Lyr - An Unnatural History (2024)

di Fabio Guastalla

Eldon Street è una lunga strada urbana che taglia in due, da nord a sud, la cittadina di Barnsley, nel South Yorkshire, addentrandosi man mano dalla periferia al centro storico. Ancora oggi lungo la via sorge il Barnsley Civic, un edificio imponente e dall'aspetto moderno che ospita un vivace centro culturale. Un tempo, però, quando probabilmente aveva un aspetto ben diverso, lo stabile del Civic ospitava un Museo di Storia Naturale. Uccelli di ogni genere e tipo, esemplari della fauna locale e forse anche specie esotiche, e chissà cos'altro ancora, popolavano le sale. In effetti, non lo sappiamo con certezza: un giorno il Museo scomparve nel nulla e della sua esistenza, ormai quasi mitologica, non sono rimaste che sparute tracce archivistiche e le immancabili memorie tramandate dalla tradizione orale.

Eldon Street e il suo antico Museo di Storia Naturale sono i co-protagonisti di “An Unnatural History”, l'album che i LYR – formazione nata nel 2016 e composta da Simon Armitage, Patrick James Pearson e Richard Walters – hanno scritto nel contesto di un più ampio progetto artistico dedicato a quella precisa area urbana della cittadina situata in posizione baricentrica tra Sheffield e Leeds. Di base, l'intera impalcatura concettuale sembra poggiare sul continuo gioco di specchi tra interno ed esterno, tra la vita in perpetuo divenire della strada e l'altra vita, quella cristallizzata nel museo, nei suoi esemplari immobili e nella stessa dimensione “remota” dell'istituzione museale, incasellata in un passato che non può tornare, ma che può rivivere attraverso la musica. E in tal senso è emblematico l'interscambio continuo tra il cantato e lo spoken word (una delle cifre stilistiche del terzetto inglese), il primo deputato a rivelare una certa poetica insita nei luoghi entro cui l'intera trama è circoscritta, il secondo a scorrere vecchie catalogazioni o a riportare minuziose osservazioni vecchie datate circa un secolo e mezzo fa (i due capitoli di “A Brief Chronicle of Birds in the Autumn and Winter Months of 1886”).
Ne esce un'opera non solo coerente nel concept collegato ai luoghi, ma anche particolarmente ispirata nel suo continuo scivolare tra realtà e invenzione, tra passato e presente, tra vero e verosimile. Ecco allora sfilare sotto i nostri occhi parate carnevalesche, circhi accompagnati da elefanti e balene, ma anche più ordinari piccioni e volpi, effettivi e abituali frequentatori di Eldon Street.

La rappresentazione di questo micro-cosmo, dai connotati letterari e certamente meritevoli di approfondimento da parte dell'ascoltatore, non è seconda al lato musicale, che anzi sorprende per la capacità di seguire la trama e talvolta forse di dettarla, assolvendo a qualcosa di più importante rispetto al ruolo di accompagnamento. Nelle 16 tracce di “An Unnatural History” troviamo momenti di appuntito lirismo (“Hebrew Character”, “Fox On Eldon Street”), bagliori di indie-rock mescolato con il folk (“The Pigeons Of Eldon Street”, “Promenade”), avamposti che solleticano il post-punk senza mai finirci dentro (“Pleasure Fair – Register Of Tenders And Attractions” e, soprattutto, le quattro parti di “Theodolite!”) un po' alla maniera dei The Cool Greenhouse per intenderci, fino a sfiorare la musica ambient nel più profondo – spiritualmente parlando – tra i pezzi del disco, “Sketch For Christ's Triumphal Entry Into Eldon Street”.

Uscito in diversi formati tra il settembre del 2023 e il gennaio del 2024, “An Unnatural History” segue di pochi mesi il precedente album dei LYR, “The Ultraviolet Age”, a dimostrazione di come l'attività degli inglesi sia al tempo stesso prolifica e ispirata. Del tutto sconosciuti alle nostre latitudini, e pertanto da scoprire, un po' come Eldon Street e la sua innaturale storia.

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