Black Widow - Sacrifice (1970)
Nella scelta di raccontare gruppi che hanno black nel nome, non si poteva non toccare il lato esoterico della musica: c'è tutto un filone metal, detto black metal, che porterà all'estremo queste tematiche, con un gusto quasi parossistico dell'orrido diventeranno una sorta di clichè. Il gruppo capostipite furono i leggendari Black Sabbath, ma qualche mese prima un altro gruppo che aveva black nel nome partorì un disco che se musicalmente si allacciava alle nascenti sonorità folk-prog nelle tematiche iniziava, in maniera tanto elegante quanto esplicita, l'anima nera della musica rock.
Il gruppo in questione si chiama Black Widow. All'inizio erano un sestetto, che si chiamava, nel 1966, Pesky Gee. Ne facevano parte: Kay Garret (voce), Kip Trevor (voce, chitarra e armonica), Jess "Zoot" Taylor (pianoforte e organo), Jim Gannon (chitarra e voce), Clive Jones (sassofono e flauto), Bob Bond (basso) e Clive Box (batteria), e con questa formazione pubblicano un album, fino a pochi giorni introvabile (ci sarà una ristampa ad aprile 2024), dal titolo Exclamation Mark nel 1969, che è un tentativo di farsi strada nell'affollatissimo panorama inglese di blues rock: il disco passò inosservato. In quell'anno Kay Garret lasciò il gruppo, che si riformò con il nome di Black Widow a partire dal 1970. E il batterista Cox ha un'idea. Affascinato dal mondo dell'occultismo, convince la band a recuperare materiale: leggono per settimane qualsiasi cosa riguardi l'argomento nella Biblioteca della città di Leicester e arruolano un maestro Wicca per raccogliere informazioni. Ne viene fuori così un disco sicuramente affascinante, dove alla musica sofisticata e dalle soluzioni particolari si canta in maniera spesso senza filtri di un rito ancestrale per richiamare entità misteriose. Sacrifice esce nel 1970, stesso anno del primo disco dei Black Sabbath, ma fu registrato nel 1969 e prodotto da quel Patrick Anthony Meehan che sarà produttore degli stessi Black Sabbath fino al 1976 (il loro periodo d'oro) per la CBS.
In Ancient Days parte con un sinistro organo hammond a cui in serie si aggiungono gli altri strumenti ed è "una chiamata del male" che subito muta in Way To Power: c'è l'introduzione di una sezione fiati (che sarà uno dei pilastri di tutto il disco con il rullare tribale della batteria). Il brano ricco di cambi di tempo e dai cori fa da apripista al loro brano più famoso. È sempre il flauto di Clive Jones il protagonista di Come To The Sabbath, che simboleggia con maestria l'abilità del gruppo di rifarsi a canti mistici tribali. Qui è l'andamento a crescere della velocità e dell'ossessivo ritmico ripetere del ritornello evocativo (Come, Come To Sabbath, Satan's There) a rendere la canzone ansiogena ed affascinante allo stesso tempo. Diventerà poi uno della cover preferite dai gruppi heavy metal, e persino i Black Sabbah e i sanguinosi Death SS ne faranno una riproposizione. Ma il disco è un susseguirsi di sorprese: Conjuration è il brano più dark, dalla ritmica marziale e sofisticata dove è facile sottolineare la bella voce di Kip Trevor. A questo punto c'è una sorta di parentesi gioiosa: Seduction e' una ballata meravigliosa che combina momenti jazz rock ed echi di bossa nova che stridono con il testo, vibrante e sensuale: Would you have me stay with you?\Squeeze and hold you tight?\Soothe you with my tongue and touch\Share your bed at night. Il disco si conclude con due brani: Attack Of The Demon con l'armonizzazione affidata all'organo (non c'e' praticamente chitarra ritmica) e la lunga e magnetica Sacrifice, che nei suoi 11 minuti si sviluppa in una lunga improvvisazione strumentale. Tutti i brani hanno apporti davvero minimi di chitarra elettrica, caratteristica che già ne fa un unicum. Il disco ebbe successo anche perchè la band organizzò uno spettacolo dal vivo dove oltre che cantare si esibiva in una sorta di vero rituale: ad un certo punto dello show, sbucando da parti diverse a seconda del luogo del concerto, si presentava in scena la moglie di Clive Box, che attraverso l'uso di fumogeni e carrucole sembrava volasse tra il pubblico, finchè, sul palco mentre suonavano, veniva distesa e "sacrificata". Il caso volle che una sera, presenti dei fotografi del News Of The World, il famoso tabloid scandalistico, la spada del sacrificio lacerasse il vestito della donna, che alla fine rimase nuda. Per alcuni show successivi, la trovata fu organizzata apposta, ma la foto sul giornale fece il giro di mezzo mondo, attirando le feroci critiche sulla band, alimentando lo scandalo sulle pratiche occulte seguite dai componenti del gruppo.
Inspiegabilmente, il gruppo abbandonerà le tematiche gotiche e mistiche, per riproporsi in veste folk prog nel secondo lavoro, Black Widow (1971): il segnale fu l'abbandono del batterista Box per Romeo Challenger. Rimangono un ascolto particolare e storico, sebbene in molti articoli vengono considerati fondatori del doom: possono esserlo per le tematiche, anche se il loro approccio fu quasi sistematico e pieno di fonti e non estemporaneo e spettacolare come altri, ma non lo furono certo per lo stile musicale, che rappresenta davvero un evento nel binomio rock ed occultismo.
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