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Visualizzazione dei post da settembre, 2025

David Byrne – Who Is the Sky? (2025)

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di Gianfranco Marmoro Dopo le immagini che hanno visto di nuovo insieme i Talking Heads per promuovere la riedizione del film "Stop Making Sense" e il deciso no al ritorno in scena della band, la pubblicazione di "Who Is The Sky?" cala come un pietra tombale sulle speranze dei fan di un nuovo album, o quantomeno di un tour celebrativo per le "teste parlanti". I propositi del nuovo album di David Byrne sono palesi. Le dodici tracce di "Who Is The Sky?" sono miniature pop estroverse e godibili, a tale scopo il musicista di origine scozzese ha assoldato un produttore esperto, Tom Hull alias Kid Harpoon (già alla corte di Harry Styles e Florence + The Machine), e ha coinvolto la Ghost Train Orchestra per avere a disposizione una sezione archi e una di fiati, al fine di consolidare il taglio chamber-pop e quasi yacht-rock dell'album, lasciando scivolare in sottofondo le familiari influenze esotiche e funky del passato. La pubblicazione del nuovo d...

Daniele Sepe

Napoletano, Daniele Sepe (1960) esordisce intorno alla metà degli anni '70 all'interno del Gruppo Operaio 'E Zezi di Pomigliano d'Arco con i quali registra l'album Tamurriata dell'Alfa Sud (1976). Quindi dopo essersi diplomato in flauto presso il Conservatorio "San Pietro a Majella di Napoli, milita come sassofonista in gruppi new-wave della città, come Little Italy. Discografia e Wikipedia

Tutti Frutti - Little Richard (1957)

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 La prova lampante che la ribellione del rock 'n era nella performance e non nella canzone, nei coinvolgimento e non nelle parole. «Wop-bop-a-loom-a-boom-bam-boom tootitrootie...» è il nonsense più carico di significato degli anni cinquanta. Little Richard, unendo sacro e profano, rhythm and blues e gospel, boogie e soul, omelie e crudi riferimenti sessuali, am. biguità e audacia, offrì all'America puritana di allora uno degli spettacoli più coinvolgenti e sconvolgenti del dopoguerra. Ci arrivò dopo anni di fatica. Little Richard non riusciva a catturare su disco, a trasferire su vinile, quella forza incredibile che riusciva a sprigionare nelle esibizioni dal vivo. Il suo discografico, Robert Bumps Blackwell, era disperato e pronto a gettare la spugna. Dopo l'ennesima session incolore, comunica a Little Richard che il tempo a sua disposizione sta scadendo. Se non produce qualcosa di geniale, inarrestabile e anarchico e pari alle aspettative che l'etichetta ripone in lui...

Spring - Spring (1971)

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Il tema legante le storie musicali di Aprile non è così fantasioso: è la primavera. Ma le storie dei dischi che ho scelto accumunati da questo tema sono davvero interessanti e, come quella di oggi, dal punto di vista "mitologico" quelle che a me piacciono di più. Per iniziare torniamo a fine anni '60 in Gran Bretagna, agli albori dell'era progressive. Gli aficionados della rubrica sanno che è uno dei miei periodi musicali preferiti, cassa del tesoro infinita da cui attingere musica grandiosa. E la perla di oggi è per molti versi unica. Tutto inizia a Leicester, nel 1969, quando si fonda un gruppo musicale: Pat Moran cantante, Ray Martinez chitarrista e Kips Brown alle tastiere sono il nucleo degli Spring, su cui ruoteranno altri musicisti amici. Hanno una particolarità unica: suonano anche ben tre Mellotron, che dà alla loro musica la maestosità di una orchestrazione ben più grande. Il mellotron, lo strumento principe del prog, fu il primo "computer musicale...

Nine Inch Nails - The Downward Spiral (1994)

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di Silvano Bottaro Come The Wall dei Pink Floyd, The Downward Spiral racconta la discesa agli inferi della psiche di un personaggio che tutti identificano con l'autore dei brani e il suo interprete. Come i Pink Floyd di The Wall, i Nine Inch Nails sono un'entità nella quale una sola persona concepisce i progetti che porteranno una firma collettiva. La differenza è che Trent Reznor (da Cleveland, Ohio) dei Nine Inch Nails è sempre stato l'unico, indiscusso titolare. Al punto che per registrare questo album ha potuto trasferire il suo studio nella cantina della casa che ha da qualche mese in affitto, al numero 10050 di Cielo Drive, a Beverly Hills, proprio dove i discepoli di Charles Manson 25 anni fa hanno massacrato Sharon Tate e altre quattro persone. Lui stesso racconterà di avere poi incontrato (per caso, giura) la sorella di Sharon Tate, che gli avrebbe chiesto: «Stai cercando di sfruttare in qualche modo la morte di mia sorella ?» Ovvio che sf. Reznor se ne andrà da ...

Frank Zappa - Joe's Garage Acts I,II,III (1979)

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Il mese di storie musicali legate al numero 3 si conclude con una pazza quanto meravigliosa opera rock in 3 parti, sogno del suo autore, che uscì in due dischi nel 1979. Infatti Frank Zappa, che dopo una estenuante diatriba legare sui diritti discografici del suo archivio, nel 1979 fondò la sua personale etichetta discografica, Zappa Records, a cui a breve aggiungerà un fantastico studio di registrazione personale. Nel 1979 pubblica uno dei suoi manifesti di "antropologia musicale", Sheik Yerbouti, che oltre la sua immensa fantasia e varietà musicale (una enciclopedia vivente che andava dalla musica concreta a Boulez, dal jazz al bluegrass fino al doo-woop passando per ogni stile intermedio) presenta una sfiziosa novità: Zappa la chiama xenocrony, è un innovativo montaggio sonoro in cui parti musicali, spessissimo i suoi assoli alla chitarra, vengono rimontate in altre canzone in maniera che sembra perfettamente naturale. Sheik Yerbouti, che è un doppio album, è anche uno dei...

Tito Schipa JR.

Figlio del celebre tenore Tito, Tito Luigi Giovanni Michelangelo Schipa è una della figure più singolari e poliedriche affacciatesi sulla scena musicale italiana. Nato a Lisbona nel 1946, cresciuto tra Los Angeles e Parigi e successivamente trasferitosi a Roma, esordisce nel 1966 come aiuto regista di Lina Wertmuller nei film Rita la zanzara e non stizzicate la zanzara. Discografia a Wikipedia

Twist And Shout - The Beatles (1963)

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 Se penso a una canzone che rimandi immediatamente all'isteria che avvolgeva i Beatles dal vivo, la prima che mi viene in mente è Twist and Shout, eseguita in prima battuta dagli Isley Brothers, un gruppo nero di Cincinnati, che gli Scarataggi fanno letteralmente a pezzi, smontando il brano per portarlo in una direzione quasi antitetica. L'originale era fondamentalmente un pezzo da sala da ballo, con sassofoni e trombe e atmosfera rilassata; i Beatles gli sovrappongono la frase di basso e la chitarra solista, con Ringo che martella alla grande e Lennon che imposta il canto in modo diverso da quello di Ronald Isley: più provocante, ambiguo, stronzo. Alla fine, quel «C'mon c'mon, c'mon, c'mon, baby, now!» diventa invito esplicito al pubblico femminile bianco che, nel 1963, aspettava solo un verso come quello per far esplodere la sua eccitazione e ribellione. E quel «now» detto in quel modo diventava addirittura più di un invito: si trasformava in un ordine, come a...

Kathleen Edwards - Billionaire (2025)

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  di Fabio Cerbone  Sole in faccia, un limpido paesaggio marino e un titolo che sembra ammiccare alla fortuna sfacciata della vita, dietro però si nasconde qualcosa di più complicato. A cominciare dalla carriera artistica di Kathleen Edwards, cantautrice canadese fra le più talentuose dei primi anni Duemila, lanciata alla conquista dell’Americana oltre i confini nazionali, portata in palmo di mano da colleghi e stampa e poi finita in un vicolo cieco personale, quasi dieci anni di blackout discografico e un “buon ritiro” nel suo locale di Ottawa, una coffee house dove ha lavorato fino al ritorno sulla scene nel 2020. Venduta l’attività, trasferitasi in Florida con un nuovo compagno e ripresa confidenza con la scrittura musicale grazie a Total Freedom, Kathleen aveva forse bisogno di tornare a credere in se stessa, magari trovando qualcuno che la assecondasse nella traduzione sonora delle sue idee, facendo emergere nuovamente l’intensità delle liriche e l’afflato del suo country...

Big Brother & The Holding Company - Cheap Thrills (1968)

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di Silvano Bottaro La ragazza texana che i compagni di scuola chiamavano «Mostro», o «Maiale», se ne è andata a San Francisco, dove ha anche inciso un disco per voce (la sua), chitarra (è Jorma Kaukonen, quello dei Jefferson Airplane) e macchina per scrivere. Ha esagerato con le droghe, e forse piú ancora con il bourbon, e gli amici le hanno pagato un biglietto d'autobus per rientrare in Texas, a Port Arthur, là dove la chiamavano Mostro. Quando nel 1966 torna in California, si è ripulita e canta ancora meglio di prima. I suoi modelli — di vita; piú che di canto — sono sempre le grandi di un temPO, Odetta e Big Mama Thornton, donne volitive che interpretavano il blues con una sensualità e con un'energia che gli uomini potevano solo sognare. I Big Brother & The Holding Company, in ascesa sulla scena psichedelica di San Francisco, la notano subito e le affidano il ruolo di cantante e leader sul palcoscenico. Incidono un album di scarso successo e poi finiscono sul palco a M...

Big Thief – Double Infinity (2025)

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 di Nicola Stufano Che sesto disco che tirano fuori dal cilindro i Big Thief: li avevamo lasciati in quattro nel 2022 con “Dragon New Warm Mountain I Believe in You”, e li ritroviamo in 3 dopo l’abbandono dello storico bassista Max Oleartchik, avvenuto l’anno scorso, ma li ascoltiamo in 11 su questo nuovo “Double Infinity”, un disco concepito dopo vari tentativi di trovare una soluzione idonea a questo nuovo assetto, e coronato attraverso la trasformazione in collettivo, riunitosi lo scorso inverno negli studi con altri amici e conoscenti della scena di Brooklyn a jammare fino alla costruzione di 9 tracce, a partire da una base di bozze che risultava ben più ampia.  La coralità, le differenze rispetto al passato si fanno evidenti sin dalle prime battute di Incomprehensible, un pezzo definito da un commentatore di youtube “come quando piove ma fuori c’è il sole”: ecco, non è la colonna sonora di “Solaris”, non ci assomiglia neanche lontanamente, però trasmette effettivamente qu...

Enrico Ruggeri

Punk, alfiere della new wave, cantautore raffinato e autore ricercato - Questo e altro è stato il milanese Enrico Ruggeri (1957) tra le figure di spicco della canzone italiana degli ultimi lustri, a cavallo tra tradizione, rock e innovazione. Dopo aver esordito sedicenne nei Josafat, Ruggeri fonda intorno agli anni '70 gli Champagne Molotov, che nel 1977 cambiano nome in Decibel. Discografia e Wikipedia

Rockin' In The Free World - Neil Young (1989)

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 Tardi anni ottanta. Neil Young è in tour con i suoi musicisti, fedeli da una vita. Sono in hotel, a rilas-sarsi, mentre fanno colazione. Neil Young prende il giornale. In prima pagina ci sono le foto del funerale dell'ayatollah Khomeini, mentre i suoi seguaci bruciano bandiere americane in strada. Frank Poncho Sampedro commenta: «Qualsiasi cosa vogliamo fare in futuro, ci conviene non andare in Medio Oriente. La cosa migliore è continuare a fare rock nel mondo libero». Keep on Rockin' in the Free World, dove la parola «rockin'» estende il suo significato anche oltre i confini musicali. Neil Young è colpito da quella frase. Ci pensa su un po', poi chiede a Poncho se ha intenzione di usarla in un suo brano. Sampedro risponde che non ne ha la minima voglia. Al che Neil il Giovane di-ce: «Affare fatto. La uso io e ci scrivo sopra un brano». (M. Cotto - da Rock Therapy)

Ben Nichols - In The Heart of The Mountain (2025)

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 di Fabio Cerbone  All’inizio dell’anno c’erano state, per così dire, le prove generali: accompagnato soltanto dal fedele pianista Rick Steff, Ben Nichols ripercorreva le tappe principali dei venticinque anni di carriera alla guida dei Lucero, rileggendo il repertorio della band di Memphis in chiave acustica e disadorna, andando dritto al cuore del suo songwriting. Quella formula, in assenza di una vera rock’n’roll band a fare da propulsore alle spalle, si ripete nel nuovo album solista di Nichols, il primo pubblicato dal lontano 2009, quando il breve affresco di frontiera di The Last Pale Light in the West, ispirato dal romanzo capolavoro di Cormac McCarthy, Medidiano di Sangue, aveva rappresentato una parentesi nella cavalcata dei Lucero, concept album troppo particolare per trovare posto nel discorso artistico portato avanti con il gruppo. Anche In the Heart of the Mountain - con la canzone omonima, collocata in apertura di scaletta, dedicata al matrimonio e alla figura del...

The Band - Music From Big Pink (1968)

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di Silvano Bottaro L'incidente motociclistico del 1967, sempre ammesso che sia realmente accaduto, chiude Bob Dylan in quel di Woodstock. Esce poco, e solo per andare appena piú in là, nella casa dipinta di rosa in cui abitano e lavorano i musicisti che l'hanno accompagnato nel tour australiano ed europeo che ha seguito l'uscita di Blonde On Blonde. Sono The Hawks, dal nome del cantante rockabilly canadese a cui facevano da spalla, Ronnie Hawkins. Sono quasi tutti canadesi, piuttosto giovani: il tour con Dylan è la loro grande occasione, ma anche un impegno non agevole. La parte del concerto in cui appaiono loro è quella elettrica, quella che i fan della prima ora non riescono ad accettare. Vengono spesso fischiati: Levon Helm, il batterista, l'unico americano del gruppo, a un certo punto se ne va. Ama il folk anche lui, e non riesce a sopportare la tensione. Gli altri, a Woodstock, nella casa rosa, si danno alle sessioni con Dylan: sono cover, pezzi nuovi, scritti lí...

Lou Reed - Berlin (1973)

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L'ultimo libro del 2024 è stato lo strepitoso Kairos di Jenny Erpebeck, ambientato nella Berlino Est a fine anni '80, tra gli ultimi anni della DDR e la transizione verso la riunificazione. Quel libro mi ha ispirato per la prima serie di dischi della Rubrica del 2025, che sarà dedicata a dischi che hanno a che fare con Berlino. Due tra i più famosi, Heroes di Bowie, fulcro della cosiddetta Trilogia Berlinese (insieme a Low e Lodger, in verità in primo solo in parte registrato lì, il terzo pensato a Berlino ma finito fuori dalla Germania) e Achtung Baby! degli U2 sono stati già protagonisti delle storie di musica. Ma fortunatamente la città tedesca è stata fonte ispirativa per altri grandiosi capolavori musicali.  Il disco di oggi parte da un assunto: dopo che ci aveva quasi rinunciato, e proprio grazie a Bowie era diventato di nuovo leggenda, Lou Reed è ormai un artista di successo oltre la leggenda che lo accompagnava dai tempi dei Velvet Underground. Dopo Trasformer, ha una n...

Il Rovescio della Medaglia

Formatosi a Roma sul finire degli anni '60 con il nome di Lombrichi, Il Rovescio della Medaglia assume la denominazione definitiva in occasione della partecipazione al festival Pop di Viareggio nel 1971. Grazie a quella esibizione, e ad altre nel circuito capitolino, il gruppo viene messo sotto contratto dalla RCA. per la quale realizza l'album La Bibbia. Discografia a Wikipedia

Paint It, Black - The Rolling Stones (1966)

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 In una Londra battuta dalla pioggia e paralizzata dal traffico, in un albergo chiamato Mandarin Hotel, Mick Jagger mi offriva tramezzini al tonno e tè al limone, accostamento azzardato, per non dire improbabile. Però era Mick Jagger e io non ho detto no. Tra le tante cose che disse quel pomeriggio, una mi rimase impressa: «Una volta eravamo giovani e stupidi, ora siamo solo stupidi», che al di là della battuta, a me sembra un bel modo per dire che gli anni sono passati, ma il senso del vagare tra le lande del rock rimane più o meno lo stesso. Ribellione, rabbia, ma anche divertimento e sesso, trasgressione e provocazione, questi sono stati gli Stones. Leggenda (loro) e leggende (quelle che da sempre circondano la band). Nel febbraio del 2017, John Blake, un editore londinese, ha affermato di aver ritrovato un'autobio-grafia scritta da Mick Jagger negli anni ottanta e che il cantante delle Pietre Rotolanti aveva poi deciso di non pubblicare. Così, Blake si è messo nuovamente in con...

Nick Cave And The Bad Seeds - Your Funeral... My Trial (1986)

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 C'è un sentimento comune nei dischi che hanno a che fare con Berlino: sono dischi che esprimono dei tormenti umani giganteschi, registrati dagli artisti in momenti cruciali della loro vita, spesso non solo artistica. Bowie quando decise di andare a Berlino per la sua trilogia (che per senso filologico dovrebbe essere una tetralogia, dato che fu il creatore anche di The Idiot di Iggy Pop) era nel pieno di una crisi creativa, di una dipendenza da droghe, autore di gaffe clamorose (una terribile in cui disse in una intervista: "In Inghilterra sarei potuto diventare Hitler. Non sarebbe stato difficile. I concerti erano così spaventosi che persino i giornali scrivevano: “Questa non è musica rock, questo è Hitler! Bisogna fare qualcosa!”. E avevano ragione. Era fantastico. In realtà… credo che sarei stato un gran bell’Hitler"). Una cosa simile avvenne dieci anni più tardi a Nick Cave. Conclusa l'esperienza con i Birthday Party nell'estate del 1983, decide di continuare...

Johnny Cash - At Folsom Prison (1968)

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di Silvano Bottaro Nell'eterna lotta tra la vita e la sua rappresentazione, vince sempre quest'ultima. Nessuno lo sa meglio di Johnny Cash, che all'alba del 1968, un anno che a tutti appare carico di promesse e minacce, riesce finalmente a realizzare un progetto a lungo osteggiato dai suoi stessi discografici: registrare un album dal vivo nella prigione californiana di Folsom, quella in cui, un decennio prima, ha ambientato Folsom Prison Blues, la storia di un carcerato che sente il richiamo della libertà nel fischio di un treno e ripensa al proprio passato, agli errori commessi, a quello che è stato e a quello che sarebbe potuto essere. Il racconto è in prima persona, per quanto Cash, che di errori ne ha certamente commessi, non possa dire di essere mai stato davvero un carcerato. In quella canzone c'è però un verso — in prima persona appunto — che entrerà nella coscienza collettiva degli americani quasi come un proverbio: «Ho ammazzato un uomo a Reno solo per vederl...

Miles Davis Quintet - Relaxin' With The Miles Davis Quintet (1958)

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Per essere stata una piccola casa editrice musicale, la Prestige di Bob Weinstock è infarcita di leggende, come ho un po' raccontato in queste belle (per me, e spero pure per chi le ha lette) storie musicali novembrine. Che oggi toccano l'impressionante traguardo dei 350 dischi, e come tradizione vuole tocca a Miles Davis. Weinstock capì agli inizi degli anni '50 che Davis aveva un talento gigantesco sia come musicista ma forse ancora di più come band leader, tanto che fu uno dei suoi più grandi sostenitori ad intraprendere la costruzione di un suo gruppo. E Davis alla prima occasione dimostrerà il suo fiuto per la genialità musicale e nello scegliersi i musicisti, formando quello che è uno dei grandi gruppi di sempre, e apice dell'hard bop. Davis sceglie un giovane sassofonista della scuderia Prestige, John Coltrane, che in pochi anni diventerà uno dei giganti della musica del '900 e quella che è la sezione ritmica per eccellenza del genere: Red Garland al pianofor...

E T I C H E T T E

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