The Black Crowes - The Southern Harmony and Musical Companion (1992)

Consacrazione orgiastica di un nuovo suono sudista nel pieno dell'era grunge, The Southern Harmony and Musical Companion è per la band della Georgia un notevole (e forse al tempo persino inaspettato) passo avanti rispetto al pur fortunato esordio Shake Your Money Maker. Aggiunto lo straordinario feeling solista del nuovo arrivato Marc Ford alla macchina da riff di Rich Robinson, i Black Crowes compiono un balzo verso le stelle, rimpolpando il rock'n'roll stradaiolo e di stretta osservanza Stones del debutto con fughe lisergiche, assoli lancinanti, cori gospel e profumi di jam anni Settanta. Un disco all'apparenza anacronistico, in realtà posizionato dentro l'anima di questa musica, per questo ancora più coraggioso in tempi di sfracelli alternative rock nelle classifiche di mezzo mondo. La ditta dei fratelli Robinson frulla in un colpo solo Allman Brothers e Led Zeppelin, Grateful Dead e Lynyrd Skynyrd aggiungendovi il profondo sud della Stax, il soul nero e il country bianco. L'esito passa dalla travolgente energia di Sting Me e Remedy al granito di No Speak No Slave, dalla passione rosso fuoco di Sometimes Salvation ai viaggi onirici di Thorn in My Pride, mentre il produttore George Drakoulias inventa intorno ad un gruppo in stato di grazia quel suono che resterà irripetibile per gli stessi Corvi: denso, febbrile, roccioso, riporta al centro dell'attenzione una stagione che sembrava definitivamente sepolta sotto le ceneri del sogno hippy e dei grandi raduni elettrici. (Mia valutazione:  Distinto)

(Fabio Cerbone)

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