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Visualizzazione dei post da dicembre, 2025

Robert Plant - The Principle Of Moments (1983)

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Quando calcava i palchi di tutto il mondo con i suoi sodali per 8 anni, dal 1969 al 1977, era una sorta di divinità in terra. La sua voce, la sua presenza scenica, il suo look saranno per sempre iconici, perchè davvero in pochissimi hanno avuto l'impatto che Robert Plant e i Led Zeppelin hanno avuto sul rock. Sebbene lo scioglimento ufficiale della storica band sia avvenuto nel 1980 dopo la morte di John "Bonzo" Bonham, era già da anni che Plant si interrogava sul suo futuro, a seguito di due fatti: nel 1975 mentre era con la moglie Maureen sull'isola di Rodi, in Grecia, in vacanza con i figli Carmen e Karac e con la piccola Scarlet, figlia di Jimmy Page, fu coinvolto in un devastante incidente automobilistico, con la moglie in coma per settimane, i bimbi miracolosamente illesi e lui con il bacino fratturato, tanto che registrò parte delle canzoni di Presence (che uscì in ritardo sui programmi nel 1976) in sedia a rotelle; nel 1977 in circostanze mai del tutto rese pu...

C. S. N. & Y.

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Se c'è un gruppo che rappresenta magnificamente il passaggio tra gli anni Sessanta e Settanta è quello che mette insieme David Crosby , reduce dall'avventura dei Byrds, Stephen Stills e Neil Young , che erano assieme nei Buffalo Springfield, e Graham Nash , inglese arrivato negli Usa dopo la sbornia beat vissuta in prima fila con gli Hollies. L'avventura iniziò nel 1968, con Crosby, Stills e Nash pronti a mettere insieme quelle straordinarie armonie vocali di cui diventano maestri (perfino i Grateful sostengono di aver imparato da loro quando incidono l'acustico Workingman's Dead ), la tradizione della canzone folk-rock, l'esperienza psichedelica, la lezione californiana delle "famiglie" dei Grateful Dead e dei Jefferson Airplane, con i quali erano particolarmente legati, un gusto pop assolutamente inedito, per produrre un disco d'esordio, nel 1969, che fu un capolavoro, una magnifica fotografia del sentimento dell'epoca, dolcemente in bili...

Phil Spector - A Chriistmas Gift For You (1963)

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di Silvano Bottaro «Possono dodici classiche canzoni natalizie essere trattate nella maniera in cui normalmente si lavora il materiale pop dei nostri tempi?» si chiede Phil Spector nelle note scritte di suo pugno per l'album che riunisce i quattro artisti della sua Phil Spector Records: Darlene Love, The Ronettes, The Crystals, Bob B. Soxx And Th'e Blue Jeans. Sì, risponde implicitamente lui, e allinea composizioni stranote (White Christmas di Irving Berlin) a novità assolute come Christmas (Baby Please Come Home), che Darlene Love per i 40 anni che seguiranno continuerà a cantare in diretta nazionale negli Usa, una volta l'anno, appena prima di Natale. E' agosto quando, nel caldo umido di Los Angeles, i gruppi di Spector registrano le canzoni. Si racconterà che Spector, per il quale questo è il primo ambiziosissimo passo verso la grandezza, sia entrato in sala per staccare un assegno extra al pianista Leon Russell dopo una versione particolarmente entusiasmante di Ch...

Moon Duo - Shadow of the Sun (2015)

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di Valentina Natale La premiata coppia Erik “Ripley” Johnson & Sanae Yamada, in arte Moon Duo, torna a far danni in questo 2015. Il Duo per l’occasione si trasforma spesso e volentieri in un trio, con l’aggiunta del batterista John Jeffrey a dare nuova linfa a quei ritmi densi e corposi, sempre in bilico tra kraut rock e psichedelia, che sono un po’ il marchio di fabbrica della band. “Shadow Of The Sun” è stato registrato durante un periodo di insolita calma, lontano da concerti, tour e dall’adrenalina che dà spostarsi di continuo. Nove tracce nate dentro un seminterrato di Portland (Oregon) che spiegano meglio di tante parole lo strano sentimento che si prova a stare fermi dopo aver tanto viaggiato, quando la voglia di riposare è tanta ma il desiderio di ripartire è già nato e si fa sentire. Frenesia e quiete: questa è la ricetta di “Shadow Of The Sun”. Agitazione e gioia che si rincorrono in un buffo e colorato carnevale psichedelico di colori e suoni. Ritmi pulsanti e p...

Ryan Adams – Self Portrait (2025)

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di Marco Denti  Proprio a metà del guado di Self Portrait, le confessioni autobiografiche di I’m a Rollercoaster e Thunderstorm Years, sembrano delineare un punto di non ritorno. È un’immersione totale nel suo mondo: tra la prolificità e l’incontinenza, ovvero l’autoindulgenza, il limite è sottile e Ryan Adams neanche lo nota. Figurarsi se gliene importa qualcosa: non fa alcun sforzo per assecondare le canzoni o la musica, gli accordi spesso sono accennati e gli arrangiamenti improvvisati, echi e delay sono sparsi a piene mani, ma senza una vaga teoria di come applicarli. La produzione stessa pare considerata irrilevante: il suono è dimesso, i finali troncati, la voce filtrata e doppiata senza particolari attenzioni. La batteria, quando c’è, sembra registrata a un’isolato di distanza, e non che gliene importi a qualcuno, di sicuro non a Ryan Adams. La composizione, volendo, è anche peggio. Due dozzine di canzoni, che spesso sono bozzetti trascurabili di un paio di minuti o anche me...

Davide Van De Sfroos

 Cantore di un mondo geograficamente e linguisticamente circoscritto, quello del lago di Como, ma con suoni e sensazioni capaci di attecchire ovunque, Davide Van De Sfroos rappresenta un caso forse unico nella discografia italiana dell'ultimo decennio, passato in men che non si dica dallo status di artista di culto in ambito locale a una fama diffusa su tutto il territorio.

So Many Roads - John Mayall feat. Peter Green (1969)

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Piegare il vecchio blues senza spezzarlo, a dispetto di quel nome, «Bluesbreakers». Ciò che si spezza, nella prima metà degli anni sessanta, è il cuore degli amanti della musica nera, rivisitata però con sensibilità bianca. Nasce il British blues, il blues bianco. Nasce a Londra e dintorni, compare magro come un'acciuga ma diventa presto un rotondo pallone che rotola per le vie del mondo. Tra i padri, Alexis Korner, Eric Clapton e John Mayall. È quest'ultimo a guidare i Bluesbreakers con la sua voce stridula e il suo amour fou per blues e jazz, stili che aveva mandato a memoria nella giovinezza, quando imparava i rudimenti della chitarra e del pianoforte dai dischi di J.B. Lenoir. Nato a Macclesfield e cresciuto a Manchester, Mayall è stato uno dei pochi artisti di quel giro bravo e fortunato del blues britannico che ha saputo crescere senza fossilizzarsi, ma anche senza tradire il passato e la sua missione. Dedicato a tutti coloro che a un sintetizzatore ancora preferiscono il...

Kula Shaker - K (1996)

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La storia del disco di oggi, che ha titolo con una sola lettera, racchiude anche degli archetipi della musica rock: un successo travolgente all'esordio, un momento di crisi dovuto a delle dichiarazioni e il relativo oblio. La storia di oggi inizia negli anni '90 in Gran Bretagna, quando sta per arrivare la grande onda del brit pop. Cripian Mills è un giovane musicista proveniente da una famiglia di artisti molto famosi in patria: suo nonno John e sua madre Hayley sono stati infatti attori di grande successo negli anni '50 e '60. Suona la chitarra in un piccolo gruppo, gli Objects Of Desire, che suonavano per lo più agli spettacolo della pista di ghiaccio di Richmond. Mills parte per un viaggio in India, che sarà decisivo per gli sviluppi futuri, e quando torna, nel 1993 scoglie gli Objects Of Desire e fonda i The Kays insieme a Alonza Bevan al basso e Paul Winterhart alla batteria (che erano con lui anche nel gruppo precedente) e al cugino Saul Dismont, che canta. L...

Michelle Shocked

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"Non posso dirti dove ho intenzione di andare... ma posso dirti da dove vengo." Marie Johnston, classe 1963, originaria di Dallas nel Texas, folksinger per vocazione, ha esordito nella seconda metà degli anni ottanta. Ha fatto la musicista itinerante, nella più pura tradizione dei folksinger americani e, proprio come si usava nei tempi eroici della canzone d'autore, ha creato composizioni lucide e molto realiste, che descrivono le realtà sociali che ci circondano. Ha lasciato casa a sedici anni, staccandosi dall'educazione rigorosa impostale dalla madre, ed è andata vivere con il padre che le ha insegnato i primi rudimenti musicali. Il padre ("Dollar" Bill Johnston), che l'accompagnerà in diverse tournèe, è un appassionato di musica folk: suo tramite Michelle ha conosciuto Woody Guthrie, Doc Watson, Cisco Houston, Leadbelly e lo swing texano di Bob Wills. Michelle è cresciuta dritta come un virgulto, si è formata un carattere duro, ed il ...

Roy Orbison - Mystery Girl (1989)

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di Silvano Bottaro Ro y Orbison , il baritono del rock and roll, l'anima più sensibile. Mystery Girl è l'album postumo di un rocker senza tempo che, dopo timidi tentativi, aveva ritrovato la passione e la voglia di riannodare il filo del suo passato. Aiutato da un pugno di amici musicisti devoti e libero dai vincoli dello show-biz più equivoco, Orbison torna ad occuparsi di sentimenti e storie per cuori spezzati con una grazia musicale immune da qualsiasi fattore temporale. E' un superbo e commovente autoritratto dalle caratteristiche rimaste ferme come per incanto a venti anni prima: rockabilly languido e romantico, melodie toccanti e piene di calore e la solita potente voce che non riesce a invecchiare. Dopo tragedie familiari e difficoltà superate a denti stretti, Roy portava sempre occhialoni scuri per nascondere la tristezza e guardare il mondo in grigio. Mystery Girl è una via d'uscita certa dove ci sono finalmente i colori vividi di una seconda giovinez...

Damien Rice - O (2002)

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Si inizia con una storia che è diventata nel corso degli anni emblematica, che riguarda un musicista e cantante irlandese. Che aveva in mente di seguire le proprie idee nella produzione artistica, senza nessun compromesso. Sembra un progetto irrealizzabile. Eppure Damien Rice nel corso di tutta la sua carriera ha sempre perseguito questo obiettivo. Inizia giovanissimo ad avere successo con i Juniper di Paul Noonan, ma lascia la band subito prima che la stessa firmi un contratto con un major discografica, la Polygram: Noonan cambierà il nome dei Juniper in Bell X1 ed avrà un discreto successo. Rice inizia un viaggio per tutta l’Europa, venendo anche spesso in Italia, dove per mesi lavora in una fattoria della Toscana. Inizia qui un percorso di "autoanalisi", come se iniziasse a farsi un ritratto vedendosi con gli occhi di un altro: gli basta una chitarra per intraprendere un viaggio profondissimo e doloroso tra i suoi sentimenti, gli amori finiti, i dubbi, ma anche la felicità...

Üstmamò

 Formatosi a Villa Minozzo, località appenninica in provincia di Reggio Emilia, il primo nucleo degli Üstmamò (termine dialettale che significa "proprio adesso") è composto dal bassista-chitarrista Luca Alfonso Rossi e dal violinista Ezio Bonicelli, a cui presto si aggiunge Mara Redeghieri, cantante dotata di una voce e di un carisma tutti particolari. Discografia e Wikipedia

The Sky Is A Landfill - Jeff Buckley (1998)

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 Una sorta di Psychedelic Highway Revisited, dai Pink Floyd ai giorni nostri. Una perfetta pasticca di acido che assicura suoni e visioni nei secoli dei secoli, una sfera che rimbalza ossessiva sulle pareti della forma canzone, ma non mira a sfondarle. Non uno stralunato diario di bordo di un millennio che fugge, ma l'unica bussola possibile per il domani: una canzone che recupera tutto l'alternativo del passato inserendolo però nel contesto formale di base. Jeff Buckley, dopo aver gettato nel primo disco l'atomica sulla rock song propriamente detta, edifica su quelle macerie la nuova canzone rock. Chissà dove sarebbe arrivato senza quel fiume a inghiottire lui e suo talento. (M. Cotto - da Rock Therapy)

Kevin Connolly and Mule Variations - Alive and Kicking (2025)

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 di Aldo Pedron Kevin Connolly è uno dei migliori rappresentanti della cosiddetta musica chiamata semplicemente “americana”, un mix di stili: country, rock, blues, soul, folk, cantautorato. I suoi eroi sono gente come Tom Waits, J.J. Cale, Van Morrison, Muddy Waters, Pops Staples, Bob Dylan, John Prine e ho già detto tutto! Nato e cresciuto nella striscia di terra fangosa chiamata Irish Rivera a sud di Boston (votato come “Best of Boston”). Di lui si dice abbia scritto 324 canzoni, 132 poemi, inciso 13 album (o 11), abbia due figli e circa 1.213 amici (dipende dai giorni). Ha suonato in tutti i tipi di festival, dai più prestigiosi come il Newport Folk Festival, il Kerrville Folk Festival, SXSW (South By South West di Austin, Texas) e al Bumbershoot, un festival internazionale che si tiene a Seattle, Washington e uno dei più grandi festival del genere del Nord America. Ha aperto concerti delle Indigo Girls, Todd Rundgren, Huey Lewis e Joan Osborne e ora vive nel New England. Di lui...

Bill Evans - You Must Believe In Spring (1981)

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La primavera solitamente è associata a sentimenti gioiosi, vibranti, positivi. Eppure questo disco pone la primavera come un'esortazione, una speranza, a superare ed uscire dal dolore. Bill Evans è stato uno dei più grandi pianisti jazz di tutti i tempi. Percorrere la sua carriera vuole dire toccare alcune delle vette più grandiose della storia del Jazz, soprattutto tra fine anni '50 e metà anni '60: basta solo citare il ruolo, centrale e decisivo, in Kind Of Blue di Miles Davis (1959) o lo straordinario Trio con Paul Motian alla batteria e Scott LaFaro al contrabasso. Fu la scomparsa, in un incidente stradale, del giovanissimo bassista che diede il primo colpo all'anima di Evans. Legatissimo a Scott, la sua morte lo segnerà spingendolo in un vortice di dolore e, successivamente, di autodistruzione che segnerà il suo lavoro. Va detto che il destino non fu davvero gentile con lui: nel 1973, dopo la rottura della loro relazione, Ellaine Schultz si getta sotto un treno. Er...

Tim Buckley

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Nato a Washington nel 1947, vive a New York e, all'età di quindici anni, va sulla costa occidentale, con Woody Guthrie nella mente e la voglia di diventare un folk singer, vero. Dal '63 frequenta da musicista (chitarra - voce) i circuiti folk di Los Angels e della Bay Area. Nei testi, viene coadiuvato dall'ex compagno di scuola Larry Beckett. Al Troubador di Los Angels trova l'ambiente a lui ideale, stende i primi pezzi personali e poi i capolavori. Negli anni '70 partecipa a numerosi film, interpreta una commedia di Satre, No Exit e scrive il soggetto della pellicola Fully Airconditioned Inside, mai girata. Nel 1975 muore per una overdose di morfina ed eroina. Come ogni folk singer, egli penetra le cause della disfatta e le denuncia a piena voce, è il 1966 e Buckley strappa alla Elektra l'album d'esordio, smette di credere alla "rivoluzione psichedelica" sfruttata ed inglobata per intero. Si avverte aria di disillusione per la scena contempor...

The Ramones - The Ramones (1976)

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di Silvano Bottaro MC5, New York Dolls, Iggy Pop con gli Stooges. I punti di riferimento sono chiari: nei laboratori del rock'n'roll nulla nasce dal nulla. Ma questa mezz'ora di musica urlata, schitarrata senza pietà (e senza assoli: come ha fatto notare Tom Verlaine, questo è l'inizio della musica dei bianchi, della musica che non deve quasi nulla al blues) e senza un filo di grasso, da dove spunta? E lo stesso sgomento di chi vide dal vivo i ragazzi di Forest Hills, Queens, suonare al CBGB quell'anno: venti minuti, mezz'ora al massimo di canzoni una dietro l'altra, introdotte giusto da un «Hey Ho Let's Go» o da un scanditi da Dee Dee, vocalist originario della band e primo a decidere di chiamarsi Ramone, ispirandosi, pare, al cognome che Paul McCartney dichiarava registrandosi in incognito in albergo. Ben presto arriva Joey e tutti i tasselli vanno a posto: quella voce un po' stridula è perfetta per un gruppo cresciuto dentro la cultura pop ameri...

Banco Del Mutuo Soccorso - Canto Di Primavera (1979)

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Nella Domenica di Pasqua (Auguri e un grande abbraccio) il disco "primaverile" della serie di Aprile ci porta nell'Italia del 1979. Un paese dilaniato dalla tensione politica, con la paura del terrorismo, il radicamento delle questioni, con il culmine nel rapimento e l'omicidio di Aldo Moro e gli uomini della sua scorta. Ma dal punto di vista musicale fu un anno fecondissimo: dischi come Lucio Dalla, Banana Republic dello stesso Dalla con De Gregori, Buona Domenica di Antonello Venditti. E sebbene all'estero fosse ormai scomparso sotto le sferzate arroganti del punk, perfino il progressive regala gemme. Come il disco di oggi, ad opera del Banco del Mutuo Soccorso. La band si era formata 10 anni prima a Marino, in provincia di Roma quando i fratelli Vittorio e Gianni Nocenzi mettono su un primo gruppo, con Franco Coletta, Fabrizio Falco e Mario Achilli. Registrano un provino per la RCA che comparirà in una compilation su nastro, tesoro dei collezionisti, Sound 70, ...

Fabio Treves

 Milanese, classe 1949, l'armonicista e cantante Fabio Treves è uno degli esponenti di punta della scena blues italiana, scena che ha contribuito a fare crescere non solo come musicista, ma anche nelle vesti di fotografo, giornalista, scrittore, organizzatore di eventi e, per lungo tempo, responsabile dell'ufficio Progetto giovani del Comune di Milano. Discografia e Wikipedia

The Mercy Seat - Nick Cave and the Bad Seeds (1988)

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Con un suono che reinventa ogni stilema della musica popolare fino a trasformarlo in rimbombo, e con un'abilità nei testi da puro scrittore, Cave è il totem di chi chiede alla musica una rappresentazione vera, che può anche sfuggire alla benedizione evangelica del lieto fine e che contempla la tragedia, non solo la commedia. I suoi brani sono piccole maledizioni, raggruppano il senso della minaccia incombente e dell'immanente disastro che conferma il presagio. The Mercy Seat gioca su due registri antitetici: morte e benedizione, sacro e profano. La «mercy seat» è la sedia elettrica che aspetta l'io narrante, ma è anche il trono di Dio dell'Arca dell'alleanza, la cui costruzione fu ordinata a Mosè per dimostrare la potenza di Yahveh e la sua presenza in mezzo al popolo. Nick Cave cita il Vecchio Testamento, il Levitico e il Vangelo: «Occhio per occhio / dente per dente / ma io ho detto la verità / e non ho paura di morire». Cave ha dichiarato in un'intervista che...

The Magnolia Electric Co. - The Magnolia Electric Co. (2003)

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Iniziamo da questo disco, con un gufo disegnato da William Schaff, artista che ha creato molte copertine della famosa etichetta indipendente Jagjaguwar, soprattutto quelle degli Okkervil River (che sono stati protagonisti di una Storia di Musica). Il gufo ha due mani extra, nella posizione tipico dell'iconografia del Cristo, davanti al fiore di una magnolia che è illuminata come una lampadina. Perchè Jason Molina, l'autore delle canzoni, aveva appena inaugurato con questo disco un nuovo progetto chiamato The Electric Magnolia Co. Tra parentesi, nelle prime edizioni del disco non vi era una precisa definizione del titolo sia della band che del disco. Questo perchè Molina fino ad allora aveva firmato i suoi lavori, di un maturo, dolente e romantico cantautorato, con il soprannome di Songs:Ohia, sin dal 1996, quando pubblicò il suo primo lavoro indipendente di un certo rilievo, dallo stesso titolo (che i fan ribattezzeranno Black Album). Molina si circonda di un gruppo di musicist...

Pere Ubu: David Thomas

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Domiciliato in Inghilterra, dove i Pere Ubu vennero attratti da un vantaggioso contratto offerto loro dalla Rough Trade, David Thomas è quello "grasso" con la voce baritonale, tanto per intenderci. Le cronache ce lo raccontano difficile e scontroso, tanto litigioso da portare allo scioglimento una delle più belle bands anarchiche della nostra epoca. Da anni a capo dei Pere Ubu, una band "rumorista", cerca di abbandonare "il rock" come formalismo, scegliendo un'avventura musicale in bilico tra passione e tecnologia. Lontano dal music business e dalla pubblicità in generale, è tutt'altro che un'arrampicatore Thomas. Fare la musica che gli piace e lavorare solo per questo è il suo modo d'essere. " Nulla di essenziale accade ove non sia presente il rumore ", è in questa celebre frase di Jacques Attali l'essenza sonora che i Pere Ubu cercano di mettere in pratica. Una nuova tendenza verso "un rock" totalmente liberat...

The Jimi Hendrix Experience - Eletric Ladyland (1968)

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di Silvano Bottaro James Hendrix è tornato da Londra, dove gli hanno cambiato il nome in Jimi e hanno fatto di lui una star. Ha suonato a Monterey, dove finalmente anche gli americani si sono dovuti accorgere di lui. Ha girato gli States con il trio, la Jimi Hendrix Experience, in un tour di nove mesi senza interruzioni. Quando entra in studio, a fine 1967, ha molte idee e pochi pezzi già scritti, per un album, il terzo della sua vita, che sarà anche il primo interamente, veramente suo. Un produttore ci sarebbe, Chas Chandler, responsabile del suo successo britannico, ma la lentezza con cui procedono le registrazioni e le decine di «amici» di Jimi che stazionano in sala gli danno sui nervi. Se ne va sbattendo la porta, e Electlic Ladyland risulterà «prodotto e diretto da Jimi Hendrix». Le cose vanno come vuole lui, in effetti: a rilento, con improvvisazioni continue e sperimentazioni anche bizzarre, anche naif: chitarra, basso e batteria qua e là vengono accelerati, o rallentati; c...

Talk Talk - The Colour Of Spring (1986)

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Simbolicamente la primavera è tempo di rinascita. È una rinascita vera e propria quella che visse, con questo disco, una delle formazioni più interessanti degli anni '80 in Gran Bretagna, che ha lasciato un segno negli appassionati di musica. Tutto inizia a metà anni '70, quando spinto dal fratello maggiore Ed, che faceva il talent scount e il manager per emergenti e spesso improbabili gruppi punk, Mark Hollis fonda a Londra The Reaction, che incideranno un unico singolo in studio nel 1978, I Can't Resist, pubblicato dalla Island di Chris Blackwell. Nel 1981 incontra il bassista Paul Webb, il tastierista Simon Brenner e il batterista Lee Harris, formando con loro una nuova band, a cui dà il nome di Talk Talk. Sono gli anni della new wave e del cosiddetto new romantic, di grande successo: si affidano ad uno dei produttori del momento, Colin Thurston, che guidava alla consolle i Duran Duran, e pubblicano The Party's Over, nel 1982: un synth pop senza infamia e senza lode,...

E T I C H E T T E

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