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Visualizzazione dei post da dicembre, 2019

Lost in Transmission No. 37

Ligabue - Buon Compleanno Elvis (1995)

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Il sogno di portare il sogno del rock per le strade dell’Emilia Romagna Luciano Ligabue l’ha avuto sin da bambino. Eppure la sua occasione con la musica da “professionista” l’ha avuta relativamente tardi, dopo aver fatto l’operaio, lo stagionale nelle aziende agricole, il ragioniere, il conduttore radiofonico, persino il consigliere comunale a Correggio, in provincia di Reggio Emilia. La sua occasione gliela dà il grande Pierangelo Bertoli, che è incuriosito da questo ragazzo: in due suoi dischi, Tra Me E Me e Sedia Elettrica (1988 e 1989) canta due pezzi di Ligabue, Sogni Di Rock’n’Roll e Figlio Di Un Cane. Bertoli consiglia al discografico Angelo Carrara di seguirlo. In pochi mesi si organizza il tutto e Ligabue esce nel 1990: registrato in 20 giorni, con i musicisti del gruppo ClanDestino (Max Cottafavi, Luciano Ghezzi, Gigi Cavalli Cocchi) e l’ausilio come tecnico del suono di Paolo Panigada, conosciuto come il Feiez, poi con gli Elio E Le Storie Tese (e morto prematuramente nel

Roger McGuinn

Membro fondatore dei Byrds, Jim McGuinn (1942) è originario di Chicago ma effettua frequenti spostamenti all'interno del Paese al seguito dei genitori, autori fra l'altro di un libro di successo (Parents Can't Win). Alla fine dei '50 si stabilisce al Greenwich Village di New York deciso a intraprendere l'attività di folksinger. Discografia e Wikipedia

La terra promessa (seconda parte di due)

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E allora ci piace considerare il rock proprio come un sintomo, un segnale d'allarme, dal quale possiamo comprendere che c'è ancora una disparità visibile tra la libertà cercata con indipendenza e quella indotta dal piacere somministrato dal "nuovo ordine mondiale" così caro ai presidenti americani. Ma se è un sintomo, il rock oggi ci sta raccontando anche come l'equazione progresso tecnologico-qualità della vita non funzioni più, o almeno non può più essere per scontata. Il problema dunque è di nuovo quello della libertà, individuale e collettiva, così come ci viene riproposto oggi. E se c'è un filone della cultura dei nostri tempi in cui la parola "libertà" ricorre in modo quasi ossessivo, è proprio il rock. Tra le altre cose il rock potrebbe essere inteso come una parabola sull'ossessione dell'idea di libertà. Una parabola che compie grosso modo quarant'anni di vita. Ci sono ancora ingenuità, falsi, imbrogli clamorosi. Col passar

Quatermass - Quatermass (1970)

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Nel periodo dell’esplosione del progressive rock in Europa i gruppi davvero convincenti erano tantissimi. Molti di loro non hanno avuto il successo che meritavano, soprattutto rispetto alle qualità musicali, ma rimangono nel cuore degli appassionati come esempi eclatanti della qualità della musica del periodo. I Quatermass sono sconosciuti ai più, ma nella loro particolare storia musicale rientrano appieno in questa schiera di meteore musicali, brevissime ma emozionanti. I Quatermass erano un trio composto da John Gustafson, bassista, Peter Robinson, tastierista e il percussionista Mick Underwood. Tutte e tre prima di unirsi in un gruppo avevano molte esperienze alle spalle, soprattutto nella scena del beat sound di Liverpool agli inizi degli anni ‘60. Il loro incontro avviene quando Gustafson e Underwood, che era ai tempi batterista degli Outlaws di Ritchie Blackmore, passano agli Episode Six, dove suonava già Robinson, insieme a Roger Glover e Ian Gillian. Robinson, Gustafson e Un

Leonard Cohen, poeta e cantautore

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You want it Darker, l’ultimo album di Leonard Cohen di Vittorio Leonard Cohen, poeta e cantautore è scomparso l’11 novembre del 2016. Sempre in quell’anno aveva pubbblicato l’album You want it Darker. Vittorio ne ripercorre la storia e la musica in questo ritratto… Leonard Cohen è stato poeta, romanziere, cantautore, regista, monaco buddista. Ha attraversato questa terra in punta di piedi, avendo l’accortezza di non fare troppo rumore, provocando suo malgrado un gran subbuglio, perlomeno nell’ambito letterario e musicale. Perlomeno in molti cuori. A pochi giorni dalla sua morte, avvenuta lunedì 7 novembre 2016 e comunicata al mondo 3 giorni dopo, si è avviata la kermesse dei “grandi appassionati di”, “quelli che lo conoscevano e lo amavano prima di chiunque altro”. Un film già visto. Un film triste, in quanto comincia sempre con la morte di qualcuno. Che poi finisce, perlomeno in molti organi di informazione italiana, in pochade. Un film già visto in occasione della

La musica Gospel è Gospel o Soul?

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Musica Gospel: quando si parla di questo genere musicale si pensa subito a Oh Happy Day famosa canzone natalizia, ma non tutti sanno che invece è un brano pasquale e che la musica Gospel è molto più che una moda musicale. Vediamo perchè… Quando si parla di musica Gospel, si pensa subito a Oh Happy Day, famosa canzone gospel che viene associata da tutti al Natale e ai tanti concerti a cui si assiste proprio in quel particolare periodo dell’anno. Quando anche io vado a sentire un concerto gospel, ridacchiando con le amiche dico “Non è Natale se non cantano Oh Happy Day“, ironicamente, ovviamente! Oh Happy Day: famosa canzone gospel Perchè? Forse non tutti sanno che Oh Happy Day è una canzone che ha un testo pasquale e non natalizio, infatti parla di quando “Gesù lavò le nostre colpe” ma da noi è diventata famosa negli anni ’80 per essere stata la colonna sonora di una pubblicità (natalizia) di una nota marca di spumanti, ecco quindi l’associazione sbagliata che è rimasta nel n

Lost in Transmission No. 36

Frankie Lee – Stillwater (2019)

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di Marco Verdi Frankie Lee (da non confondersi con l’omonimo blues and soul singer scomparso nel 2015) è un giovane cantautore proveniente dal Minnesota che ha esordito nel 2013 con l’EP Middle West, al quale nel 2016 ha fatto seguire il suo primo album, American Dreamer, che ha ricevuto critiche positive un po’ ovunque. Lee (il cui cognome è Peterson) è un songwriter di stampo classico che si ispira alla musica degli anni settanta, californiana e non solo, e sa costruire melodie all’apparenza semplici ma di grande impatto. Stillwater (dal nome della sua città natale, omonima di quella più famosa in Oklahoma) è il titolo del suo secondo lavoro, un disco che già dal primo ascolto mi ha letteralmente fulminato. Non conosco American Dreamer, ma quello che so è che Stillwater è un lavoro davvero splendido, un album pieno di canzoni una più bella dell’altra, suonate e cantate con un feeling da pelle d’oca (sono in possesso di una copia promozionale ma ecco i nomi dei musicisti: Jacob H

Paul McCartney

Detentore di alcuni invidiabili record, tutti rigorosamente iscritti nel Guiness dei primati (compositore ed esecutore di maggior successo, autore del maggior numero di dischi d'oro nella storia del rock), Paul McCartney (1942) è con John Lennon responsabile dell'eccezionale fenomeno Beatles. Discografia e Wikipedia

La terra promessa (prima parte di due)

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Un urlo sovversivo, un potente psicodramma del ciclo generazionale, o la più clamorosa truffa perpetuata ai danni del consumo giovanile? Il rock è tutto questo e forse molte altre cose ancora, sempre gloriosamente in bilico tra sovversività e normalizzazione, tra futilità e ambizioni travolgenti, tra massimalismi trionfanti e raffinati minimalismi. Mai un'arte è stata così sfacciatamente consolatoria e allo stesso tempo così rivelatrice. Da qualsiasi parte lo si maneggi, rimane comunque il fenomeno culturale più sfuggente e irriducibile dei nostri tempi, malgrado i falsi idoli che dilagano, malgrado la potentissima omologazione che ha reso il rock, almeno in parte, complice del sistema che ambiva a distruggere. Per fortuna trattandosi di musica, c'è sempre qualcosa che elude i tentativi di normalizzazione. Forse perché il rock, sebbene giovane, viene da lontano, raccoglie eredità antichissime e risponde antichissime e risponde, in larga parte inconsapevolmente, a un bisogn

Neil Young & Crazy Horse - Rust Never Sleeps (1979)

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Questo album, uno dei più belli del catalogo di Neil Young, ha una caratteristica pressoché unica: sebbene fatto solo di inediti, è tutto suonato dal vivo, tranne un solo brano. Neil Young nel pieno della tempesta punk va in tour nel 1978 con i fidi Crazy Horse, la sua band ombra che sin dal 1969 e fino ai giorni nostri lo accompagna sia in studio ma soprattutto in tour. Nel 1978, il nostro canadese era già una leggenda: da fine anni ‘60, quando arriva in California, in poco più di 10 anni ha fondato e sciolto i Buffalo Springfield Again, partecipato a quella breve ma fondamentale esperienza musicale che fu il quartetto con David Crosby, Stephen Stills e John Nash per due dischi leggenda (Four Way Street e Deja Vù) e ha già pubblicato un pugno di classici meravigliosi, da After The Gold Rush (1970), al leggendario Harvest (1972), a On The Beach (1974) dove esprime appieno la sua dicotomica natura di cantautore, divisa tra un folk colto, caldo e acustico e una parte di selvaggio rock

Lou Reed The RCA e ARISTA album collection

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Il cofanetto di Lou Reed The RCA e ARISTA album collection  di Vittorio Lou Reed The RCA e ARISTA album collection è un cofanetto di 17 album con foto, booklet ed altro, contenente tutti i lavori di Lou Reed, senza i Velvet Underground. Con poco meno di 100 euro ci si porta a casa un pezzo di storia di musica contemporanea, scritta da uno dei più grandi autori del 900. Fondamentale. Il vostro scrittore di musica preferito, che verga in calce queste righe, potrebbe anche terminare qui. Non sono necessarie altre parole per definire questa collezione di dischi, ma si fa violenza e vi invita a considerare questo elegante cofanetto come un imprescindibile acquisto che va ben aldilà della strenna natalizia. Se non avete gli originali e nel tempo, magari dal 1972, data di stampa del primo Lou solista, non vi siete portati a casa queste delizie è l’occasione buona per colmare la lacuna, deponendo sullo scaffale il prezioso oggetto. Ma anche se possedete i 17 pezzi sfusi fate

Classifica 2019

1) Van Morrison - Three Chords & The Truth - Leggi 2) Bruce Springsteen – Western Stars - Leggi 3) The Cinematic Orchestra – To Believe - Leggi 4) Andrew Bird – My Finest Work Yet - Leggi 5) Nilüfer Yanya – Miss Universe - Leggi 6) Mdou Moctar – Ilana The Creator - Leggi 7) Trey Anastasio – Ghosts Of The Forest 8) Kel Assouf – Black Tenere - Leggi 9) Nick Cave And The Bad Seeds – Ghosteen - Leggi 10) Ballake Sissoko and Baba Sissoko – Sissoko And Sissoko -   Leggi 11) Minimal Compact – Creation Is Perfect - Leggi 12) Penguin Cafe – Handfuls Of Night - Leggi 13) Alice Zawadzki – Within You Is A World Of Spring - Leggi 14) Los Lobos – Llego Navidad - Leggi 15) Thom Yorke – Anima - Leggi 16) Fire! Orchestra – Arrival - Leggi 17) The Delines – The Imperial - Leggi 18) Steve Earle and The Dukes – Guy - Leggi 19) Glen Hansard – This Wild Willing - Leggi 20) Wilco – Ode To Joy - Leggi 21) Mark Lanegan – Somebody’s Knocking - Leggi 22) Lankum – The Livelong Day - Leggi

Florist - Emily Alone (2019)

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di Gianfranco Marmoro Inutile divagare, la malinconia è monocromatica: grigio, blu, giallo, verde, nero e rosso sono solo sfumature che a volte tendono a confondere la mente, nel tentativo di renderla indolore. La malinconia è solo figlia della solitudine, non ha colori né profumi, quando la insegui lei sfugge, quando invece lei ti insegue non hai via di scampo. Emily Sprague con la band dei Florist ne ha inseguito le tracce, attraverso una sbornia lo-fi dalle sorti alterne, e non è stato del tutto felice il tentativo di liberarsene aggiungendo essenze più profumate e sonorità più gradevoli, nel pur introspettivo “If Blue Could Be Happiness”. Raggiunta dall’ombra lunga della momentanea lontananza dei suoi colleghi Felix Walworth, Jonnie Baker e Rick Spataro, Emily Sprague si rifugia dietro il nome della band, per un’escursione solitaria non a caso intitolata “Emily Alone”. Il titolo non si riferisce solo alla solitaria messa in opera sonora, ma anche alla solitudine che l’artis

MC5

Formatasi nel 1967, gli MC5 (acronimo per Motor City Five) prendono il nome dalla città d'origine, Detroit, che è appunto "la città dell'Auto" per antonomasia. Esponenti del rock più duro e sfrontato, diventano con Amboy Dukes, Stooges, Rationals e Bob Seger Band uno dei complessi più famosi del North East americano. Discografia e Wikipedia

The Zen Circus - Il fuoco in una stanza (2018)

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Autrice della copertina dell'album "Il fuoco in una stanza", il decimo in studio del gruppo rock italiano The Zen Circus, è la fotografa Ilaria Magliocchetti. L'opera tratta i legami, in questo caso familiari, che come catene uniscono le persone nei momenti di dolore e "Catene", titolo della canzone di apertura dell'album e primo singolo estratto, racchiude in se tutta l'essenza di "Il fuoco in una stanza". Una volta ascoltato l'intero disco composto da storie di padri, madri, amici, figli, solitudine e addii, la copertina prenderà veramente vita. Fonte

Bert Jansch & John Renbourn - Bert And John (1966)

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Già all’epoca erano considerati dei maestri, ma a distanza di oltre 50 anni si può tranquillamente affermare che Bert Jansch e John Renbourn sono stati due tra i più grandi chitarristi acustici di tutti i tempi. Maestri del fingerpicking e del recupero della tradizione folk, amanti del blues e delle melodie, i due incrociarono la loro vita artistica nei fenomenali Pentangle, uno dei più affascinanti e favolosi gruppi del folk rock inglese di metà anni ‘60. Jansch e Renbourn erano pubblicato dalla stessa etichetta discografica, la Transatlantic di Nat Joseph, una delle prime etichette indipendenti inglesi. La quale divenne la casa del folk britannico grazie al successo, inaspettato, di tre dischi non musicali: tre lezioni di educazione sessuale su Lp che produssero scandalo ma anche oltre 100 mila copie vendute, cosa che portò l’etichetta a produrre, oltre che i due nostri, anche i The Dubliners, Alexis Korner e molti altri. Il nostro duo prima di fare un disco insieme aveva già pubb

I Pink Floyd di Syd Barrett raccolti in un cofanetto dal titolo The Early Years

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Pink Floyd, Creation – The Early Years da Ummagumma a Wish you were here… tutta la loro musica dal 1965 al 1972 di Vittorio Per me i Pink Floyd sono quelli di e con Syd Barrett. Volendo, ma proprio volendo, anche quelli in cui il suo spirito aleggiava dentro i loro cuori e dietro i vetri degli studi di registrazione. Non ho trovato un modo più elegante per citare Wish you were here, scusate. Senza dubbio alcuno, aldilà delle mie idiosincrasie musicali, sono stati tra i pionieri della musica psichedelica e riconosciuti in modo unanime come uno dei più importanti e innovativi complessi rock di sempre. La costante ricerca sonora, unita a una perfezione tecnica quasi irreale, ha prodotto album considerati, giustamente, pietre miliari della musica popolare del Novecento. Album come Ummagumma, come The dark side of the moon, come Wish you were here, appunto. Nel 2017 saranno 50 gli anni che festeggerà il loro album d’esordio, The Piper at the Gates of Dawn. Inevitabili le iniz

Lost in Transmission No. 35

Arthur Blythe - Lenox Avenue Breakdown (1979)

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L’album di oggi oltre i suoi significati artistici ha per me un valore molto personale. Perchè, e lo ricordo benissimo, è stato il primo disco jazz che abbia mai comprato. Con questo acquisto, il titolare del mio negozio di dischi preferito (che fortunatamente è ancora aperto e ha tanti clienti affezionati) mi elesse “più giovane intenditore di jazz” della città. In verità io a quell’età di jazz non ne sapevo nulla, mi colpì solo la copertina, che trovo bellissima; la ristampa, arrivata dopo vent’anni dell’uscita, di questo disco mi fece conoscere Arthur Blythe. Blythe è uno dei grandi dimenticati del jazz, per due grandi motivi: era uno della generazione appena successiva ai giganti del jazz quali Charlie Parker, Miles Davis, John Coltrane, Sonny Rollins e poi quando iniziò la sua carriera solista il jazz, che secondo le parole di Winford Marsalis “stava morendo” (malattia che ciclicamente colpisce gli stili musicali), era attraversato dalla febbrile rivoluzione del jazz rock, che

Mazzy Star

David Roback, leader degli Opal, dopo aver concluso il suo sodalizio sentimentale e artistico con Kendra Smith in maniera piuttosto burrascosa durante un tour di spalla ai Jesus and Mary Chain, si ritrova a gestire da solo le sorti della band. Successivamente allaccia una partnership con Hope Sandoval. Discografia e Wikipedia

Niccolò Fabi – Tradizione e tradimento (2019)

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La foto presente sulla copertina dell’album “Tradizione e tradimento” di Niccolò Fabi è stata scattata in Mozambico dallo stesso autore durante un viaggio con la ONG Medici con l’Africa Cuamm. Nel periodo in cui fu scattatata, un ciclone aveva devastato la provincia di Beira… passeggiando su una spiaggia insieme ad alcuni suoi compagni videro un faro, salirono in cima e un particolare attirò la sua attenzione e precisamente l’intersezione tra il blu-verde del pavimento e il rosso della balaustra, gli sembrò di vedere il punto di incontro tra terra e cielo e iniziò a quel punto a scattare diverse foto. Per l’autore quegli scatti presero un significato molto importante il momento in cui tutti gli chiedevano come mai continuava a guardare e fotografare per terra mentre loro guardavano il mare… questa domanda fece scattare in lui una riflessione, “il ruolo dell’arte e della poesia è quello di far notare dettagli che altri non notano fornendo un nuovo punto di vista a chi è distratto c

Skiantos - Kinotto (1979)

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L’album di oggi, per una volta, non lo voglio ricordare per la perfeziona tecnica con cui è suonato, per la maestria del cantante o dei musicisti, per i successi di vendite. Lo voglio ricordare invece perchè rappresenta l’apice di un periodo dove un gruppo di giovani, che giocavano sull'irriverenza e sulla decostruzione dell’immaginario sociale, innestanto la musica di demenzialità, termine da loro coniato, ma che dietro lo spirito da deficienti nascondeva riflessioni niente male su quel tempo. Bologna, 1977: la prima generazione di laureati al DAMS, gli anni di piombo, un clima pesante di tensione. Uno di loro, Roberto “Freak” Antoni si è appena laureato con una tesi sui Beatles e vuole mettere su un gruppo, formato da 5 cantanti e 5 musicisti e un batterista, tutti dalla tecnica perlomeno discutibile. Grazie alla Harpo’s Bazaar di Oderso Rubini, nel 1977 gli Skiantos pubblicano Inascoltabile: in un miscuglio grezzo di rock’n’roll e ironia trasgressiva, la musicassetta (un cult

Like a rolling stone di Bob Dylan. Ecco testo, traduzione, storia, significato e video della famosa canzone del cantautore e poeta statunitense superata in classifica solo dai Beatles…

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La copertina del 45 giri di Like a rolling stone di Bob Dylan di Silvia Like a rolling stone di Bob Dylan fu uno dei suoi maggiori successi. Questa canzone, che ha compiuto 50 anni nel 2015, fu registrata tra il 15 e 16 giugno del 1965 negli studi della Columbia Records di Tom Wilson e pubblicata su 45 giri a luglio dello stesso anno schizzando subito ai primi posti delle classifiche dove ci rimase per ben tre mesi superata solo da Help! dei Beatles (leggi l’articolo Beatles: più di 45 anni fa si è sciolto il quartetto di Liverpool) La Storia di Like a rolling stone Nel giugno del 1965 Bob Dylan iniziava a lavorare al suo nuovo album insieme, tra gli altri, ai musicisti Mike Bloomfield alla chitarra, Al Kooper all’organo, Paul Griffin al piano, Bobby Gregg alla batteria. L’album si intitolerà poi Higway 61 Revisited, registrato in pochissimi giorni venne pubblicato ad agosto di quell’anno e il brano di apertura fu proprio Like a rolling stone. Dal testo originale

E T I C H E T T E

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