di Fabio Baietti Una capacità di scrittura che ha pochi uguali nella storia del rock contemporaneo. Il pregio di aver rivestito le sue liriche con arrangiamenti che, sia nella dimensione del Syndacato che in quella solista, hanno acuito la loro visionarietà. Steve Wynn, per una folta schiera di musicisti e fans, è, da più di 40 anni, una sorta di eroe musicale, un saldo punto di riferimento. Dopo aver ridato linfa vitale ai Dream Syndicate, gruppo faro di un certo modo di fare rock, ora il Nostro “riporta tutto a casa”! Alla soglia dei 65 anni, il rocker californiano fa il punto della sua carriera e, più in generale, della sua vita, tramite la contemporanea uscita di un libro di memorie (I Wouldn’t Say It If It Wasn’t True: A Memoir Of Life, Music, And The Dream Syndicate) e di un nuovo disco a suo nome, dopo 14 lunghi anni. Make It Right non fa sconti, meglio chiarirlo subito. Non è un disco rilassante, pur non scevro di momenti di quiete, non induce al compiacimento ma stimola rifle