Los Lobos - Kiko (1992)

Questo disco ha rappresentato per i Los Lobos il punto di rottura definitivo e forse per qualche vecchio affezionato il tradimento finale, di sicuro i lupi di East Los Angeles non sono stati più gli stessi, avventurandosi nella costante ricerca del ritmo e nello stravolgimento delle tradizioni latin rock da cui tutto era iniziato. Nello stesso tempo però, da qualunque parte vi voleste schierare, Kiko è indiscutibilmente il loro album più ambizioso e probabilmente il più degno di essere consegnato ai posteri per descriverne le qualità strumentali, il genio compositivo, le capacità uniche di sintesi fra musica americana, rock'n'roll e radici messicane. Il roots rock delle origini e la matrice blues su cui la band di Hidalgo e Rosas ha costruito la sua fama non viene affatto persa (basti ascoltare Whiskey Trail o That Train Don't Stop Here), ma qui è ribaltata con un approccio più obliquo, verrebbe da dire "cubista" ascoltando lo sviluppo di brani come la stessa Kiko and the Lavender Moon, Dream in Blue o Wake Up Dolores, dove soul, r&b, latino-america, bianco e nero si riversano nei brani ricomponendosi magicamente. Una sorta di operazione di multiculturalismo musicale e di mescolanza di linguaggi e tradizioni che potrebbe quasi descriverli come la versione anni '90 di The Band, e d'altronde When the Circus Comes, Two Janes, Short Side of Nothing sono piccoli capolavori di equilibrio dove il concetto di Americana è abbondantemente anticipato.  (Mia valutazione:  Distinto)
(Davide Albini)

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