Counting Crows - August And Everything After (1993)

La scelta delle piccole storie musicali che una volta alla settimana racconto in questo spazio non segue una traiettoria prestabilita. Eppure accade che si creino da sole delle prospettive molto interessanti che riguardano periodi musicali, stili, progetti degli stessi anni. Con l’album di oggi racconto un altro pezzetto della scena rock americana degli anni ‘90. Dominata dai ritmi, dall’icononografia e dalla potenza dei gruppi e dei personaggi del grunge, pochi altri riuscirono a ritagliarsi un pezzo di luce sul palcoscenico. Tra questi, il gruppo di oggi, i Counting Crows di Adam Duritz. Insieme al chitarrista David Bryson, inizia a strimpellare nelle caffetteria della Bay Area di San Francisco. Scelgono il nome Counting Crows dal verso di una filastrocca inglese, One Of Sorrow, che ha a che fare con la conta delle gazze ladre. I due all’inizio suonano solo acustico, poi con l’aumentare delle serate la line up si allarga ad un giro di pianisti, Matt Malley al basso, Charlie Gillingham alle tastiere, Steve Bowman alla batteria. Siglano un contratto con la Geffen, e quasi per caso vengono chiamati ad esibirsi in omaggio a Van Morrison nella cerimonia di introduzione nella Rock’N’Roll Hall Of Fame del grande cantante nordilandese: la loro cover del classico morrisoniano Caravan entusiasma il pubblico. Tra l’altro non pochi hanno notato come la vocalità selvaggia e creativa di Duritz debba molto a quella dirompente e innovativa di Van The Man. Dopo mesi di esibizioni live, la band entra in studio, dove sotto la guida di T-Bone Burnett la band registra August And Everything After. In copertina, il testo manoscritto di una canzone, omonima del titolo, che però all’ultimo momento Duritz decide di non inserire in scaletta. L’album è trascinato a diventare uno dei più grandi successi del periodo dal singolo, irresistibile, Mr.Jones: dedicata da Duritz al suo amico musicista Marty Jones, suo compare in una band precedente (The Himalayanas) è una sarcastica riflessione sul successo, le sue conseguenze del diventare famoso, e divenne così iconica che uno studioso sociale, Jonathan Pontell, definirà Generation Jones i nati tra il 1964 e il 1965, come ultima parte della famosa Generazione X. Il singolo racchiude tutta la forza musicale del gruppo: musica meno tesa, meno drammatica, piccole storie di malinconia, di felicità, che possono capitare nel mezzo dell’America, come in Omaha. Notevolissime sono ‘Round Here, ballata strappalacrime su un uomo che si allontana da casa ma poi è assalito dai rimorsi; Rain King, ispirata al capolavoro di Saul Bellow Il Re Della Pioggia; A Murder Of One, che contiene la filastrocca che dà il nome alla band. Da ricordare anche la stupenda Perfect Blue Buildings, la delicata Anna Begins. Il successo dell’album è strepitoso, anche perchè la band cavalcherà positivamente il boom dei video su MTV, e andrà addirittura in tour con i Rolling Stones. Duritz terrà la barra dell’ispirazione e della bellezza dritta per almeno altri due album, il successivo Recovering The Satellites del 1996 e nel bellissimo This Desert Life, del 1999, famoso per la stupenda copertina opera di Dave Mckean, fido collaboratore di Neil Gaiman, a cui la copertina si ispira (è evidente il riferimento al classico libro illustrato di Gaiman Il Giorno Che Scambiai Mio Padre Per Due Pesci Rossi). 
La band perse la guadagnata notorierà fino al 2004, quando fu scelta per scrivere la canzone colonna sonora del secondo capitolo di Shrek, Accidentaly In Love. Rimane da dire qualcosa sulla canzone il cui testo è scritto in copertina: Durtiz non ha mai spiegato perchè August And Everything After fu eliminata, solo che si dovette aspettare il 2007 per sentirla dal vivo ai concerti della band. Nel 2007 nemmeno nella versione deluxe del disco, che contiene nuove canzone e una esibizione Live a Parigi appare. Pazzie di un personaggio come Duritz, da rivalutare per la schiettezza della sua musica, colonna sonora di un periodo musicalmente eccezionale, forse l’ultimo davvero dirompente della Storia della Musica.

Commenti

E T I C H E T T E

Mostra di più