Pink Floyd - Animals (1977)

Le Storia Musicali di Febbraio, che iniziano eccezionalmente di sabato, avranno come matrice comune un aspetto che all’inizio della ricerca mi sembrava molto più presente, ma alla prova dei fatti non è affatto vero. Se infatti è molto facile trovare e ricordare canzoni che si ispirano ad un libro famoso, lo è molto più raro per gli album che prendono spunto da un libro. In effetti, se volessimo essere pignoli, pochissimi dischi sono strutturati come concept sulle vicende di un libro, qualcuno in più invece prende spunto, in molti casi in maniera decisiva, da un romanzo, un racconto o una raccolta per sviluppare dei temi simili a quelli del libro- fonte. E da questa seconda categoria che ho pescato le storie dei dischi di Febbraio. Che inizia con un gruppo che nel 1975 era probabilmente il più famoso (e ricco) del mondo. Reduci dall’accoppiata storica e leggendaria di The Dark Side Of the Moon e Wish You Were Here (due dei più grandiosi e leggendari dischi di tutti i tempi) i PInk Floyd erano sul punto di prendersi una pausa. Ma tramite un annuncio immobiliare, comprano un intero isolato della Chiesa a Britannia Row, a Islington, quartiere Nord di Londra. Furono creati dei magazzini e uno studio di registrazione all’avanguardia, dove la band iniziò a provare qualcosa. L’aria era piuttosto tesa: David Gilmour subì un clamoroso furto di strumenti, tra cui preziose chitarre, le idee erano piuttosto differenti sul da farsi fin quando Roger Waters iniziò a indirizzare le scelte su un binario ben preciso. Ispirandosi a La Fattoria Degli Animali, pensò a canzoni che descrivevano una simbolica struttura sociale piramidale, come nel romanzo, ma se nel capolavoro orwelliano la critica era alla dittatura Stalinista, qui gli animali sono schiavi del capitalismo, del perbenismo e sono uno dei più aspri e critici attacchi alla società contemporanea in musica. Waters scrive tutte le musiche e i testi di Animals, che esce nel gennaio 1977, tanto che è il primo disco dei dieci dei Pink Floyd senza nessun contributo di Richard Wright o di Nick Mason; Gilmour canta solo in un brano, e gli vengono accreditati solo due brani (per una band da decine di milioni di copie, era punto centrale). Waters pesca dalle sessioni di Wish You Were Here due canzoni, Gotta Be Crazy (che fu suonata anche qualche volta dal vivo) e Raving And Drooling: furono riadattate con i titoli Dogs e Sheep. Paragonando il comportamento umano a quello delle bestie, sono quindi presenti Pigs (Three Different Ones), al vertice della piramide sociale, che sarebbe la classe dirigente, i Dogs, arrampicatori sociali, arrivisti disposti a vendersi per il potere, e Sheep, al singolare, la massa di persone più deboli che hanno bisogno di un leader per sentirsi al sicuro. Questi tre brani costituiscono il nucleo centrale del disco, e sono anticipati e poi conclusi da una canzone acustica, solo voce e chitarra, Pigs On The Wing 1 e 2, in cui Waters descrive cosa succederebbe se lui e sua moglie non si curassero l'una dell'altro (Parte 1), e del rapporto di amore reciproco tra loro (Parte 2). Musicalmente, abbandonata l’epica di Wish You Were Here, qui la musica accompagna la cupezza dei testi, mai così potenti e forti. In Dogs si dice: Sordo, muto e cieco, continui solo a far finta\Che tutti sono sacrificabili e nessuno ha un vero amico\E ti sembra che quello che bisogna fare è isolare il vincitore\E tutto è fatto alla luce del sole\E tu ci credi veramente, tutti sono assassini; in Sheep: Cosa ottieni facendo finta che il pericolo non è reale\Mite e obbediente segui il capo\Lungo sentieri ben battuti nella valle d'acciaio\Che sorpresa! Uno sguardo di shock nei tuoi occhi\Ora le cose sono proprio quello che sembrano\No, questo non è un brutto sogno. Tra l’altro con una voce modificata da un vocoder, un roadie scozzese del gruppo legge una versione modificata del Salmo 23, il cui testo riprende la tematica del seguire ciecamente il leader (In verdi pascoli, mi conduce presso calme acque\Con luccicanti coltelli\ Egli libera la mia anima\Mi fa penzolare dall'alto, appeso a ganci\Mi trasforma in cotolette d'agnello). In Pigs (Three Different Ones), vengono presi in esami tre pezzi grossi: di due, un uomo e una donna, non è tanto facile capire chi siano (e le ricostruzioni che vedono gli attacchi di Waters a Margaret Thatcher non sono credibili, dato che divenne primo ministro solo nel 1979, l’album è di tre anni prima), ma di una è diretto lo strale. Waters canta: Ehi tu, Whitehouse, ah ah, sei una sciarada, in riferimento a Mary Whitehouse, capo dell’Associazione Nazionale dei telespettatori e franca promotrice di una campagna contro la TV, dove vedeva solo sesso e violenza. Ha un record niente male: i Deep Purple, presi di mira per lo stesso motivo, le dedicarono una canzone, Mary Lord, in Who Do You Think We Are? del 1973, insieme a Frank Pakenham, Settimo Conte di Longford, parlamentare che in quegli anni si batté molto contro la rappresentazione dell’omosessualità e redasse un rapporto, The Longfort Report, sugli effetti della pornografia, tanto che fu soprannominato dai detrattori Lord Porn. Un disco cupo, aspro, nerissimo anche nell’uso molto più potente dei sintetizzatori e di assoli drammatici di Gilmour, passò alla storia anche per la copertina, una delle più famose di tutti i tempi. Insieme a Storm Thorgerson e Aubrey Powell della mitica Hipgnosis, Waters chiese alla stessa azienda che realizzò i dirigibili Zeppelin di costruire un gigantesco Maiale aerostatico, che fu battezzato Algie. Come sfondo Waters scelse la centrale elettrica di Battersea, che con le sue quattro ciminiere agli angoli sembrava una gigantesca mucca stecchita capovolta. L’idea era di fotografare Algie tra le ciminiere, ma il 2 Dicembre 1976 un violento temporale fece prendere il volo a Algie che arrivò a 3000 metri di altezza. Powell informò la Polizia, e i piloti della Raf che videro un maiale gigante volare sopra Londra bloccarono per qualche ora i voli a Heathrow, fin quando verso sera un contadino del Kent chiamò per lamentarsi che un maiale atterrato nella sua proprietà infastidiva il bestiame. Il secondo giorno andò tutto per il meglio, ma Powell conservò il cielo plumbeo del giorno precedente, che fa da perfetto sfondo all’intera atmosfera dell’album, a cui aggiunse le foto di Algie del giorno dopo. Un disco che vendette moltissimo, nonostante la visione pessimistica del mondo che conteneva. E che ha un’ultima storia legata. Durante il tour In The Flesh per promuovere il disco, dove compare in tutta la sua grandezza anche Algie, a Birmingham, uno spettatore, secondo la leggenda vestito punk, lanciò una bottiglia contro Waters, che in tutta risposta rabbiosa gli sputò in faccia. Negli stessi mesi in cui il disco veniva alla luce, Johnny Lyndon dei Sex Pistols si presentava spesso con una maglietta con la scritta “I hate Pink Floyd”, da lui definiti “i dinosauri del rock”, epiteto che va ancora oggi per la maggiore: rappresentavano “quello che non volevano essere”. Solo anni dopo si scoprirà la verità, che era solo un modo per farsi pubblicità, tant’è vero che Nick Mason negli stessi Studi di Britannia Row produrrà Music For Pleasure dei The Damned, famoso gruppo punk, nel 1977, anno sacro del movimento. Tuttavia, quell’episodio fu centrale per Waters nell’esplorare l’incomunicabilità di certi pensieri, che sarà alla base del successivo, e leggendario, lavoro del gruppo.

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