The Mercy Seat - Nick Cave and the Bad Seeds (1988)

Con un suono che reinventa ogni stilema della musica popolare fino a trasformarlo in rimbombo, e con un'abilità nei testi da puro scrittore, Cave è il totem di chi chiede alla musica una rappresentazione vera, che può anche sfuggire alla benedizione evangelica del lieto fine e che contempla la tragedia, non solo la commedia. I suoi brani sono piccole maledizioni, raggruppano il senso della minaccia incombente e dell'immanente disastro che conferma il presagio. The Mercy Seat gioca su due registri antitetici: morte e benedizione, sacro e profano. La «mercy seat» è la sedia elettrica che aspetta l'io narrante, ma è anche il trono di Dio dell'Arca dell'alleanza, la cui costruzione fu ordinata a Mosè per dimostrare la potenza di Yahveh e la sua presenza in mezzo al popolo. Nick Cave cita il Vecchio Testamento, il Levitico e il Vangelo: «Occhio per occhio / dente per dente / ma io ho detto la verità / e non ho paura di morire».
Cave ha dichiarato in un'intervista che molti ragazzi, dopo aver ascoltato il brano, andavano da lui a dirgli di essere stati colpiti da quell'ultimo verso e di non avere più paura di morire. A loro, l'artista australiano rispondeva in modo sorprendente: «Non fidatevi di me. La mia visione è cambiata. Ora ho il terrore di morire, mi coglie il panico ogni volta che ci penso».

(M. Cotto - da Rock Therapy)

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