio-eccetera, senza arretrare di un millimetro dalla linea della canzone sentimentale e commovente, e napoletana: e divenne piano piano “la canzone” di Napoli, fino a inflazionarsi, anzi no.

Jason Isbell And The 400 Unit – The Nashville Sound (2017)

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di Paolo Baiotti Non so se The Nashville Sound racchiuda nel titolo l'ambizione di rappresentare l'attuale suono della capitale del country, oppure se si riferisca più semplicemente al fatto di essere stato registrato a Nashville presso gli RCA Studios, con la produzione dell'immancabile Dave Cobb, già presente nei due dischi precedenti del musicista di Green Hill, Alabama. Indiscutibile è la trasversalità di Jason Isbell, uno dei pochi artisti della scena attuale apprezzato in ambito rock-roots, folk e country, in grado di jammare sul palco con Ryan Adams, gli Hard Working Americans, John Prine, i Wilco e i vecchi compagni Drive By Truckers, di partecipare ai tributi a Don Williams, Alabama, Bruce Springsteen e di riempire per cinque sere il leggendario Ryman Auditorium di Nashville. Dopo due dischi intimisti, minimali e cantautorali come Southeastern e Something More Than Free, Jason sembra spostare leggermente il tiro, ripescando la sigla di The 400 Unit, la ba

The Hollies

Secondo una versione il loro nome deriva da quello di Buddy Holly, il grande rocker scomparso nel 1959, mentre secondo un'altra ipotesi sarebbe semplicemente il plurale di "holly" (in inglese, agrifoglio). Gli Hollies nascono intorno al 1962 con Allan Clarke e Graham Nash, provenienti dai Deltas, assieme a Tony Hicks e Eric Haydock, entrambi ex Dolphin. Discografia e Wikipedia

Sarah Vaughan

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Josef Breitenbach - Sarah Vaughan, New York, 1950s Gelatin silver print

Red Hot Chili Peppers - Blood Sugar Sex Magik (1991)

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La storia dei Red Hot Chili Peppers è un intreccio continuo di arrivi, partenze, addii e ritorni, complesso almeno quanto lo sono gli stili musicali che si possono rintracciare in tutti i loro album e in particolare in questo, «il migliore che i RHCP saranno mai in grado di realizzare», come dice qualcuno quando esce, profeticamente. Nel 1988 muore Hillel Slovak, il chitarrista che ha co-fondato la band. Jack Irons, il batterista, se ne va: «Non voglio stare in un gruppo in cui i miei amici muoiono». In tempi diversi arrivano dunque Chad Smith, alla batteria, e Jack Frusciante, chitarra. Finora, con la parziale eccezione dell'ultimo (Mother's Milk, 1989), i quattro hanno messo insieme album deludenti, non all'altezza di quello che a tutti pare essere il loro potenziale. Il mix di ritmiche funky (soprattutto grazie al basso di Flea), energia punk, canto fortemente influenzato dall'hip hop (talvolta Anthony Kiedis pare più che altro un rapper) sembra essere esattamente

Chris Isaak

Originario di Stockton, non lontano da San Francisco, Chris Isaak cresce con la passione del country di Hank Williams, Ernest Tubb, Lefty Frizzell, HankSnow e della musica del cantante e bandleader Louis Prima. Nel 1978, durante un viaggio di studio in Giappone, si avvicina al r'n'r', folgorato dalle prime incisioni di Elvis Presley. Discografia e Wikipedia

Paul Simon - Graceland (1986)

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Ovunque si volti, Paul Simon vede macerie. Hearts And Bones, l'album che avrebbe dovuto segnare il ritorno della coppia Simon & Garfunkel, esce nel 1983 in una versione «degarfunkelizzata». Paul annuncia all'amico la decisione di farlo fuori nella stessa telefonata in cui lo invita al suo matrimonio con Carrie Fisher, la principessa Leila di Guerre stellari: il 16 agosto 1983 i due ufficializzano davanti al Dio della Bibbia (sono entrambi ebrei) un'unione che resisterà nove mesi (e che genererà un libro, scritto da lei, Cartoline dall'inferno, con relativo film). L'album è un flop, come il matrimonio. Il 1984, dunque, è il punto piú basso nella storia personale e professionale di uno degli autori piú talentuosi venuti fuori dagli anni Sessanta. «Dov'è mia moglie ? Dov'è la mia famiglia ? Che succede se muoio ora ?», scriverà poi lui. Domande non insolite, per un quarantenne di successo, tormentato, conscio di aver inseguito obiettivi che una volta rag

Horses - Patti Smith

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La copertina dell’album di debutto della cantante statunitense fu firmata da Robert Mapplethorpe. Il fotografo newyorkese e la poetessa del rock trovarono da subito un’affinità elettiva. Per lui la fotografia non era solo una questione estetica legata alla moda e alla società, ma una sfida personale dove inevitabilmente si finiva per misurarsi con i propri demoni interiori. Mapplethorpe immortalò diverse celebrità tra cui Andy Warhol, Deborah Harry e Amanda Lear.

U2 - The Joshua Tree (1987)

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I quattro irlandesi arrivano proprio là dove vogliono e forse devono arrivare, a confrontarsi con quella parte di mondo, con quell'idea di mondo, che non possono proprio evitare: l'America. Gli Stati Uniti d'America, ma non solo. Il rock'n'roll, il deserto, la terra promessa, l'esodo, Mosè che guida il suo popolo verso una salvezza che non vedrà e Giosuè (Joshua, secondo alcune trascrizioni Gesú) che prende il suo posto. Where The Streets Flave No Name, il primo pezzo (si parla del luogo in cui «le strade non hanno nomi», cioè dell'America) comincia dove The Unforgettable Fire era finito, con un tappeto d'organo. Che sale e sale, e si trasforma in qualcosa di radicalmente nuovo: lasciamo la chiesa e arriviamo al rock'n'roll, condotti dal genio di The Edge. Gli U2 hanno fatto un balzo, ora possono provare a mettere in undici canzoni il dolore per la perdita di un amico (Greg Carroll, era una specie di assistente personale di Bono), il fascino e

I vecchi Cowboy Junkies #4/9

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To live is to fly (Black eyed man, 1992) Due canzoni di Black eyed man erano di Townes Van Zandt, popolarissimo autore country che sarebbe morto pochi anni dopo. Una è questa. Dice che la vita è una lotta, ma bisogna godersi l’attimo, prendere le cose al volo, e non guardare mai indietro. To live is to fly: stropicciatevi gli occhi e scuotete via la polvere dalle ali.

Lou Reed, “Transformer angel”

Lewis Allan Reed, detto Lou (New York, 2 marzo 1942 – Southampton, 27 ottobre 2013), è stato un cantautore, chitarrista e poeta statunitense. Cantore al contempo crudo e ironico dei bassifondi metropolitani, dell’ambiguità umana, dei torbidi abissi della droga e della deviazione sessuale, ha finito con l’incarnare lo stereotipo dell’Angelo del male, immagine con cui ha riempito i media per oltre tre decenni divenendo una delle figure più influenti della musica e del costume contemporanei. Rai Teche lo ricorda con una sua intervista del 1998, tratta da “Cult book”, 1997

Led Zeppelin - II (1969)

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Per rinnovare e capitalizzare il successo della loro prima opera, la band diede inizio ad una serie infinita di tour che li portò non solo ad affinare ed affilare il loro sound ma anche a pensare in fretta ad un nuova scaletta di brani da portare in studio. Sorprendentemente i Led Zeppelin riuscirono a registrare in brevissimo tempo una straordinaria sequenza di brani, non particolarmente "originali", in quanto marcatamente debitori del canovaccio blues, ma straordinari proprio nella loro reinterpretazione. La plasticità, l'eleganza, la potenza oltre che la tecnica dei singoli esecutori che il suono Led Zeppelin aveva, da quel momento definito hard rock, fu dall'uscita del disco riconoscibile come un classico nella musica del periodo e punto di riferimento per tutto quello che venne nei decenni successivi. Whole Lotta Love, The Lemon Song o Moby Dick definiscono i Led Zeppelin maestri del genere heavy rock, ma quando arrivano pezzi come What Is and What Should

Fabrizio De André, racconti italiani in versi e musica

Fabrizio Cristiano De André (Genova, 18 febbraio 1940 – Milano, 11 gennaio 1999) è considerato dalla critica uno dei più grandi cantautori italiani di tutti i tempi, e viene spesso soprannominato anche con l’appellativo “Faber”. Per ricordare l’artista, Rai Teche propone un estratto del programma “Fabrizio De André”: un montaggio di sequenze e interviste al cantautore

Pearl Jam - Ten (1991)

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Stone Gossard e Jeff Ament hanno alle spalle già due gruppi (i Green River e i Mother Love Bone) quando finiscono dalle parti di San Diego, California del Sud, in cerca di un batterista. Loro sono di Seattle, una città che all'alba degli anni Novanta sta cominciando a diffondere nel mondo del rock'n'roll un suono nuovo, un ritorno al rock pesante di un paio di decenni prima, con le chitarre in primo piano e un'essenzialità di suoni che tutti — altrove — sembrano avere dimenticato. Il batterista che cercano non ci sta, ma sua moglie conosce un tipo che canta e che potrebbe essere giusto per la band che quei due hanno in mente. Si chiama Eddie Vedder, lavora in una stazione di servizio ma ha due sole passioni: il rock'n'roll e il surf. Il giorno in cui riceve la cassetta con le cinque basi strumentali che hanno registrato Gossard e Ament, Vedder va a fare un po' di surf, torna a casa e scrive tre dei testi mancanti. Poi sovraincide la sua voce e rimanda la

Johnny Cash, “The man in black” della musica country

Leggenda della musica country, Johnny Cash (Kingsland, 26 febbraio 1932 – Nashville, 12 settembre 2003), è stato un cantautore, chitarrista e attore statunitense, interprete di numerose canzoni folk e di celebri talking blues. Definito “The Man in Black” per le sue preferenza per gli abiti neri (da cui il titolo di un suo album e della sua prima autobiografia), è stato uno dei pochissimi cantanti ad avere venduto più di novanta milioni di dischi. Rai Teche lo ricorda con un estratto del programma “Ghiaccio bollente” condotto da Carlo Massarini

R. E. M. - Out Of Time (1991)

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Si ha un bel dire che le date sono solo una convenzione, che i decenni, come i secoli, non iniziano li dove si crede, ma sempre un po' prima, o un po' dopo. A volte le date contano, eccome. L'arrivo degli anni Novanta, per esempio, porta l'esplosione del grunge, crea nuove superstar come i Red Hot Chili Peppers e i Metallica, fa entrare gli U2 in una dimensione parallela di popolarità assoluta e consacra il fenomeno più improbabile, quello che ha al centro i R.E.M., da Athens, Georgia. Passati alla Warner con Green, i quattro — protagonisti, nel decennio precedente, della programmazione delle college radio fanno il salto grazie a un album che parla d'amore. Ne parla alla maniera loro, senza nulla concedere al luogo comune e senza molto spiegare: pili che di un'analisi o un racconto, si tratta di un'evocazione di sentimenti e stati d'animo, dalla solitudine all'euforia, senza dimenticare l'ossessione, abilmente dissimulata in Losing My Religion

Iron Butterfly

Gruppo californiano di San Diego formato dal tastierista Doug Ingle e dal batterista Ron Bushy con Jerry Penrod, Danny Weis e Darryl Deloach. Dopo la pubblicazione di Heavy nel 1967, nella band restano solo Ingle e Bushy. Con altri due musicisti, Erik Braunn e Lee Doeman, esce il celebre "In-a-gadda-da-vida". Discografia e Wikipedia

Sonny Stitt & Dizzy Gillespie

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Herman Leonard - Sonny Stitt & Dizzy Gillespie, New York City, 1953 Photograph: Black and White Type: Silver Gelatin

Billy Bragg – Bridges Not Walls (2017)

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di Emiliano Le Moglie Ne è passato di tempo dagli esordi del songwriter inglese Billy Bragg, che ritroviamo in questi giorni alle prese con la promozione dal vivo del suo nuovo minialbum “Bridges not Walls”. Sempre duro e controcorrente non solo nella scrittura musicale, ma anche nei confronti della stessa industria produttiva. I primi passi Billy Bragg li ha curati a fine anni settanta con la band Riff Raff (tanto amati da Ken Loach). Ispirazione militante, quella di Bragg, che ha tracciato un percorso di coerenza che pochi altri possono vantare. Tutti ricordiamo il suo mini album d’esordio del 1983 “Life’s a Riot with Spy vs Spy”, che ha rappresentato il suo manifesto programmatico: erano gli anni della Thatcher e dei Redskins, e quello fu un album dall’impatto sociale e culturale fiammeggiante, un punto di non ritorno. Ma Bragg ha negli anni maturato una scelta consapevole di scrittura musicale che lo ha portato a pubblicare album come “Brewing up with Billy Bragg” o

Solo il punk ci salverà

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di Imma I. Quarant’anni di Punk 77. Perché questo periodo storico potrebbe essere proficuo per la nascita di nuovi generi musicali, nuove sperimentazioni in campo artistico e della moda? Scopriamolo insieme Era il 1977, quando uscirono alcuni degli album più importanti per il mondo della discografia, soprattutto per il punk, 14 per la precisione e tutti di fila. Inutile ricordarvi che quegli anni da un punto di vista musicale sono stati prolifici non solo per questo genere musicale, potremmo soffermarci per ore su tutti gli album usciti in quel periodo, ma in questo articolo voglio parlarvi nello specifico del Punk 77. Ho cercato di indicare gli album che hanno segnato il punto di svolta per questo genere musicale e ne ho trovati 14, che vi riporto di seguito: Richard Hell & The Voidoids con il loro “Blank Generation”, I Television con “Marquee Moon”, I Wire con “Pink Flag”, I Sex Pistols con il loro “Never Mind the Bollocks here’s the Sex Pistols”, I Clash con “Th

Susanne Sundfør – Music For People In Trouble (2017)

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di Fabio Rigamonti La cantautrice norvegese Susanne Sundfør ci ha da sempre abituati a repentini cambi di rotta tra un disco e l’altro. Ciononostante, non riusciamo a celare una certa sorpresa dietro la brusca virata che rappresenta questo “Music For People In Trouble”, sesto parto discografico in studio. Non possiamo tacere, difatti, l’entusiasmo derivato dall’ascolto di una Sundfør che, memore della produzione dell’esordio del duo elettronico pop Bow To Each Other, elabora quelle “Ten Love Songs” accessibili eppure tremendamente dense dal punto di vista artistico. Tuttavia, a seguito del successo (perlomeno in patria) dello scorso inciso, sono seguiti depressione, alcolismo, e una necessità di affrontare un viaggio intorno al mondo con tanto di ritiro spirituale sui Pirenei per depurarsi da tutte le scorie di una vita in bilico. Testimonianza di questo ultimo biennio di rigenerazione e ricerca sono non solo le fotografie che accompagnano il booklet dell’opera, ma anche una

"The Dark Side of the Moon". Il capolavoro dei Pink Floyd

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di Mattia Luconi Era il 10 marzo del 1973, quando gli Stati Uniti furono invasi da un gigantesco prisma triangolare che rifrangeva un raggio di luce: era The Dark Side of the Moon, disco simbolo dei Pink Floyd. Quando compriamo un disco la prima cosa che osserviamo è la copertina. Ed in questo caso si tratta della Copertina, con la C maiuscola: esattamente come per Sgt Pepper’s Lonely Hearts Club Band o come Nevermind, basta quell’immagine a dire tutto dell’album, della band, e del mood del disco. Richard Wright so occupò della realizzazione e chiese alla Hipgnosis un’idea elegante, pulita e di classe. Tra i sette disegni che l’agenzia propose al gruppo, i Pink Floyd decisero all’unanimità il prisma divenuto famoso in tutto il mondo. Nella sua semplicità contiene Tutto: il raggio di luce è la vita che l’uomo (il prisma) elabora con la sua ricerca sulla realtà. The Dark Side of the Moon oltre ad essere uno dei pochi lavori realizzati realmente ad otto mani dai Pink Floyd

Joe Henry – Thrum (2017)

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di Fabio Cerbone Thrum: un rumore sordo, basso e continuo, il pizzicare pigro e ritmico di una chitarra, in maniera quasi monotona. Joe Henry sceglie canzoni e titoli non a caso, tanto è l'amore che prova per le sue composizioni, messaggi da abbandonare al mondo, creazioni che gli spezzeranno il cuore, dice lui, ma che devono camminare con le proprie gambe, offrendo solo uno scorcio, una luce che illumina un istante. D'altronde sarebbe assai complicato imbrigliare il songwriting di Henry, quanto mai denso di allusioni e metafore, poetico nel senso più proprio del termine, senza dubbio fra i migliori in circolazione nel panorama della canzone d'autore americana. I testi di Thrum - il nuovo album a tre anni di distanza da Invisible Hour e dopo avere archiviato l'elegiaca ode al folklore dei treni di Shine a Light insieme al collega Billy Bragg - rappresentano il mistero più intrigante da sciogliere: una cura affettuosa di ogni singola parola, mai un fiato sprecato

Accadde oggi...

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1941: Nasce nel Queens, a New York, USA, Arthur Ira "Art" Garfunkel, cantante e attore, partner di Paul Simon nel duo Simon & Garfunkel. 1942: Nasce a Sassuolo (Modena) Pierangelo Bertoli, cantautore militante. Morirà il 7 ottobre 2002. 1948: Nasce a Londra, UK, Peter Hammill, cantante dei Van Der Graaf Generator, chitarrista, pianista, virtuoso della voce. 1971: Nasce a Oxford, UK, Jonathan Richard Guy "Jonny" Greenwood, polistrumentista dei Radiohead. 1974: Nasce a Jacksonville, North Carolina, USA, Ryan Adams, chitarrista e cantautore. Fonte

Intervista a Pino Daniele, 1980

Giuseppe Daniele, detto Pino (Napoli, 19 marzo 1955 – Roma, 4 gennaio 2015), è stato un cantautore e musicista italiano. A cavallo degli anni settanta e ottanta, è stato uno dei musicisti più innovativi e sperimentali ed è uno dei cantautori più amati dagli italiani. Per il programma “Crazy Bus”, in onda nel 1980, Pino Daniele parla della sua imminente tournée e del suo modo di intendere la musica. Guarda l’estratto video dell’intervista .

Billie Holiday – A Sensation

La vera storia di Billie Holiday raccontata da amici, colleghi e collaboratori. Un ritratto veritiero, spesso in contrasto con le numerose leggende e falsi miti che hanno accompagnato la vita di Lady Day. Billie Holiday o Lady Day (Filadelfia, 7 aprile 1915 – New York, 17 luglio 1959), è stata una cantante statunitense, fra le più grandi di tutti i tempi nei generi jazz e blues. Guarda il Documentario “ Billie Holiday A Sensation ”

The Cure - Disintegration (1989)

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A sentire Kyle, uno dei protagonisti di South Park, questo sarebbe «il miglior album di ogni tempo». Difficile dissentire da un cartone animato, forse addirittura impossibile. Diciamo che con ogni probabilità si tratta dell'album migliore dei Cure, parte seconda di una presunta trilogia che comprende anche Pornography (1982) e Bloodflowers (2000), culmine di un percorso che colloca la band di Robert Smith all'incrocio perfetto di alcune strade fondamentali per il rock'n'roll, almeno per quello degli anni Ottanta: il gusto dark (o gotico, per dirla all'inglese), una sensibilità pop di intelligenza rara, il romanticismo post punk (e post Smiths, post Bowie) portato all'estremo del languore, contraddetto da un suono solidissimo, a suo modo essenziale, senza sprechi. Durante la registrazione dell'album, nel 1988, Robert Smith diventa l'unico componente della band che fa parte dei Cure fin dall'inizio della storia, da quel 1978 in cui lui stesso scegli

Daydream Nation - Sonic Youth

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La copertina dell’album icona del noise rock è stata progettata da Gerhard Richter, pittore tedesco. Richter è conosciuto per il suo stile carico di tensione dove reale ed immaginario si fondono e confondono. La candela in copertina rappresenta la speranza, la luce alla fine del tunnel. Siamo alla fine del mandato presidenziale di Ronald Reagan e l’artwork richiama una realtà dove timidamente un piccolo barlume di ottimismo si affaccia in un mondo vulnerabile e oscuro con una fiamma che lambisce la parola nation.

The Weather Station – The Weather Station (2017)

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di Gianfranco Marmoro Per Tamara Lindeman l'affinità stilistica e vocale con Joni Mitchell è stato spesso un fardello ingombrante, al punto da confondere chi, indugiando sull'impatto generale della sua musica, non è stato messo nelle condizioni di coglierne il talento. Ai più attenti non è invece sfuggita quell'attitudine lirica essenziale e più tipicamente rock'n'roll che ha contrassegnato la costante crescita della musicista e autrice canadese. Siglando il quarto album semplicemente con il nome della sua band, The Weather Station, la Lindeman crea uno spartiacque ben preciso con il passato, accentuando il tono spigoloso e minimale delle canzoni, incrociandolo con arrangiamenti raffinati che non rinunciano a un sapiente uso dell'orchestra. Mentre per il precedente "Loyalty" l'autrice aveva scelto gli studi francesi di La Frette, per il nuovo disco è ritornata a registrare in patria negli studi Hotel2Tango di Montreal, chiamando a sé mus

E T I C H E T T E

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