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Visualizzazione dei post da ottobre, 2017

I vecchi Cowboy Junkies #3/9

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A horse in the country (Black eyed man, 1992) A questo punto, le canzoni se le scrivevano quasi tutte da soli. E gli era venuto anche un po’ di buonumore. Un po’. Quanto basta per tirarsi su da un matrimonio con l’uomo sbagliato pensando al cavallo, in campagna, su cui “un giorno salirò in sella, e ce ne fuggiremo assieme”. Quanto basta per tirarsi su dal vedere gli amici diventare uguali a come erano i loro genitori, e pensare a Cathy che si è comprata un biglietto di sola andata e ha mollato tutto questo.

Seamus Fogarty – The Curious Hand (2017)

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di Lorenzo Righetto Non erano più di cinque anni fa, quando l'ombra di un omone irlandese si stagliava su Londra: pochi sapevano che in città c'era l'ennesimo cantautore in cerca di fortuna. Cosa poteva fare, uno che era riuscito a perdere l'autobus per Dublino e a passare quindi la notte a Carlow, la Guastalla d'Irlanda (detto con rispetto e affetto da chi è stato in entrambe), nel "tritacarne" dei musicisti? Eppure, eccoci qua a commentare l'esordio su Domino di Seamus Fogarty, un fulmine a ciel sereno e, soprattutto, una buona notizia per chi crede nel proprio lavoro (forse bisogna ringraziare James Yorkston, se non altro per aver ispirato brani come "Van Gogh's Ear"). Sembrava che la sua fosse stata la meteora simpatica e un po' schizzata di un'Irlanda sempre meno sotto i riflettori, e invece... "The Curious Hand" è un disco nuovo nella sua spavalderia, nella sua sicurezza, nella disinvoltura con cui veico

Sun Ra

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Baron Wolman Sun Ra, Berkeley, CA 1968 Photograph: Black and White Type: Silver Gelatin

The Incredible String Band

Formazione britannica di folk psichedelico, la Incredible String Band nasce dagli eclettici talenti dei polistrumentisti Mike Heron e Robin Williamson. I due formano il primo nucleo del gruppo con Clive Palmer nel 1965. suonando jug music a Glasgow, al Clive's Increbible Folk Club dal quale prendono il nome. Discografia e Wikipedia

R. E. M. - Document (1987)

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Per la prima volta, con Document i R.E.M. superano il milione di copie vendute, arrivando vicini a quel successo che molti attendono e che loro stessi sapranno consolidare firmando un rumoroso contratto con la Warner Bros. Ma Document esce ancora con la IRS, la casa discografica che ha come nome la sigla che in America identifica l'ufficio delle imposte e come simbolo un figuro che potrebbe lavorare per la Cia, come in effetti faceva il padre di chi l'etichetta ha fondato (sua madre lavorava per il servizio segreto britannico): Miles Copeland, fratello di Stewart il batterista dei Police. Quando — all'inizio del decennio — un singolo stampato in mille copie (Radio Free Europe) e un tour in furgone trasformano i R.E.M. nella band «alternativa» piú ambita della scena americana, ci vogliono coraggio e una straordinaria coscienza dei propri mezzi per scegliere la piccola ma ambiziosa impresa di Copeland. Ma il coraggio e la coscienza di sé sono le qualità migliori dei quattr

R.E.M, guida per principianti

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Non sono moltissimi i gruppi rock che sono riusciti a passare dal genere indie e dell’underground al grande pubblico mondiale: ma c’è un gruppo che ha letteralmente partecipato alla fondazione del termine “rock alternativo” e che negli anni è riuscito ugualmente a vendere oltre 85 milioni di dischi: i R.E.M. Il gruppo nasce nell’inverno del 1980 ad Athens, all’università della Georgia, quando quattro compagni di corso si accorgono di avere gusti musicali molto simili. Cominciano a provare insieme, in un vecchio garage, suonando perlopiù cover di band punk: il loro primo concerto è durante il compleanno di un amico. Durante l’estate, il cantante e leader del gruppo, Michael Stipe decide di dare un nome indimenticabile alla band. Il gruppo comincia pian piano a comporre canzoni, e a cimentarsi sempre di più in questo progetto musicale, tanto che l’anno successivo riesce a pubblicare il primo singolo, Radio Free Europe. Dopo un serrato lavoro in studio, riescono a far uscir

Pixies - Doolittle (1989)

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«Stavo solo cercando di copiare i Pixies», dirà qualche anno dopo Kurt Cobain parlando di Smells Like Teen Spirit. Qualche anno prima, ha identificato in Surfer Rosa, il primo album vero della band di Boston, una delle ragioni per cui ha immaginato di fare il musicista. Pixies, la grande band che avrebbe potuto essere enorme (Gigantic è un pezzo del primo album), se solo i tempi fossero stati maturi, o se Black Francis e Kim Deal non si fossero detestati (amati/odiati?)... Stava solo copiando Debaser, il povero Kurt, con quell'attacco di basso, la chitarra lasciata libera di intessere la sua tela, la strofa quasi melodica, il ritornello quasi urlato. Per non parlare del testo, ugualmente surrealista, immaginifico e incomprensibile. Black Francis l'ha scritto pensando ai tempi dell'università, quando il professor Levine gli mostrava i film delle avanguardie storiche del Novecento. Ora canta, anzi, urla: «Non so tu, ma io sono un Chien Andalou» (lui dice «Andalucia», ma va

Frank Zappa & Archie Shepp "Let's Move To Cleveland Solos"

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St. Vincent – Masseduction (2017)

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di Vassilios Karagiannis Nonostante l'assenza di pubblicazioni nell'ultimo triennio, è stato un periodo tutt'altro che votato al silenzio per Annie Clark: il Grammy come migliore album alternativo per il suo disco omonimo, un cortometraggio horror, il flirt da parte dei tabloid per le chiacchierate frequentazioni con Cara Delevingne e Kristen Stewart, il conseguente accesso a una platea e a potenzialità che anche solo ai tempi di "Strange Mercy" parevano totalmente fuori dalla sua portata. Alle nostre domande risponderebbe probabilmente alla maniera di uno dei tanti brevi video promozionali pubblicati nelle scorse settimane, tesi a stroncare sul nascere noiose domande poste da intervistatori poco brillanti. Eppure, verrebbe quasi da chiederglielo, se ai tempi in cui si faceva le ossa con la Polyphonic Spree, si immaginava di poter arrivare dove è ora, a essere protagonista di una delle più luminose parabole musicali degli ultimi quindici anni, a costruire un p

I vecchi Cowboy Junkies #2/9

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Powderfinger (The caution horses, 1990) Questa invece era di Neil Young, e anche a lei toccò lo stesso trattamento. Da grande pezzo rock divenne una ballata lentissima e lamentosa e commovente. Forse a sottolineare il rischio sonnolenza, nell’attacco formidabile sostituirono “look out mama…” con “wake up mama there’s a white boat coming up the river”.

Hüsker Dü

Influente band americana protagonista nell'evoluzione del rock dei '90, del quale anticipa la commistione di punk e pop, gli Hùsker Dù si formano nel 1978 a Minneapolis, Minnesota, per opera di due giovani proletari, il chitarrista Bob Mould (1960) e il batterista Grant Hart (1961). Discografia e Wikipedia

Courtney Barnett & Kurt Vile – Lotta Sea Lice (2017)

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di Giovanna Taverni Sulla carta c’è tutto. Quei due nomi ricorrenti – Kurt e Courtney, che ci riportano alla mente le gesta dei Novanta e la sua epica in disuso. L’amicizia fraterna che lega la Barnett e Vile, tanto che da qualche parte si sussurra che questo disco sia solo un pretesto per due cantautori affini e distanti di trascorrere un po’ di tempo insieme, divertirsi e fare musica. E poi quell’attitudine slacker, che un po’ vien fuori già a guardarli – quei due, coi capelli lunghi e liberi. Una sensibilità musicale affine, la chitarra, l’amore per la Fender. Insomma sulla carta è tutto pronto per il lancio. Lotta Sea Lice è un prodotto commerciale, come ogni disco. Ma c’è una componente di divertissement che arriva diritta sin dalla sua prima traccia. Si capisce che tra i due c’è del feeling, c’è una visione comune, c’è voglia di comporre musica insieme, improvvisare quando è il caso. Ci ricorda gli appuntamenti che ci davamo a casa di amici per suonare insieme e vedere

Deep Purple, guida per principianti

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Nato come gruppo musicale hard rock a Hertford nel 1968, oggi i Deep Purple, insieme a gruppi come Led Zeppelin e Black Sabbath, sono considerati fra i principali pionieri dell’heavy metal. Ma la prima cosa da sapere è che questa definizione non è mai piaciuta ai suoi componenti, come ha spiegato il cantante Ian Gillan: “Ciò che più mi dispiace è vedere oggi il nostro nome associato esclusivamente all’ambiente metal; noi in realtà ci muovevamo in un campo senza confini precisi, la nostra musica andava dai Black Sabbath a Marc Bolan, e nel mezzo ci mettevamo di tutto.” La band si formò attorno all’organista Jon Lord e al chitarrista Ritchie Blackmore, entrambi con una formazione di stampo classico e la passione per il rhythm & blues americano, condivisa con gli altri componenti: Ian Paice alla batteria, Rod Evans alla voce e Nick Simper al basso. Ma i loro primi due dischi Shades of Deep Purple e The Book of Taliesyn non riuscirono a sfondare. La prima vera formazione arr

Lucinda Williams – This Sweet Old World (2017)

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di Fabio Cerbone Chiedersi le ragioni di una rivisitazione discografica è legittimo, e ci sia concesso anche un principio di sospetto. Poi sarà la musia, come sempre, a scacciare ogni dubbio. Stiamo parlando dell'idea di Lucinda Williams e del suo compagno e produttore Tom Overby di incidere una seconda volta l'album Sweet Old World del 1992, oggi ribatezzato This Sweet Old World. Operazione non priva di implicazioni quella di una artista che ritorna su suoi passi, pensando addirittura di reinterpretare un intero album: o qualcosa non ha funzionato ai tempi, ed è rimasto una sorta di conto in sospeso, oppure si è di fronte ad una tale mancanza di ispirazione da dover ricorrere alla retromania più assoluta. Sperando che non sia l'annuncio di una pericolosa moda per gli anni a venire e per la sopravvivenza del rock'n'roll, la prima delle due tesi sembra quella più adatta a Lucinda Williams. Sweet Old World è il disco-testimonianza di un passaggio tormentato, d

Giorgio Gaslini su Duke Ellington

Roma, studi Rai, 1974: la trasmissione “Adesso Musica” dedica un’ intera puntata al grande direttore d’orchestra, arrangiatore e pianista Duke Ellington, scomparso poco meno di un mese prima. Il pianista e jazzista italiano Giorgio Gaslini ne ricorda la grande personalità espressiva come pianista a prescindere dalle sue doti tecniche di strumentista, di certo non impostate accademicamente. Video al video della teca rai

Accadde oggi...

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1938: Nasce Christa Paffgen, in arte Nico, attrice, cantante con i Velvet Underground poi solista. Morirà il 18 luglio 1988. 1947: Nasce a San Francisco, California, USA, Bob Weir, voce e chitarra dei Grateful Dead. 1960: Nasce a Malone, New York, USA, Bob Mould, cantante e chitarrista degli Husker Du e dei Sugar. 1977: Nasce a Bridgeport, Connecticut, USA, John Mayer, cantautore e chitarrista. Fonte

David Crosby – Sky Trails (2017)

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di Maurizio Pupi Bracali Sono passati quarantasette anni dall’inarrivabile capolavoro “If I Could Remember My Name” del 1971, album tra i più belli della storia del rock nella sua miracolosa sinergia tra le migliori menti della west coast californiana coordinate e dirette da un immenso David Crosby. Oggi non è più tempo di miracoli, ma di ottimi dischi sicuramente sì. Dopo l’eccellenza citata, Crosby, oltre a vicissitudini personali che l’hanno duramente provato, non è stato più all’altezza di avvicinarsi neppure lontanamente a quell’opera epocale, ed è solo da poco tempo a questa parte e dall’ultimo terzetto di album che le cose sembrano cambiare in positivo per l’ormai settantacinquenne musicista che ancora una volta dà una sterzata alla sua produzione con questo nuovo album in pochi anni. La svolta è quella di abbandonare parzialmente la costa californiana (musicalmente parlando) per muoversi in territori dalle atmosfere più jazzy piuttosto che folk o country come in passato.

The Cure: Guida per principianti

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Fra i gruppi rock che hanno segnato la storia degli anni Ottanta, e di tutta quella corrente new wave che ha condizionato in modo incisivo lo sviluppo della musica contemporanea, ci sono sicuramente i Cure: la band post punk inglese che, insieme ai Joy Division, ha segnato un’epoca. Quando si parla dei Cure, si potrebbe far riferimento direttamente a Robert Smith, il leader indiscusso della band, e unico membro che ha sempre fatto parte del gruppo in oltre 40 anni di attività. Fu proprio dalle ceneri del primo gruppo giovanile di Smith, gli Obelisk, che nel 1976 nacquero i Cure: che si proposero fin da subito per un concorso indetto dalla Hansa Records, e vinsero il contratto di produzione in palio. La prima pubblicazione fu il singolo Killing an Arab, che testimoniò fin da subito il minimalismo strutturale—che si contrapponeva alla psichedelia dei primi esprimenti—che negli anni rese famosa la band. L’album d’esordio, invece, fu pubblicato nel 1979: Three Imaginary Boys

Nick cave

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Radiohead - Ok Computer (1997)

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Il disco che farebbero gli extraterrestri di ritorno sul loro pianeta dopo aver soggiornato sulla terra e averne raccolto i frutti musicali più prelibati. Molto di più di una dozzina di canzoni, piuttosto un’esperienza sensoriale, un tuffo in un’altra galassia. Con Ok Computer i Radiohead si spingono oltre la linearità di The Bends, album splendido che però rischiava (ingiustamente) di farli rientrare nel grande calderone del brit pop imperante negli anni 90 e trovano un irripetibile equilibrio tra Pink Floyd e Beatles, elettronica e rock, progressive e partiture jazzate. Tutto ciò senza derogare nemmeno per un istante al nitore delle composizioni, alla pura bellezza delle canzoni, senza che una sola nota suoni ostica o fine a se stessa. Al centro è sempre la poetica esistenzialista della band di Oxford, sempre protesa a trasformare in musica e parole l’alienazione e le derive nefaste della postmodernità. Il canto di Thom Yorke, l’anti-frontman per eccellenza, ne è il vettore perfet

Humble Pie

Uno dei primi gruppi di hard rock inglese dei '70, gli Humble Pie si formano nell'aprile 1969 con Steve Marriott (1947 - 1991), già affermato chitarrista degli Small Faces e Peter Frampton (1950) leader degli Herd, assieme a Greg Ridley e Jerry Shirley. L'eccellente esordio di Natural Born Boogie non viene però suffragato dai primi due album. Discografia e Wikipedia

Kelela – Take Me Apart (2017)

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di Damiano Pandolfini Schietta e diretta Kelela lo è sempre stata, i voli pindarici non sono proprio il suo forte. Ma la calma che permea il lancio dell'"S.O.S." qui sopra è possibile solo per chi, come lei, ha scandagliato a fondo il bagaglio delle proprie esperienze personali - e non senza aver versato lacrime e assaggiato l'amarezza della perdita, dell'umiliazione e dell'abbandono. Quante delusioni deve aver vissuto sulla propria pelle, quanti imbecilli l'hanno fatta sentire piccola, quanti compagni insensibili hanno strisciato nel suo letto, per poter arrivare adesso alla piena consapevolezza di richiedere l'amore di un uomo con tal crudo trasporto emotivo e rispetto per sé stessa? In questo Kelela ti disarma e poi ti stende con un bacio; in lei troviamo una dimensione di femminilità che va ben oltre la pornografia voyeurista nella quale vengono inserite tante donne-oggetto del mondo dell'r&b. Kelela si confessa senza remore, sfoderand

Dieci belle canzoni di Tom Petty

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Il cantautore americano Tom Petty, morto pochi giorni fa a 66 anni, aveva iniziato la sua carriera 40 anni fa, diventando molto amato e popolare negli Stati Uniti alla fine degli anni Settanta, e aveva avuto diversi successi anche nel resto del mondo soprattutto negli anni Ottanta. Nel suo libro Playlist, la musica è cambiata, Luca Sofri – peraltro direttore del Post – aveva scelto alcune sue canzoni. Link al post originale con le Dieci canzoni

Van Morrison – Roll With The Punches (2017)

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di Fabrizio Zampighi In un ideale botta e risposta con i Rolling Stones di Blue & Lonesome, anche Van Morrison decide di aprire l’album dei ricordi e omaggiare alcuni classici del blues con questo Roll With The Punches: quindici brani in tutto, cinque autografi e dieci ripescati da una tradizione che il Nostro frequentava già ai tempi degli Them, qui nobilitata dal valore aggiunto dell’esperienza. Il musicista irlandese però, diversamente da quanto fatto dagli Stones, mette su un disco credibile e non troppo di mestiere, con una certa ricchezza negli arrangiamenti (ottimo, ad esempio, il lavoro ai confini col jazz nella Goin’ To Chicago di Count Basie e Jimmy Rushing) e capace di certificare quella “connessione” col blues che lo stesso cantante ammette tuttora di avere («Fin da quando ero giovane, ho sentito un forte legame col blues. La cosa da non fare con questa musica, è analizzarla. Devi solo suonarla. […] È così che funziona il blues. È un’attitudine»). Chiamati in stu

I vecchi Cowboy Junkies #1/9

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25 anni fa, l’11 febbraio 1992, uscì Black eyed man, il quinto disco e uno dei più belli dei Cowboy Junkies, band canadese che contribuì tantissimo tra gli anni Ottanta e Novanta al successo di un genere (chiamato a volte “indie”, a volte “americana”, a volte “alternative”) che ebbe molte declinazioni diverse ma che si rifacevano ai suoni del rock tradizionale e alle tradizioni di cantautori e band americane. Nel caso dei Cowboy Junkies, tra il country, il blues, le ballate americane e certe cover rock. Si erano formati nel 1986 e avevano registrato nel 1987, trent’anni fa, il loro primo disco di successo The trinity sessions. Da Black eyed man Luca Sofri, peraltro direttore del Post, scelse tre canzoni per una playlist dei Cowboy Junkies nel suo libro Playlist, la musica è cambiata. Cowboy Junkies (1985,Toronto, Canada) I tre fratelli Timmins erano di Toronto, e il bassista Alan Anton pure. Alla fine degli anni Ottanta furono, assieme ai 10,000 Maniacs, una delle band più popol

Max Roach al Music Inn

Roma, 1976-1977, siamo nello storico locale Jazz Music Inn. Le telecamere Rai del programma “Jazzconcerto” riprendono il live del grande batterista americano Max Roach in quartetto. Con lui Billy Harper al sax tenore, Cecil Bridgewater alla tromba, Reggie Workman al basso. Potete vedere gli istanti che precedono l’ inizio del concerto, la partenza ed un viaggio sonoro elettrizzante nel ritmo, di ben sette minuti, con una vera e propria icona della batteria Jazz Link al video della teca rai

Guns N' Roses - Appetite For Destruction (1987)

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Il nome viene dai due gruppi che si fondono per farlo nascere, gli Hollywood Rose e gli L. A. Guns. E il 1985 e la nuova espressione del metallo un po' glam di Los Angeles trova un contratto discografico con l'attento David Geffen: pare che vivano in condizioni deplorevoli, molto rock'n'roll, e che per questo nessun produttore li voglia adottare. Prima ci sono stati un breve tour sulla costa Ovest degli Usa, decisivo per fare dei cinque una vera band, e un periodo al Troubadour, dove li scovano gli uomini di Geffen. Poi, un minialbum autoprodotto, un finto live realizzato piú che altro per guadagnare tempo e far crescere l'attesa. Entrano poi in studio, con produttori diversi (tra questi anche Paul Stanley dei Kiss), fino a quando la casa discografica trova Mike Clink, che ha un curriculum breve e tutto dentro il rock pomposo che va per la maggiore nell'America degli anni Ottanta. Lui valorizza quanto di meglio i GN'R hanno da offrire, e cioè le due chita

Joy Division, guida per principianti

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Nonostante abbiano registrato solamente due album in studio, i Joy Division rimangono una delle band più apprezzate e incisive fra quelle che hanno animato la scena post-punk e new wave, a cavallo fra anni Settanta e Ottanta, componendo alcuni brani entrati poi nella storia della musica rock. La prima formazione dei Joy Divison, che all’epoca si chiamava ancora Stiff Kittens, si formò nel 1977 a Manchester: quando un giovane cantante e poeta chiamato Ian Curtis contattò un gruppo di musicisti che da qualche tempo si stava esibendo in città. Il primo brano inciso, fu At a Later Date, incluso in una compilation del magazine Electric Circus dedicato alle band emergenti di Manchester, nell’ottobre di quello stesso anno. Fin da subito la band si fece conoscere per il suo suono peculiare, per quanto ancora molto grezzo. Le influenze che aveva avuto il primo punk venivano mitigate da una certa predisposizione all’armonia della band. Ma il fattore che contribuì maggiormente a ev

Janis Joplin, morte di un mito

Muore la cantante Janis Joplin. Nata a Porth Arthur nel 1943, raggiunge la fama alla fine degli anni sessanta con la band “Big Brother and the Holding Company”, per poi iniziare una fortunata carriera da solista. All’età di soli 27 anni, viene trovata morta di overdose in un motel di Los Angeles. Il suo ultimo album, “Pearl”, viene pubblicato postumo e rimane primo nella classifica di vendite per 9 settimane. Link al video di raistoria

Led Zeppelin - Led Zeppelin (1969)

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Il dirigibile del rock deflagra all'alba del 1969 e il mondo non sarà più lo stesso: la lezione del british blues, da cui buona parte della band ha avuto le sue origini, viene sconquassata e condotta alle estreme conseguenze. La leggenda tramanda la nascita dell'heavy rock, seppure le esperienze parallele siano oggi storicizzate, ridimensionando il ruolo dei Led Zeppelin nel contesto dell'epoca. Resta fuori di dubbio che la macchina ritmica formata da John Paul Jones e John Bonham non avesse al tempo rivali e che la vocalità dionisiaca, vertiginosa di Robert Plant rappresentasse una visione quasi parossistica del genere. Jimmy Page, fuoriuscito dall'esperienza fondante con gli Yardbirds, sferza il tutto con una chitarra che ondeggia fra strali elettrici assassini e divagazioni tra il folk più onirico (Babe I'm Gonna Leave You, Black Mountain Side) e la psichedelia sinistra (il capolavoro Dazed and Confused), che prenderanno sempre più forma nei successivi lavori.

Accadde oggi...

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1949: Nasce a Palo Alto, California, USA, Lindsey Buckingham, chitarrista dei Fleetwood Mac. 1954: Nasce Stevie Ray Vaughan, chitarrista e cantautore. Morirà in un incidente d'elicottero il 27 agosto del 1990. 1967: Muore in un ospedale del Queens, New York, Woodrow Wilson Guthrie, noto come Woody Guthrie, figura di spicco del folk statunitense. Era nato il 14 luglio del 1912 a Okemah, Oklahoma, USA. Fonte

Gavin Bryars and Charlie Haden

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John Hiatt - Bring the Family (1987)

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Il disco della vita, una favola a lieto fine: dopo un decennio di alti e bassi, sia in senso strettamente artistico (doveva diventare il nuovo Costello americano, stava finendo per essere uno degli innumerevoli loser dell'industria discografica), sia in senso personale (vizi e stravizi, come da copione), John Hiatt mette insieme la band dei suoi sogni. Sono tutti amici fidati, hanno tempo e dedizione da offrire: Ry Cooder, Jim Keltner e Nick Lowe sono la squadra delle meraviglie, ma se il suono di Bring the Family è il loro, un concentrato di finezze rock & soul sudiste che porta il marchio di Memphis, il merito della profondità dell'album è tutto nelle canzoni di Hiatt. Qui lo stato di grazia è irripetibile e le stelle stanno a guardare: la carica strafottente di Memphis in the Meantime, il tiro imbizzarrito di Thing Called Love e Thank You Girl, la dolcezza di Tip of my Tongue e Learning How to Love You, soprattutto lo struggente romanticismo del capolavoro pianistic

Howlin' Wolf

Howlin' Wolf è il nome d'arte di Chester Arthur Burnett (1910 - 1976). Comincia cantando in chiesa per alcuni anni, ma si avvicina al blues rurale quando la famiglia si trasferisce nella zona del Delta del Missisippi. Nella seconda metà dei '20 conosce Charley patton, dal quale impara i rudimenti della chitarra, e che diventa inevitabilmente uno dei suoi principale ispiratori. Discografia e Wikipedia

E T I C H E T T E

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