The National - First Two Pages of Frankenstein (2023)

 di Haron Dini 

Quando si tratta di leggerezza, raffinatezza e narrativa vengono in mente poche band. Tra queste ci sono sicuramente The National, che con il precedente album “I Am Easy To Find” avevano ribadito ancora una volta il loro modo unico di raccontare certe storie e certi eventi della vita e del mondo. In venticinque anni di onorata carriera questa peculiarità del tutto personale si è rafforzata e sedimentata nelle produzioni della band statunitense in modo tale da renderle perfette per far sì che l’ascoltatore possa focalizzarsi non solo sulle atmosfere, ma anche sulla sensibilità artistica e sull’innato talento che traspare in ogni brano.

Matt Berninger, il frontman della band, ha dato un valore aggiunto al sound, ovvero, il suo “cantato non cantato” o meglio dire, il suo parlato, il suo sussurrare le parole, che come una persona saggia dalla barba bianca, ci espone filosofie, drammi, controversie, ostacoli, ma ci prospetta anche un po’ di luce in fondo al tunnel. A quattro anni di distanza dal sopracitato “I Am Easy To Find“, frutto anche di un periodo molto turbolento, arriva “First Two Pages Of Frankenstein“.

Matt racconta: 

"Stavo attraversando una fase molto buia in cui non riuscivo a trovare testi o melodie e quel periodo è durato più di un anno. Anche se siamo sempre stati ansiosi e abbiamo litigato spesso durante la lavorazione del disco, questa è stata la prima volta in cui ci è sembrato che le cose fossero davvero arrivate alla fine." 

Sulla carta questo è l’album più ambizioso della band, perché vediamo la partecipazione di Sufjan Stevens, Phoebe Bridgers e Taylor Swift nei brani This Isn’t Helping, The Alcott e Your Mind Is Not Your Friend, che sono i cuori pulsanti dell’album. Salta subito all’occhio anche Tropic Morning News, che in maniera non convenzionale strizza l’occhio ai suoni dei Radiohead. Se vi state chiedendo se i The National siano cambiati non vi preoccupate, perché in Eucalyptus, Grease In Your Hair e nella conclusiva Send For Me assistiamo ad un aggiornamento del songwriting classico della band. L’eleganza musicale rimane, il marchio di fabbrica è sempre riconoscibilissimo, i The National non si sono addentrati in territori nuovi, rimane solo la maestria di una grande indie/rock band che ancora oggi riesce a manipolare in maniera inconfutabile questo modo di esprimersi.

A tal proposito la band ha affermato: 

"Siamo riusciti a tornare insieme e ad affrontare tutto da un’angolazione diversa, e grazie a questo siamo arrivati a quella che sembra una nuova era per la band."

“First Two Pages Of Frankenstein” è un lavoro pieno di sfumature, di ricordi andati e di nuovi pronti ad essere accolti, e in cui la narrativa musicale è sicuramente l’elemento peculiare. Le melodie sono un disegno aggiunto, gli ospiti invece raccontano la propria esperienza, e il tutto dà vita ad un quadro corale dove i punti di vista sono tanti e differenti tra loro.

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