Emel Mathlouthi – Ensen (2017)
di Vassilios Karagiannis "Umano": essenziale e allo stesso tempo immediato, il titolo (opportunamente traslitterato in caratteri latini dall'arabo) che adorna la seconda fatica di Emel Mathlouthi, straordinaria esule tunisina di stanza a New York, è un'indicazione perfetta di quello che è il tema principale non soltanto del disco, ma più in generale della musica di un'artista, seriamente interessata a comprendere e raccontare cos'è che ci rende essere umani, e cosa invece ci allontana da quel sentimento di umanità in realtà comune a tutto il mondo. Non è soltanto questione di militanza: se è vero che sin da prima della pubblicazione di "Kelmti Horra" (traducibile con "la mia parola è libera") i testi delle sue canzoni erano contraddistinti da tematiche scomode e da un viscerale sentimento di protesta (fatto che ne ha impedito la diffusione ufficiale in madrepatria), vi è comunque un senso di compartecipazione alle vicende esposte capace