Ben Reel - Come a Long Way (2023)

 di Giovanni Andreolli 

L’Irlanda è nota internazionalmente per il suo folklore (e un buon elenco di stereotipi: trifogli, folletti, tanta birra, Guiness tra tutte, e la festa di San Patrizio), ma possiede anche una tradizione musicale che ha avuto un discreto successo al di là dei confini della verde isola (basti pensare ai Pogues, anche se loro la tradizione l’hanno rivisitata in una chiave più “punk”), influenzando musicisti che di certo irlandesi non sono, come i nostrani Modena City Ramblers, per non parlare invece di quegli artisti che hanno seguito la loro strada, oltre le contaminazioni locali, e che hanno lasciato un’impronta importante nella storia della musica (dagli U2 ai My Bloody Valentine, passando per Sinéad O’ Connor, purtroppo scomparsa proprio in questi giorni).

Ben Reel è nord-irlandese, di Silverbridge, County Armagh. Come a Long Way è il suo undicesimo disco (uno degli ultimi, The Nashville Calling, è stato recensito qui da Davide Albini) e l’Americana, il folklore musicale a stelle e strisce, è la passione del musicista, che non ha mai perso in più di vent’anni di carriera: questa è la sua lunga strada, ma, come recita l’omonima traccia, Come a Long Way, il suo futuro è ancora incerto: “Still I don’t know where I am going…”. L’album, autobiografico fin dalla copertina, dove il Ben Reel del presente, segnato dagli anni, è accostato al proprio volto da giovane, è discreto: si tratta sicuramente di un buon lavoro fedele al genere a cui il nostro si ispira. La ballata From the Day I Was Born, lunga sette minuti, un poco stanca, ma non dispiace, più difficile invece da digerire il brano sbarazzino The Finish Line, dove il cantautore si identifica in un qualche bullo/vagabondo di strada americano, un po’ derelitto, un po’ perso, spesso ubriaco, ma che, a quanto pare, riesce a godersi lo stesso la vita, mentre il lento rock di Hunter funziona, con atmosfere che richiamano il più classico Bruce Springsteen (anche il timbro vocale assomiglia, ma non si tratta di una copia).

Come a Long Way è un classico disco di Americana, e diversi déjà vu potrebbe (forse) provocare nei lettori del nostro sito. Comunque, resta molto orecchiabile: onesto e sincero sono gli aggettivi che colgono meglio, a mio parere ovviamente, la natura musicale di Ben Reel, che va dritto per la sua strada. E bisogna dare credito, a prescindere da tutto ciò, a chi insegue e raggiunge le proprie passioni, anche perché di quello che dicono gli altri, compreso il sottoscritto, probabilmente a Ben reel non interesserà molto, e questa è, senza ombra di dubbio, una cosa buona.

Fonte originale dell'articolo

Commenti

E T I C H E T T E

Mostra di più