Mikal Cronin - MCII (2013)

di Michele Passavanti

A Mikal Cronin sono bastati un album di debutto del 2011, varie collaborazioni con svariate formazioni (Okie Dokie, Epsilons, Party Fowl e Moonhearts) e alcuni lavori al fianco di Ty Segall (che appare tra gli ospiti di questo nuovo lavoro), tra cui lo strepitoso “Slaughterhouse” (2012, In The Red R.) e l’ultimo “Reverse Shark Attack”, (2013, In The Red ) per diventare subito un artista di culto. Ora possiamo dirlo tranquillamente: in Mikal Cronin ci avevamo creduto sin dall’inizio. Fin dalle prime note del suo album di esordio si percepiva che il giovane musicista americano, nato alla metà degli anni 80, aveva tutte le qualità per confermarsi tra gli artisti più interessanti di questa nuova decade. “MCII” è stato registrato alla fine del 2012 a San Francisco, città divenuta la location ideale per Mikal Cronin, sin dall’uscita del suo primo album, dai suoi tours con Ty Segall e con la sua band.

I dieci brani poco si discostano dalle sonorità del precedente album confermando le grandi qualità compositive del musicista californiano, capace di creare una raccolta di brani dalle mille sfumature, e che tra l’altro suona tutti gli strumenti che si possono ascoltare nel corso del lavoro. Una miscela abbagliante di 'fun' misto a tensione, che spazia senza limiti tra country e paisley underground, tra garage e surf music, tra il pop ed il folk più peculiare, il tutto amalgamato in un impasto psichedelico semplice e sempre gradevole. Una varietà musicale davvero spiazzante che quasi sempre risulta ben equilibrata finalizzata ad un suono compatto e sempre melodico. Un inizio folgorante questo di “MCII” con la splendida Weight, brano di sicuro impatto, a cui seguono la dolce Shout it Out e l’accattivante Am I Wrong, che suona come dei Beach Boys innamorati persi delle fuzz guitars.

mikal-croninCi sono poi in sequenza See It My Way, brano che trasuda pura psichedelia, Peace Of Mind (con tanto di suadente violino) che suona serenamente country, Change che aggredisce con chitarre fuzz nonostante una meravigliosa nostalgica vena melodica ed una azzeccatissima performance al violino, che così riappare. I’m Done Running From You scorre veloce lasciando però poche emozioni, Don’t Let Me Go è Mikal Cronin in chiave acustica, intimista e lirico, Turn Away, il brano più lungo dell’intero album con i suoi cinque minuti abbondanti, accattivante e sfuggente, e infine la lenta Piano Mantra, un finale che proprio non ci si aspetta: l'interpretazione di Cronin dolente, l'atmosfera decadente, ma nel finale il brano acquista velocità e diventa maestoso. Se il precedente album mostrava un sound molto più tagliente e minimale MCII è un lavoro dolce e sferzante, stratificato e pieno di energia positiva. Da ascoltare tutto d’un fiato. (4/5 voto mio)

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