Joe Pass - Virtuoso (1973)

Mariano Passalacqua, nato a Gualtieri Sicaminò, in provincia di Messina, ma emigrato da bambino negli Stati Uniti, non avrebbe mai immaginato che il regalo scelto per il nono compleanno di suo figlio, Joseph Antony, diventerà centrale per la storia della chitarra jazz: alla fine degli anni ‘30 una Harmony di 17 dollari che tra le mani del piccolo diviene qualcosa di straordinario. Perché a Joseph basta ascoltare una melodia per impararla subito ad orecchio, e le feste in famiglia sono l’occasione per suonare i classici della canzone italiana tanto amati dal padre, che non era un musicista ma operaio in una acciaieria della Pennsylvania. Già da adolescente girava l'America con diversi gruppi jazz, migliorando le sue capacità chitarristiche, finché traslocò dalla Pennsylvania a New York; qui successero due cose: la prima, scelse come nome d’arte Joe Pass, nome che lo consegnerà alla storia del jazz, la seconda fu la droga, che lo portò in carcere durante gli anni '50. Tornò a suonare in maniera definitiva la chitarra durante i due anni e mezzo passati nel centro di riabilitazione di Synanon, celebrati nel suo primo grande disco del 1962, The Sounds of Synanon. Pass riusciva a far convivere notevole tecnica e la grande conoscenza dello strumento, divenne una sua firma musicale l’uso chitarristico del walking bass (la scansione di tutti i quarti della battuta, tipica del Contrabbasso): tecnicamente impressionante, capace di dare un senso anche a lunghe esibizioni da solo, si afferma all’inizio non come solista ma come musicista al fianco dei più grandi artisti dell’epoca. La carriera di Joe decolla, la prestigiosa rivista del jazz Down Beat lo incorona “nuova stella” e nei successivi dieci anni fino a metà degli anni settanta, incide dischi e collabora con decine di artisti di elevato calibro: ricordo che suonò in diversi dischi di, tra gli altri, Earl Bostie, Julie London, Eddie “Cleanhead” Vinson, Chet Baker, Carmen McRae, Frank Sinatra, Donald O’Connor, Della Reese, Leslie Uggams, Steve Allen, Johnny Mathis. Scriverà anche un fortunatissimo manuale, Joe Pass Guitar Style (scritto con Billy Thrasher), che è ancora oggi considerato uno dei libri più importanti per imparare a suonare le improvvisazioni per la chitarra jazz. L’incontro della vita lo ebbe nel 1970, quando incontra Norman Granz. Granz era il produttore di Jazz At The Philharmonic e fondatore della Verve Records, una delle etichette più leggendarie del jazz. Fa firmare un contratto a Pass per una nuova e giovane sua etichetta, la Pablo Records. La quale iniziò a pubblicare i lavori di tre giganti sotto contratto per Granz: Oscar Peterson, Ella Fitzgerald e Joe Pass. I tre legheranno le proprie storie musicali in dischi meravigliosi: The Trio, del 1974, con Oscar Peterson, Joe Pass e il bassista Niels-Henning Ørsted Pedersen, registrato live alla London House di Chicago, vincitore nel 1975 del Grammy per Best Jazz Performance by a Group; Ella And Oscar nel 1975 e la serie Take Love Easy con Pass, in una serie di dischi Take Love Easy (1974), Fitzgerald And Pass... Again (1976), Speak Love (1983) e Easy Living (1986). Pass suonò anche in uno dei dischi più belli della Fitzgerald, Ella Abraça Jobim (1981) dove la grande cantante riprende il repertorio del leggendario compositore brasiliano Antônio Carlos Jobim. Nel 1973 Pass pubblica anche un nuovo disco solista, il primo di una tetralogia, dal titolo Virtuoso. Quello del 1973 è unanimemente considerato uno dei più grandi dischi per chitarra jazz e il suo capolavoro. Solo lui e la sua chitarra, niente accompagnamento, niente sovraincisioni, nella maggior parte dei brani non usa neanche l’amplificatore, ma registra la sua Gibson Es 175 con un microfono posto davanti alla cassa. Le idee di Pass sono lì, in vista: melodia sempre chiara e in primo piano, accompagnamento armonizzato per arricchire e tenere viva la tensione, walkin’ bass per dare swing e tiro, tutto eseguito con una semplicità che fa invidia. In scaletta un solo brano autografo, Blues For Alican, per il resto il meglio degli standard jazz: Night and Day (Cole Porter), All The Things You Are (Jerome Kern), una versione mozzafiato di Round Midnight (Thelonious Monk, Cootie Williams), una strepitosa The Song Is You di Jerome Kern, che apre tutta una serie di riprese di famosissime canzoni da musical e dal cinema: Stella By Starlight dal film La Casa Sulla Scogliera, How High The Moon da Two For The Show e My Old Flame da Belle Of The Nineties tra gli altri. Il disco fu un successo anche di vendite e nella prestigiosa The Penguin Guide To Jazz Recordings è annoverato nella super esclusiva “Core Collection” degli album essenziali della storia del jazz. A proposito delle registrazioni con Ella, Joe Pass raccontò: «Non l’avevo mai incontrata prima del giorno della registrazione. Non avevo idea di cosa volesse provare, o in che chiavi cantasse. Lei arriva e attacca con un brano. “In che chiave?” le chiedo. “Be’…” e canticchia qualcosa. Trovo la chiave e registriamo l’intero album. Senza prove, semplicemente scivolando tra i brani. In tutti i duetti che abbiamo fatto, quattro album in tutto, mai una prova». Pass con la Fitzgerald e Peterson farà diversi tour mondiali, memorabili esibizioni, di tre giganti che davvero sono dei pilastri del jazz. Sul suonare, Pass in un famoso video documentario (An Evening with Joe Pass, del 1994, pochi anni prima che un male incurabile lo porti via al mondo e alla musica) disse: Non puoi pensare e suonare allo stesso tempo. Se pensi a quello che stai suonando, quel che suoni diventa pomposo, artificiale. Penso che devi solo concentrarti sulla musica, e lasciare che la musica esca da sola. La musica è come il linguaggio. Hai una collezione di idee musicali e pensieri che hai accumulato durante la tua storia musicale, più tutta la musica del mondo, è tutto nel tuo inconscio, e devi pescare da lì.

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