di Silvano BottaroKimi Djabaté ha vissuto un'infanzia piuttosto impegnativa e travagliata. Nato e cresciuto in una famiglia povera ma "musicale" a Tabato, Guinea-Bissau, un villaggio rinomato per i suoi griot, cantanti-poeti ereditari le cui canzoni, musiche, racconti e leggende svolgono un ruolo essenziale nella vita culturale dell'Africa occidentale, gli è stato dato il suo primo balafon, uno xilofono africano, all'età di tre anni. Riconosciuto fin da subito come un bambino prodigio, il suo modo di suonare è stato fonte di reddito per la sua famiglia. Ha suonato regolarmente a matrimoni e battesimi dall'età di otto anni, a costo di perdere molte altre attività dell'infanzia, come giocare con gli amici.
Il suo talento gli ha permesso di imparare a suonare la Kora e di padroneggiare sia con la chitarra che una serie di strumenti a percussione. Da giovane, grazie a un programma radiofonico, è stato in grado di assorbire Afrobeat nigeriano e Capo Verdean Morna, oltre a Western Jazz and Blues, suoni che si riverberano nel suo ultimo album.
A 19 anni faceva parte del National Music and Dance Ensemble della Guinea-Bissau, che gli ha dato modo di visitare l'Europa. Successivamente, si stabilì a Lisbona, in Portogallo, dove vive e lavora.
Dindin, è stato registrato in Almada (Portogallo) nel 2021. Come per le incisioni precedenti, è un omaggio alla sua eredità griot, il suo modo di esprimere artisticamente la complessità della vita contemporanea in Africa, sia le gioie e sia gli ostacoli. Il titolo dell'album e la lingua in cui è cantato è Mandinga, la lingua parlata dal popolo Mandinka della Guinea-Bissau settentrionale.
Tradotto in inglese come "bambini", Dindin è intensamente personale, con canzoni dedicate ai familiari e agli amici, con riferimenti a materie sociali e politiche come l'educazione, i diritti dei bambini e delle donne, la povertà, la comunicazione, la religione e le molte forme di Amore.
Dindin è un album ottimista che mette davvero in evidenza il potere della musica per aiutare a creare un mondo migliore, specialmente per gli africani. La musica di Kimi su Dindin è sia edificante che molto divertente, e allo stesso tempo è un nobile tributo sia alle sue radici di Griot che al suo patrimonio africano.
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