Across The Universe - The Beatles (1970)

Un'altra prova della grandezza dei due geni dei Beatles nel trarre ispirazione dal quotidiano per trasformare ogni accadimento in una canzone. Questa volta è il turno di John Lennon, reduce da un litigio con la moglie Cynthia, una sera qualunque del 1967. Cynthia aveva cominciato a recriminare su ogni cosa, le sue lamentele non sembravano conoscere la parola fine. Poi, era andata a dormire, ma l'eco della sua rabbia rimaneva nell'aria. A Lennon uscì di getto una frase: «Words are flowing out like endless rain into a paper cup» («Le parole scorrono via come pioggia infinita in una tazza di carta») e pensò che potesse essere un buon spunto per una canzone. Gli piaceva l'idea di qualcosa che scorreva in un flusso senza fine, ma non voleva raccontare la storia di due persone che litigano. John scese al piano di sotto e cercò - sono parole sue - di comporre una «canzone cosmica», qualcosa di più ampio e profondo di uno sfogo verbale tra due persone. Il pianoforte gli diede buone sensazioni, poi, com'era sua abitudine, andò a dormire e lasciò che quel primo abbozzo decantasse. Il mattino seguente si rimise al piano ed ebbe la conferma che, si, quella Poteva davvero diventare una grande canzone.
Across the Universe ha al suo interno il mantra «Jai guru deva om», frase in sanscrito che significa «Gra-zie, ti saluto maestro divino», eredità dell'interesse dei Beatles per la meditazione trascendentale e per le discipline orientali. La produzione di Phil Spector fu attaccata dai puristi, che criticarono gli archi e le voci cantilenanti, con tanto di canti d'uccelli. Il tempo è stato galantuomo. Oggi Across the Universe è considerata una delle più belle canzoni dei Beatles.

(M. Cotto - da Rock Therapy)

 

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