Spoon - Kill The Moonlight (2002)

Alla cabina del mixer di The Stage Names dei Okkervil River c'era un ragazzo musicista, un batterista per la precisione: Jim Eno. Che all'uscita di quel disco era una sorta di celebrità della musica indie per via del gruppo che aveva fondato, circa dieci anni prima, con il cantante e chitarrista Britt Daniel. Ad Austin infatti agli inzi degli anni '90 fondano un gruppo che prende nome da una canzone dei leggendari Can, il famoso gruppo tedesco della Kosmik Music degli anni '70, che si chiama Spoon (da quel disco meraviglioso che fu Ege Bamyasi del 1972) e che faceva parte della colonna sonora di un film amato dai due ragazzi, Doppio Taglio (Jagged Edge), del 1985. Nel 1994 come duo con musicisti sessionisti incidono le prime canzoni: vanno in un EP, Nefarious (1994) e poi, assodati dalla etichetta Matador, in un LP, del 1996, Telephono, che vende poco ma viene notato da una certa critica come qualcosa di molto interessante. Nel 1997 un nuovo EP, Soft Effects, mostra l'embrione della loro musica futura: poco noisy, una musica geometrica che si rifà alla New Wave più illuminate (i Wire soprattutto) e una passione, soprattutto di Daniel, per Elvis Costello. Durante un concerto del 1996, invitano sul palco Josh Zarbo, bassista tra il pubblico, e finirà per suonare con loro per oltre dieci anni, fino al 2007. Nel 1998 hanno una grande occasione: li mette sotto contratto la Elektra, la leggendaria casa discografica dei The Doors, dei Love, centrale nella musica degli anni '70 negli Stati Uniti: esce persino un disco, A Series Of Sneaks, ma una serie di incomprensioni con il loro referente, Ron Laffitte, porterà ad una distribuzione scadente e persino a scelte produttive non concordate, tanto che la casa discografica li licenzia dopo un solo disco e gli Spoon dedicheranno a Laffitte una suite di sue brani, molto ironici ma potentissimi per la critica nei confronti dei suoi comportamenti, The Agony Of Laffitte e Laffitte Don't Fail Me Now che saranno incluse nella ristampa di A Series Of Sneaks del 2002, quando la band è sotto contratto con la Merge. Una delle etichette più importanti per la musica indipendente crede moltissimo in questo duo, che in tre anni scrive tre dischi bellissimi: Girls Can Tell del 2001 è l'antipasto per il disco di oggi, scelto per il misterioso motivo comune ai dischi di Aprile (che sono sicuro avete ormai capito).

Kill The Moonlight esce il 20 Agosto del 2002. È un disco che fa della semplicità sonora il suo fulcro, che non vuol dire affatto che sia un disco banale: anzi se ne apprezzano le idee, le influenze, le scelte degli arrangiamenti in modo più facile ed incisivo. È un disco che lascia da parte gli stili prefissati, meno dolente di Girls Can Tell, più gioioso e divertente, un omaggio alle loro passioni musicali. Il disco è trascinato da The Way We Get By, che diventerà molto famosa per l'uso in serie cult come The O.C., Scrubs e persino nella colonna sonora di Shameless (e di molti altri film). Il suono è semplice ma variopinto, con addirittura occasionali puntate di fiati, e per la prima volta il fulcro sonoro è di chitarra e pianoforte, quest'ultimo strumento mai usato precedentemente, nei crediti affidato al misterioso Eggo Johanson, in realtà lo stesso Britt Daniel (tra gli altri musicisti, il fido Zarbo e Mike McCarthy alla chitarra, altri due bassisti, Roman Kuebler e John Clayton, Matt Brown al sassofono e Brad Shenfield al Darbuka, che è un tamburo a cesto tipico della musica mediterranea, soprattutto lato africano). Meravigliosi gli intro di Small Stakes, molto rock, e quello quasi dadaista di Stay Don't Go. Someone To Look Foward To è più "sporca" e groove, salendo nei toni alti del canto tanto amati da Daniel. Jonathan Fisk è ritmica e sa di anni '80 (soprattutto nel timbro della batteria di Eno), ed è il più chiaro omaggio a Costello, anche nella tematica del brano (ricordi di bullismo da cortile, religione e politica di destra con "bombe atomiche e rasoi smussati"). C'è anche sufficiente angoscia in brani come All The Pretty Girls Go To The City. Ma è musicalmente che il disco sorprende: sono uno dei pochi gruppi rock indie del periodo che non "abusano" della chitarra ritmica fuzz, ricorrendo alle tastiere, che sono davvero la novità musicale nel loro stile, e anche ai campionatori. Chiude il disco un altro gioiello, Vittorio E., 3 minuti di malinconica e potente "anti-ballata".

Il disco viene osannato dalla critica, e finalmente anche dalle vendite: rientra in tutte le classifiche dei migliori dischi dell'anno 2002, del decennio 2000-2010 e persino nelle posizioni alte delle classifiche specialistiche dei migliori dischi indipendenti di sempre. Diventerà presto uno dei titoli migliori del catalogo Merge, dopo In the Aeroplane Over the Sea dei Neutral Milk Hotel e 69 Love Songs dei Magnetic Fields (li trovate tutte e due nelle Storie Di Musica). Ma il vero boom lo fece il disco successivo per gli Spoon: Gimme Fiction venderà centinaia di migliaia di copie, trascinato da un'altra canzone stupende, I Turn The Camera On, anch'essa usata in serie Tv (Veronica Mars, Bones e persino in una puntata de I Simpson), che segna il successo di una band che ha sempre fatto musica interessante, alla faccia di quel Ron Laffitte che non credette in loro.

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