Rino Gaetano: guida per principianti

In via Nomentana a Roma, nella notte del 2 giugno 1981, perdeva la vita in un incidente stradale Rino Gaetano. Aveva solo 31 anni. All’epoca i giornali parlarono dell’accaduto paragonando la tragedia a quella capitata, sempre nella capitale, all’artista Fred Buscaglione, un po’ più di vent’anni prima, e fonte d’ispirazione per Rino.

Non sapremo mai di preciso cosa Rino Gaetano avrebbe fatto dopo. Dopo aver raggiunto con fatica e tenacia il meritato successo, il cantautore stava passando un periodo di riflessione: appena un anno prima aveva pubblicato il suo ultimo album “E io ci sto”, aveva collaborato con Riccardo Cocciante e con i New Perigeo.

“Io cerco di scrivere canzoni ispirandomi ai discorsi che si possono fare sui tram, in mezzo alla gente, dove ti rendi subito conto dell’andazzo sociale”, ribadiva Rino Gaetano in una delle sue ultime interviste. “Non voglio dare insegnamenti, voglio soltanto fare il cronista”. E lo faceva con uno stile unico, istrionico, di denuncia, apparentemente leggero.

Purtroppo, però, come spesso succede, il suo stile venne compreso appieno in maniera postuma. Si iniziò, giustamente, a parlare di lui come d’un anticipatore, precursore, capo-scuola di un nuovo modo di fare musica. Tanto che nel 2011 diversi cantanti—tra cui Patty Pravo, Giusy Ferreri, Roy Paci & Aretuska—incisero un album tributo in suo onore, dal titolo “Dalla parte di Rino”.

Rino Gaetano nasce a Crotone, il 29 ottobre del 1950, ma all’età di dieci anni si trasferisce a Roma. Inizia a bazzicare in teatro, impara a suonare la chitarra e strimpellare in giro. Si presenta fin da subito come un cantautore, ma è troppo umoristico e fuori dagli schemi per essere capito dal conformistico universo della discografia italiana. Tanto che “I Love you Marianna“, il suo primo 45 giri, inciso con lo pseudonimo di Kammamuri’s, passa praticamente inosservato.

Il successo arriva solo nel 1975, all’età di 24 anni, con una delle canzoni (divisa inizialmente in due parti) più famose della musica italiana: Ma il cielo è sempre più blu.



E aumenta con la pubblicazione dell’album Mio fratello è figlio unico, (al cui interno sono contenute altre bellissime hit, oltre alla traccia omonima del disco: come Berta filava e Sfiorivano le viole).

Dal 1976 al 1978, Rino Gaetano si impone sempre più nel panorama italiano come il cantautore fuori dalle righe. Di questi anni sono da citare i successivi LP Aida (1977) e Nuntereggaepiù (1978). Titolo, quest’ultimo, anche di una canzone che allora fece scandalo e per anni resterà molto attuale.



Le canzoni di Rino sono orecchiabili e facili da risuonare con la chitarra: questo permette la diffusione incontrastata della sua musica. Uno dei singoli più famosi del cantante calabrese esce nel 1978, si intitola Gianna. Viene cantata sul palco dell’Ariston da Rino Gaetano, il quale ottiene il terzo posto (dopo Anna Oxa con “Un’emozione da poco”, e i Mattia Bazar con “E dirsi ciao”).

“Il festival resta una passerella e come tutte le passerelle ti offre tre minuti per fare un discorso che normalmente fai in uno spettacolo di due ore. Così devi trovare un sistema. Da parte mia, ho scelto la strada del paradosso, un po’ alla Carmelo Bene“, spiegava Rino Gaetano.



Nel 1979 è il turno del disco “Resta vile maschio, dove vai?” che segna il passaggio dalla piccola casa discografica It alla multinazionale RCA e delle tournée che lo renderanno popolarissimo in tutta Italia.

Nell’ottobre del 1980 si chiude la parabola artistica di Rino Gaetano, con la pubblicazione di uno dei suoi pezzi più amati e celebri: “E io ci sto“. Prima della sua precoce e tragica scomparsa.

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