Van Morrison - His Band and His Street Choir (1970)

His Band and His Street Choir è sicuramente un album minore nella grande produzione dell'irlandese, ma non è certo un album infimo come molti critici hanno voluto dipingerlo; vi si respira un'aria festaiola, e più che una "jam" musicale pare una riunione organizzata da amici per amici (ricorda un po' le fotografie dei gruppi di famiglia che vengono inviate a Natale ai parenti lontani...).
Siamo distanti dal coinvolgimento emotivo, dallo "stream of consciousness" di Astral Weeks, e dal blues "malato" di T. B. Sheet, e come ricorda Janet Planet nella breve prefazione al disco (un tempo i dischi si facevano così: molte fioto, copertine cartonate apribili, molte note sui componenti, e a volte anche i testi...), l'artista sorridente raffigurato nella foro è sempre quello che anni fa rappresentava il giovane rabbuiato o l'ipersensibile visionario. L'album - lo ripetiamo - merita diversi ascolti, e lo strumentale elementarismo non ne travisi il giudizio: il nostro eroe è ancora ben saldo sulle sue posizioni, e alcuni brani - If I Ever needed Someone e Virgo Clowns - meritano di essere annoverati tra le migliori composizioni del cantante irlandese.
L'album non scalò le classifiche americane, ma alcuni suoi brani - come ad esempio Domino e Blue Money - ebbero un certo successo.
Un cenno particolare merita lo studio del "look" dei componenti la band e di Van stesso: il tutto potrebbe essere definito "ultra casual", ma alcune colorazioni dei pantaloni e delle magliette sono evocatrici di incubi notturni. La "cover" del disco rimanda ad Astral Weeks: sovrapposizioni di immagini di un serioso e mistico Morrison in odore di ascetismo...
Fra le composizioni presenti in questo disco, ricordiamo che I've Been Working - qui solo accennata - avrà ben altro fulgore nell'album "live" It's Too Late to Stop Now, e anche il rocker Bob Seger ne darà un versione trascinante. (Mia valutazione: Buono)

(Guido Giazzi - Van Morrison - Gammalibri)

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