Ange - Au Delà Du Délire (1974)

La musica dei cugini francesi spesso si materializza nelle compassate e magiche atmosfere degli chansonniers (figura che nasce addirittura a metà Settecento, e che comprende giganti come Maurice Chevalier, Charles Trenet, George Brassens, Leo Ferré, Jacques Brel, Gilbert Bécaud, Edith Piaf, Yves Montand e Juliette Gréco). Ma anche in Francia c’è stata una bellissima stagione progressive nel periodo d’oro (1969-1975), con alcune figure importanti nel panorama europeo del movimento: innanzitutto i Magma, fondati da  Christian Vander, che nel primo disco, il concept Magma (1970), raccontano di una colonia di umani in uscita dalla Terra verso un nuovo pianeta, Kobaïa, e degli scontri tra i kobaiani e i nuovi terresti che continuano ad arrivare. Niente di clamoroso se non fosse che Vander inventa una lingua artificiale, il kobaiano appunto, con cui scrive la maggior parte dei testi: nasce così il genere zeuhl, dal termine kobaiano che vuol dire musica celestiale, termine che finirà per definire un sottogenere del prog che ebbe un discreto successo negli anni a venire. Ma il gruppo di cui racconterò oggi è un altro, una band che venderà milioni di copie in Francia con i suoi meravigliosi album, limitati nella diffusione al di fuori della Francia dal fatto che la band non abbandonò mai i testi in francese: gli Ange. Nativi di Héricourt ma provenienti da Belfort (comune della Franca Contea al confine con la Svizzera) i fratelli Christian (voce, tastiere) e Francis (tastiere) Décamps suonano rispettivamente nei Les Anges e negli Evolution; nel 1969, dalla fusione delle due band, nascono gli Ange. La formazione si assesta nel breve giro di qualche mese con l’ingresso di Jean Michel Brézovar alla chitarra, Daniel Haas al basso e Gérard Jelsch alla batteria: verranno ricordati per la musicalità teatrale, per i testi poetici e surreali d’ispirazione medioevale o fantastica, in un misto riuscito tra i Genesis del periodo Gabriel (da cui prenderanno lo spirito di ricerca dei miti e delle leggende antiche e appunto una spiccata teatralità melodrammatica) e i King Crimson (per i giochi sonori, la solennità di certi passaggi e l’assoluta abilità strumentale). I due fratelli caratterizzano fortemente il suono della band: Christian in certi tratti quasi recita, Francis per mancanza di mezzi economici modifica il suo organo Viscont in modo tale che sembri un Moog. Caricatures (1972) è l’esordio discografico, e alcuni brani come Tels Quels, Le Soir Du Diable, i 13 minuti di Caricatures hanno un grande successo mandando in classifica la band. Il successo si ripete con il successivo Le Cimetière Des Arlequins (1973): più oscuro, gotico e drammatico, il disco marca ancora di più il lato teatrale delle loro musiche (Aujourd’hui C’est La Fête Chez L’Apprenti Sorcier), potenze sonore impressionanti (le due riprese di Bivouac) con l’apoteosi della title track che immagina, nei suoi nuovi inquietanti minuti, una festa di arlecchini zombie in maschera in un cimitero. Successo ancora maggiore in patria e l’apertura, di grande successo, del Festival Rock di Reading davanti a 30.000 persone. E si arriva al disco di oggi: pubblicato nel 1974 Au Delà Du Délire è uno dei migliori dischi rock della storia musicale francese. Concept anch’esso, racconta le vicende del contadino Godevin des Alouettes (Godevin Le Vilain), ambientadone le storie nel 1358: Godevin vuole liberarsi dalle angherie del suo padrone, barone Henri De Valeran. Un giorno incontra Isaac, un alchimista, e gli racconta la sua misera condizione. Isaac allora gli insegna parte delle sue conoscenze e Godevin, tornato al borgo, parla con i suoi compagni e decide di fomentare una rivolta e diventare un uomo libero. Verrà presto repressa dalla nobiltà e il barone, incuriosito dal comportamento di Godevin, lo invita al castello e cerca di corromperlo per scoprire il suo segreto. Di fronte al rifiuto di Godevin, lo fece bruciare come eretico ma, in un finale magico, lo spirito di Godevin si è unito in comunione spirituale con il cosmo. Godevin vivrà per secoli come spirito, fin quando nel secolo XXV.mo, quando l’umanità si è estinta, incontra una cerva che si trasforma gradualmente in una donna con le fattezze di Celine, sua moglie. La vicenda fornisce il pretesto a Décamps per rievocare oscure storie alchemiche (Les Longues Nuits d’Isaac), per criticare i fanatismi (Si J’ètais Le Messie), sulla pochezza degli uomini (Ballade Pour Une Orgie) e di proto-contestazione ambientale e sociale (La Bataille Du Sucre) il tutto con l’ausilio di musiche dal tocco medioevale ma che si sposano ad arrangiamenti raffinati e grandiosi; da ricordare anche la stupenda Fils De Lumière e la conclusiva title track davvero magica e costruita tutta su un unico arpeggio di chitarra. Successo clamoroso e paragoni con i Genesis, a cui vengono spesso accostati. Il periodo d’oro creativo continua con altri grandi dischi (Emile Jacotey del 1975, basato su una chiacchierata di Christian con un vecchio maniscalco, Emile Jacotey appunto) e Par Les Fils De Mandrin (1976), che ebbe pure una versione con i testi in inglese, ma il successo non fu quello sperato. La band continuerà a sfornare dischi discreti fino al 1978, quando verrà spazzata via, come tutto il prog, dalla furia del punk: nel 1999 la rifondazione della band per opera del solo Christian, accompagnato dal figlio Tristan in sostituzione di Francis, e la pubblicazione di nuovi dischi, poco significativi in termini di rilevanza storica rispetto ai capolavori misteriosi che costruirono nel periodo d’oro del prog.

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