William Fitzsimmons - Gold In The Shadow (2011)

di Silvano Bottaro

Quello che traspare fin dalle prime note di Gold in the Shadow è una particolare e marcata intimità. Lo stile dato dalla voce e dalla sonorità raffinata, lieve e crepuscolare di William Fitzsimmons, suggeriscono un viaggio emotivo nei meandri del suo, del nostro ‘essere’.
William Fitzsimmons psicoterapeuta oltre che musicista, descrive le sue canzoni come una continua lotta contro i suoi demoni, le sue paure.
Figlio di genitori ciechi e con un passato da malato mentale, la sua non è stata certo una vita facile, i suoi testi ne sono la testimonianza, la musica ne è la rivincita.
Gold In the Shadow è il suo quarto lavoro e pur non discostandosi molto dal suo “The Sparrow and the Crow”, considerato il più bel disco/rivelazione folk del 2009, ci regala dieci ballate acustiche di asciutto folk con un equilibrato uso di ‘elettronica’ e ‘archi’.
Gold In The Shadow è un’opera profonda che tocca le corde più sensibili dell’uomo. Descrive in maniera poetica “stati” di anime in pena, riuscendo pur malinconicamente, ad infondere una sorta di speranza.
Non c’è molto altro da aggiungere su questo lavoro di William. Quando mi succede di ascoltare un disco per tantissime volte di seguito vuol dire che mi ha 'preso' e Gold In The Shadow ha avuto questo potere.
Personalmente lo trovo molto affascinante e coinvolgente. 

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