Post

Üstmamò

 Formatosi a Villa Minozzo, località appenninica in provincia di Reggio Emilia, il primo nucleo degli Üstmamò (termine dialettale che significa "proprio adesso") è composto dal bassista-chitarrista Luca Alfonso Rossi e dal violinista Ezio Bonicelli, a cui presto si aggiunge Mara Redeghieri, cantante dotata di una voce e di un carisma tutti particolari. Discografia e Wikipedia

The Sky Is A Landfill - Jeff Buckley (1998)

Immagine
 Una sorta di Psychedelic Highway Revisited, dai Pink Floyd ai giorni nostri. Una perfetta pasticca di acido che assicura suoni e visioni nei secoli dei secoli, una sfera che rimbalza ossessiva sulle pareti della forma canzone, ma non mira a sfondarle. Non uno stralunato diario di bordo di un millennio che fugge, ma l'unica bussola possibile per il domani: una canzone che recupera tutto l'alternativo del passato inserendolo però nel contesto formale di base. Jeff Buckley, dopo aver gettato nel primo disco l'atomica sulla rock song propriamente detta, edifica su quelle macerie la nuova canzone rock. Chissà dove sarebbe arrivato senza quel fiume a inghiottire lui e suo talento. (M. Cotto - da Rock Therapy)

Kevin Connolly and Mule Variations - Alive and Kicking (2025)

Immagine
 di Aldo Pedron Kevin Connolly è uno dei migliori rappresentanti della cosiddetta musica chiamata semplicemente “americana”, un mix di stili: country, rock, blues, soul, folk, cantautorato. I suoi eroi sono gente come Tom Waits, J.J. Cale, Van Morrison, Muddy Waters, Pops Staples, Bob Dylan, John Prine e ho già detto tutto! Nato e cresciuto nella striscia di terra fangosa chiamata Irish Rivera a sud di Boston (votato come “Best of Boston”). Di lui si dice abbia scritto 324 canzoni, 132 poemi, inciso 13 album (o 11), abbia due figli e circa 1.213 amici (dipende dai giorni). Ha suonato in tutti i tipi di festival, dai più prestigiosi come il Newport Folk Festival, il Kerrville Folk Festival, SXSW (South By South West di Austin, Texas) e al Bumbershoot, un festival internazionale che si tiene a Seattle, Washington e uno dei più grandi festival del genere del Nord America. Ha aperto concerti delle Indigo Girls, Todd Rundgren, Huey Lewis e Joan Osborne e ora vive nel New England. Di lui...

Bill Evans - You Must Believe In Spring (1981)

Immagine
La primavera solitamente è associata a sentimenti gioiosi, vibranti, positivi. Eppure questo disco pone la primavera come un'esortazione, una speranza, a superare ed uscire dal dolore. Bill Evans è stato uno dei più grandi pianisti jazz di tutti i tempi. Percorrere la sua carriera vuole dire toccare alcune delle vette più grandiose della storia del Jazz, soprattutto tra fine anni '50 e metà anni '60: basta solo citare il ruolo, centrale e decisivo, in Kind Of Blue di Miles Davis (1959) o lo straordinario Trio con Paul Motian alla batteria e Scott LaFaro al contrabasso. Fu la scomparsa, in un incidente stradale, del giovanissimo bassista che diede il primo colpo all'anima di Evans. Legatissimo a Scott, la sua morte lo segnerà spingendolo in un vortice di dolore e, successivamente, di autodistruzione che segnerà il suo lavoro. Va detto che il destino non fu davvero gentile con lui: nel 1973, dopo la rottura della loro relazione, Ellaine Schultz si getta sotto un treno. Er...

Tim Buckley

Immagine
Nato a Washington nel 1947, vive a New York e, all'età di quindici anni, va sulla costa occidentale, con Woody Guthrie nella mente e la voglia di diventare un folk singer, vero. Dal '63 frequenta da musicista (chitarra - voce) i circuiti folk di Los Angels e della Bay Area. Nei testi, viene coadiuvato dall'ex compagno di scuola Larry Beckett. Al Troubador di Los Angels trova l'ambiente a lui ideale, stende i primi pezzi personali e poi i capolavori. Negli anni '70 partecipa a numerosi film, interpreta una commedia di Satre, No Exit e scrive il soggetto della pellicola Fully Airconditioned Inside, mai girata. Nel 1975 muore per una overdose di morfina ed eroina. Come ogni folk singer, egli penetra le cause della disfatta e le denuncia a piena voce, è il 1966 e Buckley strappa alla Elektra l'album d'esordio, smette di credere alla "rivoluzione psichedelica" sfruttata ed inglobata per intero. Si avverte aria di disillusione per la scena contempor...

The Ramones - The Ramones (1976)

Immagine
di Silvano Bottaro MC5, New York Dolls, Iggy Pop con gli Stooges. I punti di riferimento sono chiari: nei laboratori del rock'n'roll nulla nasce dal nulla. Ma questa mezz'ora di musica urlata, schitarrata senza pietà (e senza assoli: come ha fatto notare Tom Verlaine, questo è l'inizio della musica dei bianchi, della musica che non deve quasi nulla al blues) e senza un filo di grasso, da dove spunta? E lo stesso sgomento di chi vide dal vivo i ragazzi di Forest Hills, Queens, suonare al CBGB quell'anno: venti minuti, mezz'ora al massimo di canzoni una dietro l'altra, introdotte giusto da un «Hey Ho Let's Go» o da un scanditi da Dee Dee, vocalist originario della band e primo a decidere di chiamarsi Ramone, ispirandosi, pare, al cognome che Paul McCartney dichiarava registrandosi in incognito in albergo. Ben presto arriva Joey e tutti i tasselli vanno a posto: quella voce un po' stridula è perfetta per un gruppo cresciuto dentro la cultura pop ameri...

Banco Del Mutuo Soccorso - Canto Di Primavera (1979)

Immagine
Nella Domenica di Pasqua (Auguri e un grande abbraccio) il disco "primaverile" della serie di Aprile ci porta nell'Italia del 1979. Un paese dilaniato dalla tensione politica, con la paura del terrorismo, il radicamento delle questioni, con il culmine nel rapimento e l'omicidio di Aldo Moro e gli uomini della sua scorta. Ma dal punto di vista musicale fu un anno fecondissimo: dischi come Lucio Dalla, Banana Republic dello stesso Dalla con De Gregori, Buona Domenica di Antonello Venditti. E sebbene all'estero fosse ormai scomparso sotto le sferzate arroganti del punk, perfino il progressive regala gemme. Come il disco di oggi, ad opera del Banco del Mutuo Soccorso. La band si era formata 10 anni prima a Marino, in provincia di Roma quando i fratelli Vittorio e Gianni Nocenzi mettono su un primo gruppo, con Franco Coletta, Fabrizio Falco e Mario Achilli. Registrano un provino per la RCA che comparirà in una compilation su nastro, tesoro dei collezionisti, Sound 70, ...

Fabio Treves

 Milanese, classe 1949, l'armonicista e cantante Fabio Treves è uno degli esponenti di punta della scena blues italiana, scena che ha contribuito a fare crescere non solo come musicista, ma anche nelle vesti di fotografo, giornalista, scrittore, organizzatore di eventi e, per lungo tempo, responsabile dell'ufficio Progetto giovani del Comune di Milano. Discografia e Wikipedia

The Mercy Seat - Nick Cave and the Bad Seeds (1988)

Immagine
Con un suono che reinventa ogni stilema della musica popolare fino a trasformarlo in rimbombo, e con un'abilità nei testi da puro scrittore, Cave è il totem di chi chiede alla musica una rappresentazione vera, che può anche sfuggire alla benedizione evangelica del lieto fine e che contempla la tragedia, non solo la commedia. I suoi brani sono piccole maledizioni, raggruppano il senso della minaccia incombente e dell'immanente disastro che conferma il presagio. The Mercy Seat gioca su due registri antitetici: morte e benedizione, sacro e profano. La «mercy seat» è la sedia elettrica che aspetta l'io narrante, ma è anche il trono di Dio dell'Arca dell'alleanza, la cui costruzione fu ordinata a Mosè per dimostrare la potenza di Yahveh e la sua presenza in mezzo al popolo. Nick Cave cita il Vecchio Testamento, il Levitico e il Vangelo: «Occhio per occhio / dente per dente / ma io ho detto la verità / e non ho paura di morire». Cave ha dichiarato in un'intervista che...

The Magnolia Electric Co. - The Magnolia Electric Co. (2003)

Immagine
Iniziamo da questo disco, con un gufo disegnato da William Schaff, artista che ha creato molte copertine della famosa etichetta indipendente Jagjaguwar, soprattutto quelle degli Okkervil River (che sono stati protagonisti di una Storia di Musica). Il gufo ha due mani extra, nella posizione tipico dell'iconografia del Cristo, davanti al fiore di una magnolia che è illuminata come una lampadina. Perchè Jason Molina, l'autore delle canzoni, aveva appena inaugurato con questo disco un nuovo progetto chiamato The Electric Magnolia Co. Tra parentesi, nelle prime edizioni del disco non vi era una precisa definizione del titolo sia della band che del disco. Questo perchè Molina fino ad allora aveva firmato i suoi lavori, di un maturo, dolente e romantico cantautorato, con il soprannome di Songs:Ohia, sin dal 1996, quando pubblicò il suo primo lavoro indipendente di un certo rilievo, dallo stesso titolo (che i fan ribattezzeranno Black Album). Molina si circonda di un gruppo di musicist...

E T I C H E T T E

Mostra di più