Jeremie Albino - Our Time In The Sun (2024)
di Fabio Cerbone Garanzia di un bagno rigeneratore nelle sonorità più vintage dela southern music, l’incontro del canadese Jeremie Albino con il chitarrista e produttore Dan Auerbach (Black Keys) presso lo studio di registrazione di quest’ultimo, l’Easy Eye Sound di Nashville, dà vita a un cortocircuito fra passato e presente, mettendo la voce fresca e appassionata di Albino al servizio di canzoni ben costruite, che sanno di mitologia soul ed effluvi swamp country dal prodondo sud. Tutto questo anche se abbiamo a che fare con un ragazzo di Toronto, cresciuto a qualche migliaio di miglia di distanza da Muscle Shoals, dalla leggenda della Stax records e da tutto un campionario di suoni e interpreti che echeggiano nelle tracce di Our Time in the Sun. È il quarto album in ordine di tempo per Jeremie, ma certamente il primo ad esporlo alle attenzioni internazionali, dopo avere vagato fra Canada e Stati Uniti per qualche anno, facendosi le ossa in tour. Tutto è cominciato dalle strade di Tor