Son Volt – Notes Of Blue (2017)

di Fausto Gori

Jay Farrar non lo scopriamo certo oggi ma ripensare in modo sintetico all’intero suo percorso artistico è, vista la qualità fornita nel corso dei decenni, quanto meno doveroso. Gli Uncle Tupelo sono stati probabilmente la miglior roots rock band americana (e non) degli ultimi trent’anni. Già questo potrebbe bastare. La loro originale miscela, che di fatto inaugurò un’intera corrente musicale (l’alternative country), era assolutamente luminosa, in certi casi sembrava di ascoltare gli Husker Du in preda ad una conversione country. Pezzi come Still Be Around, Whiskey Bottle, Slate o la bellissima cover di Moonshiner sono rimasti brani di riferimento generazionale, supportati da quattro album altrettanto grandiosi. Dopo la separazione da Jeff Tweedy il percorso successivo ha portato altri grandi dischi con i Son Volt (Trace, Okemah and the Melody of Riot) e altri da solista molto interessanti (Sebastopol o il magnifico live Stone, Steel & Bright Lights), progetti in cui la sua identità stilistica basata su evolute matrici roots e radici americane, a differenza del suo compagno ex Tupelo, è rimasta costante e basilare. Continua a leggere...

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