James McMurtry - Complicated Game (2015)

di Blackswan

La carriera di James McMurtry è un implicito elogio alla lentezza. In circolazione dal lontano 1989, il chitarrista e songwriter texano ha messo in cantiere solo otto album in studio, compreso quest'ultimo. Otto dischi in ventisei anni, una media di uno ogni tre anni. In un mondo dominato da una frenesia ipertecnologica, McMurtry ha sempre tenuto la barra del timone della qualità, poche cose ma fatte bene, con cura artigianale e intelligenza, e una coerenza artistica che l'ha sempre tenuto distante dai grandi circuiti del rock a stelle e strisce. Complicated Game racchiude in sè tutta la premessa di cui sopra: uscito a distanza di ben 7 anni dal suo predecessore (l'ottimo Just Us Kids del 2008), questo nuovo full lenght è un disco sincero, ben suonato, essenziale ma estremamente curato nella produzione. E poi ci sono le canzoni, dodici per la precisione, tutte di gran livello, alcune delle quali davvero eccezionali. Frutto, è proprio il caso di dirlo, di un songwriting che non si è mai piegato alle logiche del mercato, che ha sempre guardato al suono americano come a un patrimonio da conservare con cura, e non come a uno spunto per creare canzoni buone a scalare le charts. McMurtry ha coinvolto ne progetto un gruppo di musicisti di grande spessore (Benmont Tench, Ivan Neville, Curtis McMurtry e Derek Truck, che regala un cameo su Forgotten Coast) e messo a punto il suo classico sound: ballate desertiche e scarne in equilibrata commistione fra rock e folk, strumenti tradizionali in bell'evidenza (il banjo del fratello Curtis), Dylan che osserva da dietro l'angolo e qualche soluzione inconsueta, come l'uso delle cornamuse in Long Island Sound, che suona inaspettatamente irlandese. Il risultato è un album non certo semplice e che va assimilato con la stessa calma che ci mette Mc Murtry a scrivere le sue canzoni. Dopo qualche ascolto, però, la soddisfazione è piena, il disco dispiega una variegata ricchezza di sfumature e alcune composizioni emergono in tutta la loro cristallina bellezza: You Got To Me, Cutter e Deaver's Crossing sono senza dubbio tra le canzoni più belle che abbia ascoltato in questo inizio 2015. Complicated Game segna dunque il ritorno sulle scene di un grandissimo artista, la cui coerenza artistica (e politica) finisce inevitabilmente per dargli una visibilità solo parziale, di gran lunga inferiore a quella che meriterebbe. Consigliatissimo a tutti coloro che amano l'Americana, quella più sinceramente roots. (Mia valutazione: Buono)

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