di Gianni Gardon Il nuovo album di Andrew Bird, intitolato “My Finest Work Yet”, ci mostra un artista davvero compiuto, maturo, e che sembra aver trovato un perfetto equilibrio tra musica e parole. Lui, che partito dalla caotica Chicago, aveva sempre spaziato gli orizzonti con la delicata forza della sua musica, e del suo violino in particolare, disegnando al contempo acquerelli poetici ma altresì bizzarri e poco a fuoco, ora al contrario sembra ben conscio di ciò che vuole esprimere e, in un certo senso, lo fa senza mezzi termini. Lo sguardo è all’oggi, alla società, richiamando anche le tanto attuali tematiche ambientali (ma non solo), con sguardo disincantato ma non troppo, potremmo dire, basti pensare all’intensa, magica “Bloodless”, che in scaletta segue il brano d’apertura “Sisyphus”, convincente singolo d’esordio del disco col suo irresistibile fischiettare autentico protagonista. In “Bloodless” le istanze sociali volano alte, e vestendosi a festa, tra un arrangi...