Imagine - John Lennon (1971)
Non c'è rivoluzione che non sia stata in qualche modo condizionata dal rock. Non solo in Occidente. Persino all'Est, in Russia, il rock è stato il collante che ha tenuto in vita le speranze dei giovani. Václav Havel, scrittore, drammaturgo e poeta, nonché ultimo presidente della Cecoslovacchia e primo presidente della Repubblica Ceca, ha rivelato che negli anni bui della Primavera di Praga e il crollo del comunismo, la musica rock ha avuto un'importanza straordinaria e che la «Rivoluzione di velluto» è stata chiamata così in onore dei Velvet Underground, il gruppo di Lou Reed.
Perché il rock ha sempre provato a combattere le storture, a risolvere le ingiustizie, a sanare le piaghe.
Ha fermato la guerra americana in Vietnam, accompagnato le rivolte studentesche e il movimento degli afroamericani. Ha segnato cambiamenti nel costume e nella società, ha aiutato l'integrazione e il confronto. Ha raccolto fondi per chi ne aveva bisogno, combattuto la fame in Africa con il Live Aid, ha aiutato Amnesty International. Ha invitato le persone a immaginare un mondo migliore, e a crederci, perché siamo tutti sognatori ma non siamo da soli. Ha ricordato che le risposte soffiano nel vento, ma che quel vento si può anche respirare.
Per questo, il rock non è stato e non è solo un genere musicale, uno stile. È un pezzo di vita, un mezzo per arrivare al traguardo della felicità e del benessere interiore. E che, a volte, quando non ci crediamo più e tutto sembra dissolversi, basta, semplicemente, immaginare.
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