Molly Hatchet - Molly Hatchet (1978)

La storia di musica di oggi non si sposta dalla Florida. Anzi, non si sposta nemmeno da Jacksonville, la città dei Lynyrd Skynyrd della scorsa settimana. Perchè quando nei primi anni ‘70 Dave Hlubek, chitarrista, voleva fondare una band, ai leggendari concittadini si voleva ispirare. Si aggregano a lui Danny Joe Brown, cantante dalla voce impostata e caratteristica, le due chitarre di Steve Holland e Duane Roland, per una nuova versione della linea a tre chitarre che fece la fortuna dei Lynyrd, una delle sezioni ritmiche più affiatate e toste del rock americano, Banner Thomas al basso e la grande tecnica di Bruce Crump alla batteria. Come nome scelgono Molly Hatchet, da quello di una leggendaria prostituta che durante la Guerra Civile decapitava i suoi clienti più rudi, e il cui fantasma a volte si ripresenta nelle spettrali serate invernali delle paludi di quei posti. L’inizio è complicato, e nonostante una incessante e proficua carriera dal vivo nei club della contea, dovranno passare ben 5 anni prima che vengano notati da una casa discografica. La Epic però gli offre la possibilità di registrare ai famosi studi di registrazione The Sound Pit di Atlanta con la supervisione di Tom Werman, all’epoca uno dei più grandi produttori del rock americano, che lavorerà con alcuni dei più grandi gruppi del rock a stelle e strisce (Ted Nugent, Cheap Trick, Blue Öyster Cult, Mother’s Finest, Mötley Crüe). Il disco è registrato proprio durante i mesi della grande emozione per l’incidente aereo dei Lynyrd, con il loro disco appena uscito, Street Survivors, in testa alle classifiche. Molly Hatchet appare nei negozi di dischi il 1 settembre 1978: è un mix di hard rock boogie (marchio di fabbrica di Werman) spinto dal muro sonoro delle tre chitarre e dalla voce, un po’ roca e caratteristica, di Danny Joe Brown. In scaletta 9 brani, scritti insieme dalla band, brani avvolgenti, caldi, che li caratterizzano subito rispetto ad altri gruppi per la loro aria scanzonata e un po’ strafottente. Bounty Hunter è la canzone che apre il disco e mette in chiaro l’energica vena musicale del gruppo; diventerà uno dei momenti più attesi dai fan nei loro concerti dal vivo; Gator Country, altro grande classico, è l’apoteosi del loro suono a tre chitarre, una carrellata di citazioni dei più grandi artisti del Southern (dai Lynyrd a Charlie Daniels, dai fratelli Allman alla Marshall Tucker Band). Big Apple è un rock blues scanzonato che nel testo prende in giro New York ed i suoi abitanti, in pieno stile orgoglio sudista. The Creeper è l’archetipo del classico slow hard rock del genere, di cui i Molly Hatchet diventeranno dei paladini. The Price You Pay è leggera e frizzante, I’ll Be Running è una grande prova della sezione ritmica Thomas/Crump, Cheatin’ Woman è un altro slow rock sofferto che sa di delusione ai banconi dei bar e di malinconia sudista. Trust Your Old Friend è il brano che chiude il disco, un puro boogie rock veloce e elettrico. Ma il grande brano è un altro:  ma la riproposizione Dreams di Greg Allman, anche con influenze della cover che ne fece del brano Buddy Guy nel 1970 nel suo disco Them Changes, qui diviene Dreams I’ll Never See ed è un vero capolavoro, con i toni più soft e sofisticati della parte introduttiva che quasi stridono con la forza vigorosa della cavalcata finale, che si lega alla potenza e al carattere degli altri brani. Il disco venderà oltre un milione di copie, i brani della band diventeranno tra i preferiti delle Adult Oriented Rock Radio americane e inizierà un periodo d’oro per la band, che inizierà tournée frenetiche da oltre 250 concerti all’anno. Alla mitologia del disco e della band concorreranno anche le copertine: la prima, leggendaria, prende in prestito The Death Dealer del mitico disegnatore Frank Frazetta, uno dei suoi capolavori, il quale diventerà simbolo di uno dei corpi speciali dell’esercito americano e uno dei dipinti di fumettisti più pagati di tutti i tempi, valendo un originale oltre il milione di dollari. I Molly Hatchet utilizzeranno altri capolavori di Frazetta per il successivi dischi. Flirtin’ With Disaster (1979, in copertina Dark Kingdom), disco della consacrazione con brani mito come la spettacolare Boogie No More, Whiskey Man, It’s All Over Now. Nel 1980 Danny Joe Brown è sostituito dal cantante Jimmy Farrar per problemi di diabete: in copertina uno spettacolare Conan Il Barbaro di Frazetta, ma Beatin’ The Odds, nonostante la spettacolare title track, è stroncato dalla critica, non dal pubblico che regala l’ennesimo disco in classifica. La Band ha un buon seguito fino al 1989, quando Danny Joe Brown, rientrano nel 1985 nello splendido Double Trouble Live (1985), è costretto di nuovo ad abbandonare le scene, e la band si scioglie. La storia dei Molly Hatchet continuerà, tanto che nel 2005 si riformano formalmente, anche con nuovi dischi, ma non paragonabili al furore sudista dei loro grandi capolavori. 

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