The Rolling Stones - Sticky Fingers (1971)

In mezzo ad altri 2 capolavori come Let It Bleed e Exile On Main St., troviamo l'opera più completa degli Stones: Sticky Fingers, l'album dalla famosa zip apribile (realizzata da Andy Warhol). Anche se le sessioni di registrazioni dell'album iniziarono un anno prima della pubblicazione, le Pietre Rotolanti avevano già registrato parte del materiale nei famosi Muscle Shoals Studios, ad eccezione della narcotica Sister Morphine che risaliva alle session di Let It Bleed. Dopo aver finalmente sciolto il contratto con la Decca (la London per gli USA) che li aveva tenuti legati dal '63, gli Stones si sentirono finalmente liberi di esprimersi senza condizionamenti con la loro musica, senza la necessità di confrontarsi con i Beatles ormai sciolti. E' anche il primo album dove trova pianta stabile Mick Taylor e il primo senza Brian Jones, con sessionmen di primo piano quali Ian Stewart, Bobby Keys, Pete Townshend e Ry Cooder. Sticky Fingers ha tutto quello che si chiede a un album rock: l'essenza del blues sanguigno di You Gotta Move (di Fred Mc Dowell), il rock classico di Brown Sugar (uno dei più grandi opener di sempre), melodie country dell'indimenticabile Wild Horses (forse il brano più memorabile), il R'n'B di I got The Blues, il funky di Can't Your Hear Me Knocking, le ballate memorabili di Dead Flowers e Sway fino al rock orchestrato della finale Moonlight Mile. La bellezza dell'album risiede nella sua grande varietà, possedendo allo stesso tempo la classicità del predecessore insieme alla spregiudicatezza del successivo Exile. Attraverso jam spontanee, solos e semplici melodie, Sticky Fingers rimane "forse" la loro migliore raccolta. (Mia valutazione: Ottimo)

(Emilio Mera)

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