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Visualizzazione dei post da novembre, 2019

John Butler Trio - Don’t Wanna See Your Face

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Stan Getz - Sweet Rain (1967)

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Nel jazz, il sassofono vale come la chitarra elettrica nel rock: i più grandi sassofonisti sono stati catalizzatori di stile, di forme musicali e di tecniche per i giovani musicisti. L’album di oggi fu opera di uno dei più influenti sassofonisti di ogni tempo, che per buona parte della sua carriera è sempre stato considerato un numero 2, sebbene gigantesco. Stan Getz è figlio di emigrati ucraini negli USA (il suo vero cognome è Gayetsky) e nasce a Philadelphia nel 1927. Come tutti i talenti, da giovanissimo suona da professionista e verso la fine degli anni ‘40, nemmeno ventenne, suona con le big band orchestras di miti come Stan Kenton e Benny Goodman. Agli inizi degli anni ‘50, è uno dei fautori del cool jazz: prendendo esempio e rivalutando totalmente la lezione di Lester Young, il suo lirismo, la sua tecnica sopraffina e il suo suono vellutato gli valsero il nomignolo di The Sound, ma all’orizzonte una nuova schiera di sassofonisti, guidati da John Coltrane e Sonny Rollins, finì

Janis Joplin: il rock è donna!

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I primi passi sulla scena musicale di Janis Joplin (1943-1970) Janis Joplin nasce a Port Arthur, Texas, il 19 gennaio 1943. Sotto il segno del Capricorno, dunque, come Elvis Presley, Jimmy Page e David Bowie, e come questi destinata a risplendere per sempre tra gli astri più luminosi della storia della musica popolare. Affermatasi sulla scena rock, Janis si è tuttavia formata in ambito blues, ascoltando Leadbelly e Bessie Smith. Sulla tomba di quest’ultima, due mesi prima della propria morte, farà collocare a sue spese una lapide celebrativa che ne testimonia la devozione: “The Greatest Blues Singer in the World Will Never Stop Singing”. Altra fonte d’ispirazione e modello fu un’altra cantante dalla pelle nera, la folk singer Odetta, di cui Janis fece a una festa un’imitazione talmente convincente da lasciare gli astanti allibiti. Fu così che Janis disvelò a sè stessa la propria anima blues, la potenza della voce e il suo straordinario talento. Tra i diciotto e i ven

Billy Bragg - Mr.Love & Justice (2008)

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di Silvano Bottaro Dopo sei anni di silenzio torna in studio Mr. Billy Bragg, classe 1957. Se la caratteristica principale di B.B. sono le canzoni marcatamente “sociali”, è infatti, uno dei songwriter più politicizzati della scena musicale inglese, in questo lavoro Bragg predilige brani più intimi e personali. Sembra, infatti, che in questo album voglia volgersi indietro per trarre alcuni bilanci della sua vicenda umana e artistica. Billy ha preparato una dozzina di canzoni veramente interessanti, nello stile a lui più congeniale quello “bragghiano”; il suo personale stile caratterizzato da tre elementi fondamentali: brevità, testi chiari e arrangiamenti assolutamente semplici. L’iniziale “ Keep faith ” è il puro esempio di quanto detto, ed è la canzone-manifesto di un nuovo corso della carriera del musicista inglese. Anche “ You make me brave ” e “ If you ever leave ”, sembrano rivelare l’aspetto più intimo e riflessivo di Bragg. Non più quindi canzoni dichiaratamente politi

Lost in Transmission No. 33

San Fermin – The Cormorant I (2019)

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di Cristiano Gruppi A Ellis Ludwig-Leone ha sempre interessato molto di più la composizione dell’esecuzione. E’ del resto ciò che aveva studiato all’università di Yale (mica un ateneo a caso), e la materia in cui nel 2011 si è laureato. San Fermin è stato dunque il suo primo progetto post-laurea, dopo aver realizzato che tutti quegli “arrangiamenti sopra le righe” si potevano sposare con delle canzoni pop. Fu così che germogliò ‘San Fermin‘ in quanto album, debutto che doveva rimanere un unicum ma ebbe così tanto successo da convincerlo a replicarlo, oltre che a fargli ottenere il suo primo serio contratto discografico. Come in quell’esordio, anche nei due LP successivi Ellis è sempre rimasto dietro le quinte, o meglio, dietro la sua tastiera. E’ lì che si posiziona nei live della sua band, e idealmente anche nei suoi dischi, che scrive tutto solo dall’inizio alla fine, testi compresi. E’ però troppo timido per fare il frontman: così, sin da quel lontano 2013, affida le parti v

Dave Matthews Band

Nata nei primi anni '90 essenzialmente come gruppo live, la Dave Matthews Band ha saputo costruirsi in pochi anni un solido seguito, suddiviso fra successo discografico e culto maniacale nell'ambito concertistico. Le prime tracce del gruppo sono riconducibili a College Band costituite dal leader Dave Matthews. Discografia e Wikipedia

Mark Knopfler. Dieci canzoni memorabili

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Nato a Glasgow il 12 agosto del 1949, Knopfler è un artista poliedrico, che ha fatto della musica e della chitarra uno stile di vita. Il suo tocco magico nel suonare è riconoscibile a chiunque e la sua carriera parla da sola, iniziata come fondatore, nel 1977, dello storico gruppo Dire Straits (scioltosi nel 1995). Ha scritto, senza esagerare, la storia del rock e il suo stile chitarristico (Mark non usa il plettro) fa ancora scuola. Non è noto per colpi di testa o uno stile di vita particolare, ma per essere molto riservato e tranquillo, nonostante la sua professione. Dal 1996 Knopfler ha intrapreso una carriera solista di tutto rispetto, pubblicando diversi album in studio e colonne sonore. 1. Dire Straits- Sultans Of Swing 2. Dire Straits- Romeo and Juliet 3. Dire Straits- Brothers in Arms 4. Dire Straits- Tunnel Of Love 5. Dire Straits- Walk Of Life 6. Dire Straits- Money For Nothing 7. Dire Straits – Water Of Love 8. Mark Knopfler – What It Is

Minimal Compact – Creation Is Perfect (2019)

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di Mrs. Lovett Un’operazione davvero importante la ristampa, da parte dei Minimal Compact, di sette dei loro brani più significativi in veste nuova e perfezionata. Oggi, forse pochi ricorderanno i fasti di una band la cui formazione – ad opera di Malka Spigel, Berry Sakharof e Samy Birnbach – risale al 1980 e che ha avuto un ruolo seminale per la nascita del postpunk: in effetti i Minimal Compact sono stati sempre considerati un gruppo di nicchia e non hanno mai riempito gli stadi. Ma il loro modo di fare musica fu, all’epoca, piuttosto rivoluzionario, fantasioso e ‘diverso’, e i loro concerti, dove notoriamente succedeva un po’ di tutto, erano veri e propri eventi di culto. Scioltisi già nel 1988, i Minimal Compact si sono riuniti tuttavia in varie occasioni, anche per qualche esibizione dal vivo, finchè non è giunta l’opportunità di questa release, intitolata Creation Is Perfect, della cui produzione si è incaricato Colin Newman, da anni marito di Malka Spigel e spesso, in passat

Chiedimi chi erano i Sonic Youth

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Certo non possiamo fare loro una colpa. Da quando sono nati, e sono già passati oltre 30 anni, i Sonic Youth, sui maggiori organi di informazione italiani sono comparsi rarissime volte. Hanno tenuto numerosi concerti, hanno fatto in tempo persino a sciogliersi come gruppo, ma nulla di tutto ciò è entrato a far parte della massa di informazioni dovuta al popolo italiano. In compenso conosciamo ogni dettaglio delle nostre glorie nazionali all’estero quali Pupo e Laura Pausini, e facciamo opera di mnemotecnica con i Village People e Gloria Gaynor, grazie a Carlo Conti, nuovo Mc di Sanremo. Potete andare anche a rivedervi tutte le puntate di Doreciakgulp di e con Vincenzo Mollica, non troverete nessun accenno a questo strepitoso gruppo che, a New York, nel 1981 decide di far fare alla musica contemporanea un passo in avanti, utilizzando i più classici strumenti del rock: chitarra, basso e batteria. Memori della lezione di Glenn Branca (anche di costui non ne troverete traccia nei progra

Robbie Robertson – Omonimo (1987)

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di Silvano Bottaro Sangue indiano nelle vene, il Canada come paese natale e una credibilità conquistata tra le fila della “Band”. Quando decide di entrare in studio per registrare il “suo” disco, Robbie Robertson aveva masticato rock per quasi tre decenni. Nel 1965 aveva accompagnato Dylan in uno dei tour più discusso della storia. Da allora, la sua vicenda era rimasta strettamente legata a quella dell’uomo di Duluth: insieme alla Band aveva registrato album di capitale importanza come “Music from Big Pink” e preso parte alle memorabili session di “The Basement Tapes”. Nella Band era punto di riferimento, ma la presenza di vocalist d’eccezione come Levon Helm, Richard Manuel e Rick Danko gli aveva spesso impedito di interpretrare lui stesso le canzoni che scriveva. Dal giorno dell’addio della Band, documentato da un capolavoro musical-cinematografico intitolato “The Last Waltz” (1976), Robertson ha atteso undici anni prima di pubblicare il suo primo, vero lavoro solista. “Non av

Lost in Transmission No. 32

Van Morrison - Three Chords & The Truth (2019)

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di Bruno Conti Sono 55, dicasi cinquantacinque anni, che questo signore pubblica musica, e quasi mai, o molto raramente, non ha centrato l’obiettivo di regalarci appunto dell’ottima musica: ogni volta è difficile, ma non impossibile, esprimere l’ammirazione che suscita questo formidabile artista, uno dei più longevi e prolifici (il CD di cui stiamo per occuparci è il 41° album di studio della sua discografia, senza contare Live, antologie, cofanetti e ristampe varie), nonché, e diciamolo, tra i più costanti a livelli qualifativi che,se in alcune occasioni sfiora la creazione di capolavori assoluti (ognuno scelga i propri preferiti), spesso e volentieri, come per i quattro dischi che hanno preceduto Three Chords & The Truth, abitano nelle eccellenze della musica rock, e soul, e blues, e jazz, ogni tanto anche country e folk, per sfociare in quello stile che, in mancanza di migliori definizioni, chiameremo Van Morrison style, e che ingloba tutte le sfumature sonore che abbiamo

Massive Attack

I Massive Attack si formano a Bristol nel 1987 e traggono origine da The Wild Bunch, un collettivo di dj assai noto in città di cui fanno parte Robert "3D" Del Naja, Grant "Daddy G" Marshall e Andrew "Mushroom" Vowles. Il primo passo a fianco di Nellee Hooper, è rappresentato dai singoli Tearing Down The Avenue e Fucking Me Up. Discografia e Wikipedia

John Mayer - Shadow Days

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Alice Zawadzki – Within You Is A World Of Spring (2019)

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di Gianfranco Marmoro Un ricco patrimonio di note nelle quali esplorazione e improvvisazione collimano, plasmando una musicalità senza barriere. Questo e altro c’è da scoprire nelle originali esternazioni sonore di Alice Zawadzki, cantante, compositrice e violinista anglo-polacca dal nobile curriculum artistico, ampiamente corteggiata dai cultori del nuovo jazz inglese. “Within You Is A World Of Spring” è il secondo album solista e giunge a ben quattro anni dall’esordio “China Lane”. Un viaggio nell’amara consapevolezza contro la quale si infrangono speranze, utopie e la spensieratezza del vivere quotidiano, al tempo stesso una riflessione sull’implacabile avvento della maturità e il confronto con la brutale e iniqua realtà che ci circonda. Laureata in composizione e canto presso la Royal Academy of Music, violinista proveniente dal Royal Northern College of Music, vincitrice di vari premi e borse di studio, Alice Zawadzki ha allargato i propri confini culturali partendo dal ja

Le quindici migliori canzoni degli Smiths

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The Smiths (1982-1987, Manchester, Inghilterra) La band più innovativa e inimitabile nel panorama britannico di quel tempo, gli Smiths chiusero gli anni Ottanta della new wave e dell’elettropop e riportarono al centro della scena le chitarre, aggiungendoci una loro creatività letteraria e un’estetica decadente e melodrammatica (il rito dei fiori gettati al pubblico durante i concerti fu un loro marchio). Morrissey divenne un’icona, cantò canzoni perfette e se ne andò in California a godersi i fans locali della sua dignitosa carriera da solista. This charming man 
(The Smiths, 1984) “Stasera uscirei, ma non ho uno straccio da mettermi” proviene da un film di Tony Richardson del 1961, Sapore di miele. Sostenuto da una eccitante base ritmica di chitarra e basso, fu il primo singolo di successo internazionale degli Smiths. David Cameron l’aveva indicata come una delle sue canzoni preferite. Quello sdraiato a terra sulla copertina del singolo è l’attore francese Jean Marais.

Nick Cave & The Bad Seeds - Dig, Lazarus, Dig! (2008)

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di Silvano Bottaro Non vive certamente sugli allori il nostro Nick Cave se nel giro di dodici mesi riesce a pubblicare tre album. Dopo il progetto “Grinderman”, la colonna sonora di “The Assassination Of Jesse James”, è uscito poche settimane fa “Dig, Lazarus, Dig!” assieme ai suoi fedeli "Semi Cattivi". Tre dischi diversi uno dall’altro. Se l’estemporaneo “Grinderman” sembrava uscito dall’atmosfera che si crea in una serata tra amici in cui l’alcol fa da padrone, nella colonna sonora di “The assassination…”, Cave sembra smaltire i postumi della sbornia riposandosi e rinunciando alle parole, ai suoi testi che invece in questo “Dig, Lazarus, Dig!” sono molto presenti, forse troppo. “Volevo fare un disco acustico però grezzo, dove tutti picchiassero sui loro strumenti anziché suonarli semplicemente. Tanti anni fa avevo già cercato una via del genere, ai tempi di Henry's Dream; ma il progetto mi era scappato di mano, era venuto un album troppo elettrico, troppo ro

Lost in Transmission No. 31

Los Lobos – Llego Navidad (2019)

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Quanti ricordi mi legano ai Los Lobos, per una ventina di anni i loro dischi sono stati ascolti imprescindibili e non mi sono fatto mancare uno solo dei loro concerti nel nostro paese fino al 1999. Particolarmente legato sono a quello tenuto al Rolling Stone di Milano nel lontano 1987, la loro prima volta in Italia. Fu un’esibizione magnifica di un paio d’ore con il pubblico in visibilio stipato all’inverosimile che li accolse con uno striscione, che mi rimase impresso, appeso alla balconata, “The power of accordeon rock”!!! Con l’inizio del nuovo secolo, pur continuando ad ascoltarli mi sembrava che la loro ispirazione fosse in calo e nessuno dei dischi degli anni ’00 fosse al livello di quelli delle due decadi precedenti. Non c’era in me l’attesa spasmodica di un loro nuovo album, forse perché indaffarato con altri ascolti e suoni diversi. La notizia della pubblicazione di un loro lavoro natalizio mi ha suscitato un moto di indifferenza mista a delusione. Ma come dopo quattro

Dave Mason

Dave Mason (1946) chitarrista e cantante originario di Worchester, per due decenni svolge un'intensa attività musicale sia in Inghilterra sia negli Stati Uniti. Fa parte di diversi gruppi, lavora come produttore e sessioman, scrive alcune canzoni famose (nel periodo Traffic) e pubblica una decina di album solisti. Discografia e Wikipedia

Jose Gonzalez - Heartbeats

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Van Morrison - Astral Weeks (1968)

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Il disco di oggi è rivoluzionario. E davvero, come succede ogni tanto, invidio chi non lo ha mai ascoltato. Non perchè riascoltarlo fosse di minor piacere, ma perchè chi avrà il piacere di sentire la sua voce vibrante, forte, magnetica per le canzoni di questo disco non può non emozionarsi. Van Morrison è un giovane di Belfast che ama il soul e la musica nera. La natura gli ha fornito una vocalità molto simile ai grandi cantanti black che ama, dentro un corpo che sembra uscito da un romanzo romantico inglese dell’800. Con l’autore e discografico Bert Berns inizia la carriera solista dopo la breve parentesi con i Them (con i quali scrisse e cantò la storica Gloria, ripresa poi da Patti Smith in una incredibile cover). Nel 1967 esce Blowin’ Your Mind che Berns costruisce con arrangiamenti blues e r’n’b per canzoni come He Ain’t Give You None, Goodbye Baby, Chick-A-Boom, Who Drove The Red Sports Car. Niente di scintillante, ma perfetto per la sua vocalità calda e irresistibile. Due gra

Le migliori tredici canzoni dei Cure

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Boys don’t cry (Boys don’t cry, 1980) Qui, appunto, erano ancora piuttosto sgarzolini. Crisi sentimentale adolescenziale, giro di chitarra killer, e se la sente uno che non sa niente dei Cure, col cavolo che lo convincete che furono l’anima dark degli anni Ottanta. Charlotte sometimes (Concert. The Cure live, 1984) Viene da un libro per bambini di Penelope Farmer, Charlotte viaggia nel tempo. Ha una grande melodia, eppure diventano finalmente prevalenti basso e tastiere da brividi. Uscì solo come singolo. The caterpillar 
(The top, 1984) Era quella del video con le farfalle nella serra, e con i violini. In between days 
(Head on the door, 1985) “Questa c’ha un tiro…” dice Matteo Bordone. E ce l’ha eccome: canzonetta di chitarre sfrenate, che eliminava dalla pista schiere di dilettanti, in quelle serate alternative del giovedì.
«È una canzone per gente a cui piace l’amaro assieme al dolce, gente capace di ballare, emozionarsi, pensare, e cantare al

The Neville Brother's - Brother's Keeper (1990)

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di Silvano Bottaro Ci sono musicisti che a vent'anni hanno già detto tutto quello che potevano dire. Ce ne sono altri, invece, che a cinquanta suonati incominciano a dire le cose più importanti della loro vita. Il caso dei fratelli Neville di New Orleans è quanto mai sintomatico di quanto detto sopra. I Brother's, hanno percorso in silenzio e dignità la china di una fama ardentemente e meritatamente ricercata. Il successo del loro penultimo album, "Yellow Moon", è la testimonianza di una fede nella musica che va al di là delle mode o dei generi. Tra le altre cose, hanno il pregio di non poter essere facilmente catalogabili per genere. La loro musica non è mai stata inserita perfettamente in alcuno dei tanti compartimenti in cui è divisa la musica americana. Sembra infatti che, i negozianti non sappiano mai esattamente dove mettere i loro dischi. E' capitato di trovarli nei posti più impensabili: nella sezione country, in quella gospel... Questa confusio

E T I C H E T T E

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