Big Thief – Double Infinity (2025)
Che sesto disco che tirano fuori dal cilindro i Big Thief: li avevamo lasciati in quattro nel 2022 con “Dragon New Warm Mountain I Believe in You”, e li ritroviamo in 3 dopo l’abbandono dello storico bassista Max Oleartchik, avvenuto l’anno scorso, ma li ascoltiamo in 11 su questo nuovo “Double Infinity”, un disco concepito dopo vari tentativi di trovare una soluzione idonea a questo nuovo assetto, e coronato attraverso la trasformazione in collettivo, riunitosi lo scorso inverno negli studi con altri amici e conoscenti della scena di Brooklyn a jammare fino alla costruzione di 9 tracce, a partire da una base di bozze che risultava ben più ampia.
La coralità, le differenze rispetto al passato si fanno evidenti sin dalle prime battute di Incomprehensible, un pezzo definito da un commentatore di youtube “come quando piove ma fuori c’è il sole”: ecco, non è la colonna sonora di “Solaris”, non ci assomiglia neanche lontanamente, però trasmette effettivamente quel senso di confusione tra reale e immaginario che Artemiev aveva ottenuto ispirandosi a Bach; loro invece confluiscono su un suono acido come il lime verde evidenziatore in copertina.
La voce di Adrianne Lenker, come si è anche sentito nel suo percorso solista, si fa sempre più dimessa e pacata, aderente a un concerto di melodia; Buck Meek con la sua chitarra alleggerisce le distorsioni ed amplia il ventaglio degli effetti, mantenendo comunque un mood folkeggiante anche più netto che in passato; James Krivchenia continua a essere diligente e riverente verso il groove, venendo affiancato da diversi percussionisti che contribuiscono a rendere l’ascolto più pieno e privo di riferimenti chiari.
Un bello zampino ce lo mette anche Laraaji, decano della musica new age che non si limita ai suoi inserimenti vocali nella pregevolissima Grandmother, ma riempie l’album di droni ed altri effetti elettronici che rendono il lavoro un insolito connubio di folk e modernità. No Fear può essere vista come il controaltare di Not, uno dei pezzi più popolari ad oggi dei Big Thief datato 2019: è un’altra sequenza di negazioni, ma se Not aveva dentro sé un mix di tensione e paura, No Fear sembra trasmettere più controllo e consapevolezza. I caldi abbracci finali di Happy with You ed How Could I Have Known, più canoniche e country (quest’ultima quasi da Yeah Yeah Yeahs), ci trasmettono un senso di disco ispirato, anche senza avere eccessi di strati come avvenuto nei pezzi precedenti.
Big Thief, dunque, pienamente promossi dopo questo sussulto che li porta in una nuova fase, aperta da un tour mondiale dove in diverse occasioni cercheranno di portare dal vivo la pienezza del suono sentita su disco, esibendosi almeno per la parte americana in più di 4 membri (il percussionista aggiuntivo era già realtà negli ultimi concerti), compreso il nuovo bassista Joshua Crumbly.

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