John Cale - Music For A New Society (1982)

di Silvano Bottaro

Una colonna sonora scarna e spesso struggente, enigmatica nel suo protendersi oltre i confini dell'emotività e incredibilmente magnetica nella sua tensione sottile, quasi surreale. Una stanza spoglia, un uomo con le sue tastiere, essenzialmente pianoforte e organo, qualche sporadico intervento di chitarra e percussioni, una voce carismatica nel suo incedere ai limiti del recitativo. Questo, e molto altro ancora, è Music For A New Society, capolavoro solista dell'ex-mente creativa dei Velvet Underground.

Non un album rock, come Cale ne ha realizzati pure di ottimi, ma un album che vive di poetica rock filtrata attraverso una lente intimista, la stessa di Tim Buckley, di Nick Drake, dell'inarrivabile Springsteen di Nebraska: Music For A New Society è il lucidissimo delirio del cuore di un artista schivo e inimitabile, di uno stratega dell'eclettismo e della sensibilità, di un straordinario "mago" di suoni che trascendono l'esperienza comune per rivelarsi in tutta la loro intensità di contenuti, la loro sobrietà di forme, il loro fascino austero eppure passionale.
Strappa lacrime a applausi Music For A New Society, un disco che solo il cinismo e la desolante mercificazione dei nostri tempi possono aver subito condannato all'onta dei "dimenticati". Ma, si sa, i geni sono spesso incompresi.

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