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Visualizzazione dei post da luglio, 2021

World music africana | Il viaggio dei Tourè Kunda da Ziguinchor al successo internazionale

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Questo doppio Lp dal vivo è stato il mio biglietto d’ingresso nella world music africana. Era il 1984, e derive di Africa erano già arrivate nel rock: qualche anno prima Eno e David Byrne/Talking Heads avevano portato la new wave a incontrarsi con i poliritmi africani, e Peter Gabriel, come Picasso nella scultura e Modigliani nella pittura, aveva cercato di introdurre nella sua arte il mistero nero. Ma in realtà, di dischi africani – a parte “Pata Pata” – nei negozi non se ne trovavano, e il web dovevano ancora inventarlo. L’Africa è grande, gravida di musiche anche molto diverse fra loro, ma mancavano pubblicazioni e mappe per seguire rotte certe. Si andava a occhio, e solo molto dopo avrei messo in prospettiva la incredibile varietà (e quantità) della musica del continente nero. I Tourè Kunda vengono dal Senegal, insieme a Mali e Nigeria i Paesi dell’Africa occidentale più ricchi di tradizioni musicali e di artisti arrivati sui palcoscenici internazionali. Nascono a Ziguinchor, adagi

Nirvana - MTV Unplugged In New York (1994)

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Quando uscì questo disco, il 1° Novembre del 1994, Kurt Cobain, leader dei Nirvana, è morto da quasi 7 mesi. Suicida. L’esibizione per la fortunata serie Unplugged di MTV era addirittura avvenuta un anno prima, il 18 novembre del 1993 presso i Sony Studios di New York. Sebbene la registrazione video del programma fosse messa in programmazione settimanale dal Network dalla settimana della sua morte (aprile 1994), il disco doveva essere la perla di un cofanetto live in ricordo del cantante suicida, ma Kris Novoselic e Dave Grohl, gli altri due alfieri del gruppo, non avevano le forze mentali per scegliere, visionare e cercare material sufficiente. Quindi la DCG, la loro casa discografica, pubblicò questa esibizione, dal titolo MTV Unplugged In New York con la produzione del famoso produttore Scott Linn, che produsse anche lo show per MTV. Ho iniziato da qui perchè questo disco, che probabilmente sarebbe stato già bellissimo senza quello che successe a Cobain, è diventato uno degli alb

I 100 Album Jazz che hanno sconvolto il mondo #55 #54 #53

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JOHN COLTRANE: ASCENSION (IMPULSE!) Coltrane (ts), Freddie Hubbard, Dewey Johnson (t), John Tchicai, Marion Brown (as), Archie Shepp, Pharoah Sanders (ts), McCoy Tyner (p), Jimmy Garrison (b) ed Elvin Jones (d). Rec. 1965 Ancora un album indisciplinato, imperfetto, controverso e profondamente divisivo 40 anni dopo la sua uscita iniziale, Ascension ha stabilito il ritmo e il tono del dibattito musicale d'avanguardia fino alla fine degli anni '60, diventando rapidamente una pietra di paragone all'avanguardia in tutto il mondo. arti - anche John Lennon ha detto agli intervistatori "ovviamente ho sentito Ascension" quando ha affermato le sue credenziali intellettuali della fine degli anni '60 insieme a Yoko. Oggi, la musica rimane estremamente difficile, il fuoco infernale e il caos dei musicisti di supporto di Trane una chiara indicazione dei tempi in cui è stata creata, ma è una data titanica che ha cambiato il jazz per sempre. (KS) LESTER YOUNG: LESTER YOUNG /

Woody Guthrie - Dust Bowl Ballads (1940)

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di Silvano Bottaro S trade polverose di un'America inquieta e povera. Lo spirito dell' hobo con tutta la sua filosofia popolare sempre alla ricerca della giustizia sociale. Le canzoni di Woody Guthrie , classe 1912, sono il viaggio di un emarginato attraverso i drammi della Grande depressione e le rivolte del Midwest . Sono l'eco di un grido sofferto, una ribellione verso quello sviluppo sociale alienante e alienato, così inumano da accantonare e lasciare al proprio destino chi non vale perché non serve. Musicalmente, a differenza di Pete Seeger - altro grandissimo cantore 'impegnato' nell'unire dialetticamente cultura e lotta sociale - il quale si muoveva in un contesto più rigoroso che evidenziava l'approccio storico-tradizionale del ricercatore folk di matrice bianca, Guthrie è stato il filo conduttore che ha ricondotto la 'protest song' nella strategia affidata, la spontaneità colloquiale del ' talking blues ' e del 'train

Folk Show: Episode 67

Mother Love Bone - Apple (1990)

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Quando uscirà questo disco, la band, che aveva animato la scena rock di Seattle, già non esisteva più. I Mother Love Bone erano considerati la nuova sensazione del rock americano, in una città che già da anni sfornava gruppi interessantissimi. Ma la loro storia innescherà tutta una serie di conseguenze, che saranno il filo rosso dei dischi di Febbraio, dedicati al Seattle Sound e ad alcuni suoi esponenti. I Mother Love Bone nascono tra l’altro dalla fine di un altro gruppo, i seminali Green River di Mark Arm: tra l’altro fu Arm, cantante e chitarrista, in una lettera che scrisse ad un magazine musicale, a definire il suo gruppo di allora, siamo agli inizi degli anni ‘80, grunge (che è un termine slang, da grungy per “sporco”), termine che verrà portato alla ribalta proprio per i dischi dei Green River da Bruce Pavitt, uno dei fondatori della Sub Pop Records, la casa discografica dei gruppi della città. I Green River si sciolgono dopo un un grande disco, Rehab Dolly: Jeff Ament e Stone

Todd Rundgren

Musicista, compositore, arrangiatore, produttore, mago del suono, esperto di tecniche di registrazione video/audio e infne bizzarro personaggio del rock americano. Tutto questo e altro ancora è Todd Rundgren (1948) negli anni '60 membro fondatore dei Nazz, quartetto pop di chiara derivazione beat. Discografia e Wikipedia

La rivincita della tradizione | L’ultimo tango a Parigi e a Buenos Aires dei Gotan Project

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Questo è uno degli album che al virare del nuovo millennio mettono meglio in scena il senso della contaminazione e della ricombinazione: più che inventare qualcosa ex-novo, la filosofia è campionare, mischiare influenze e stili e suoni a volte completamente diversi e ritrovarsi in mano qualcosa di inedito. Quando i Gotan Project arrivano sulla scena, alla fine dei 90, il trend sonoro che è nell’aria, in discoteche cool e piccoli club da chill out, è il downbeat, breakbeat, trip hop, lo suonano ormai mille DJ in giro per le piste del mondo. È un filone della club culture, e ognuno contribuisce: Soul To Soul e Massive Attack sono gli originatori, poi con loro tanti gruppi inglesi francesi e tedeschi, o dj-produttori-solisti che campionano e riciclano, aggiungono beat elettronici e cambiano le dinamiche dei brani, gettano dentro elementi diversi e creano “parentele” impossibili. I Chemical Brothers (un nome un programma) nella loro dance tecno mischiano i big beat elettronici grandi quant

Pink Floyd - The Dark Side Of The Moon (1973)

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Il viaggio musicale tra i dischi che in copertina non presentano né il nome dell’opera né dell’autore non poteva finire che con questo disco, l’album più famoso della storia del rock: esce il 1° marzo 1973 negli Stati Uniti e il 23 nel resto del mondo. I Pink Floyd (che si chiamano così unendo i nomi di Pink Anderson e Floyd “Dipper Boy” Council, due bluesman minori) erano già una band di culto e di successo. Dopo gli inizi in stile beat, iniziano a creare un notevole ed originale incrocio tra rock classico e musica progressive. Guidati da Syd Barrett fino al 1969 (che lascerà il gruppo in seguito a gravi problemi psicologici), il resto del gruppo, composto da Roger Waters (basso e voce), Nick Mason (batteria), Richard Wright (tastiere) e David Gilmour (chitarra e voce) decide di andare avanti da solo. More ed Ummagumma ma soprattutto il leggendario Atom Heart Mother (con la celebre vacca in copertina, 1970) segnano il suono, etereo, magnetico, mistico della band. Sono molto amati da f

I 100 Album Jazz che hanno sconvolto il mondo #58 #57 #56

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CLIFFORD BROWN / MAX ROACH QUINTET: CLIFFORD BROWN E MAX ROACH (EMARCY) Brown (t), Harold Land (ts), Richie Powell (p), George Morrow (b) e Max Roach (d). Rec. 1954 Il tempismo è tutto. Per due anni questo gruppo è stato la punta di diamante del jazz moderno: nella primavera del 1956 avevano Sonny Rollins come tenore residente accanto alla tromba straordinariamente innovativa di Clifford Brown: Miles e Coltrane stavano ancora suonando al passo con il loro quintetto. Poi, un incidente automobilistico ha rivendicato Brown e il pianista Richie Powell e tutto è finito. Questo potente set, contenente interpretazioni classiche di standard post-bop come "Daahaud", "Joy Spring" e "Parisienne Thoroughfare" è ancora il punto di partenza per il bop post-Parker e l'ascolto obbligatorio per qualsiasi trombettista successivo. Il CD contiene due riprese alternative che aggiungono altri 10 minuti di musica. (KS) HORACE SILVER: SONG FOR MY FATHER (BLUE NOTE) Silver (p)

Okkervil River - I Am Very Far (2011)

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di Silvano Bottaro A parte la collaborazione con Roky Erickson nel suo bellissimo True Love Cast All, gli Okkervil River mancavano dalla scena musicale da tre anni e questo nuovo album si preannunciava come un album ‘difficile’. " Voglio fare un disco di suoni per me stesso e non per la massa " disse a suo tempo Will Sheff, compositore e cantante del gruppo, e così è stato. Il termine ‘difficile’ in questo caso non è da intendersi come poco accessibile, ma soprattutto come ‘spiazzante’. I Am Very Far, settimo album della band Texana si allontana dalla sua matrice prevalentemente Folk - rock, da quel sound personale e pulito che li ha caratterizzati e approda a suoni più arrangiati ed orchestrali, infatti molte delle canzoni sono eseguite da due batterie, due bassi, due tastiere e ben sette chitarre. La prima cosa che risalta di questo ‘I Am Very Far’ è il suo ‘umore’, difficile da raccontare, non semplice da assorbire. Viene da chiedersi se il disco è frutto di

Folk Show: Episode 66

The Velvet Undeground & Nico - The Velvet Underground & Nico (1967)

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La Verve è l’etichetta del jazz fondata da quel genio di Norman Granz a metà anni ‘50. Nel 1967 era una delle etichette più famose e rispettabili del panorama musicale quando si ritrovò a contratto una band di 4 giovani, che avevano due precettori niente male: Tom Wilson, l’uomo che scoprì Dylan, e Andy Warhol, il quale ingaggiava la band durante i party alla Factory, il suo laboratorio artistico, proiettando letteralmente addosso ai quattro musicisti delle immagini: da questo presero l’abitudine di suonare sempre con gli occhiali scuri da sole. La band in questione era composta da due studenti di letteratura, Lou Reed e Sterling Morrison, un giovane gallese con un bagaglio musicale classico e una viola elettrica, John Cale e una giovane batterista, dalla tecnica piuttosto basica, Maureen Tucker. Scelsero come nome il titolo di un libro del giornalista Michael Leigh, pubblicato nel 1963, che indagava per la prima volta le oscure e inconfessabili abitudini sessuali dei newyorkesi, tra c

E T I C H E T T E

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