Londra chiama, dopo l'esplosione tra punk e Stones di un esordio che brucia ancora per ambizione, passione e irruenza. Londra chiama, dopo la "guerra civile inglese" di un secondo album prodotto da Sandy Pearlman dei Blue Öyster Cult. Londra chiama, e Joe Strummer, Mick Jones, Paul Simonon e Topper Headon rispondono con un'apocalisse di suoni, stili, nostalgie e colori che cita la grafica del primo album di Elvis Presley mentre un basso sta per essere fracassato sulle assi del palcoscenico. Londra chiama, e la gioventù britannica replica con un travolgente frullato di generi dove reggae, ska, garage-rock, rockabilly, disco, funky e rasoiate punk vengono attraversati con incoscienza, rabbia e furore. Londra chiama, e se la Cbs nicchia, pretendendo un album di sole due facciate, i "quattro cavalieri" giocano d'astuzia e fingono di contrattare per un unico lp, salvo aggiungere un extended che lo rende in pratica doppio (ma sempre venduto al prezzo di un