Daughn Gibson - Carnation (2015)

di Dafne D'Angelo

Daughn Gibson è un artista di quel genere che fa sempre piacere ascoltare. Innovativo, naive e appartenente a un mondo quasi magico, per qualche aspetto riconducibile a David Bowie. Le prime note del brano d'apertura “Bled to Death” rivelano un'eleganza pacata che si riflette per l'intero ascolto di “Carnation”, album dall'impronta mistica a partire già dal titolo. Anni ottanta e una spruzzatina di “Depeche Mode” anche nella terza traccia del cd, “Shatter you through”, incredibilmente suggestiva e ricca. La timbrica calda e profonda ricorda il miglior Valo Ville di “Razorblade Romance” e l'elettrica elettronica proposta in una chiave pop-chic si rende adatta a qualsiasi tipo di ascolto. E' una grazia che non stanca mai quella di Gibson e che nel brano numero 4 dal titolo “For every bite” assume una raffinatezza leggermente inquietante che renderebbe la traccia indicatissima per la colonna sonora di una pellicola cinematografica, magari sui vampiri, come il titolo suggerisce (la traduzione è “per ogni morso” ndr). Dietro il volto rude e fascinoso, scrutabile nelle immagini di Gibson si nasconde un'anima inquieta e tormentata, ma anche dolcissima. Nei testi ricorre la presenza di termini quali “padre”, “madre” e “famiglia” che ci lasciano intuire una vita difficile, quasi come la musica di Gibson avesse una funzione catartica e servisse a cicatrizzare le ferite di un passato doloroso. “Back with my family”, scelto come traccia finale, rivela un profondo desiderio di riconciliazione e voglia di ritornare alle origini.

Un concept-album di rara qualità, un po' duro da digerire per la nota malinconica delle tracce, ma incredibilmente stupefacente per la sua carezzevole delicatezza, che si presta a un ascolto in auto così come in casa, magari chiudendo le persiane sul mondo fuori, intenti a gustarne il gusto rarefatto come si fosse avvolti da un caldo abbraccio interiore. (Mia Valutazione:  Buono)

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