Salt House - Riverwoods (2023)
di Gianfranco Marmoro
Da dieci anni i Salt House sono un punto di riferimento della scena folk scozzese, eleganti e scrupolosi custodi di una tradizione ma anche autori dal tratto sicuro, giunti al quarto album senza grossi slanci creativi ma anche senza nessun passo falso. Prodotto dal fido Andy Bell, “Riverwoods” è per i tre musicisti - Lauren MacColl, violino e voce; Ewan McPherson, chitarra e voce; Jenny Sturgeon, chitarra, tastiere e voce - il progetto più temerario e riuscito: un concept-album ispirato dal documentario “The Big Picture”, un allarmante resoconto sul destino dei salmoni, risorsa primaria della Scozia messa in crisi da sfruttamenti intensivi e inquinamento marino.
“Riverwoods” è composto solo da brani originali. I Salt House mettono a punto tutte la forza evocativa della propria musica, inaugurando il progetto con fluenti accordi di violino e la voce soave di Jenny Sturgeon in “Her Silver Spate“, sintetizzando egregiamente lo stupore di chi contempla la bellezza della natura e le angosce di chi assiste inerme al declino della stessa, dettando nello stesso tempo le coordinate di un album in perfetto equilibrio tra fasi strumentali più descrittive e brani cantati che non ne alterano le eleganti e delicate armonie.
Le nuance chamber-folk dei brani strumentali sono suggellate da interessanti intuizioni melodiche: la suggestiva “The Dipper”, la spensierata “The Salmon Run” e la dolente e riccamente elaborata “The Loom O' Morn” possiedono la stessa raffinatezza dei primi Penguin Café Orchestra, ferma restando una natura più popolare e meno sperimentale, che altrove il trio modella con raffinati intrecci di violino, chitarre e tastiere (“River Redds”, “Unspoken Waters”).
La musica dei Salt House è intimamente connessa con persone e luoghi, ed è per tal motivo destinata a essere apprezzata da chi segue con attenzione la scena folk britannica e i suoi dintorni. I non appassionati del genere ne stimeranno invece la sobrietà e il rigore, ma soprattutto l’abile fraseggio lirico di canzoni dove passato e presente s’intrecciano, accostando il suono della chitarra acustica e del violino a harmonium e sintetizzatori (“Birch Lines”) o ricamando un prezioso tessuto vocale e strumentale per un’ode finale che profuma di naturale bellezza (“Headwater”).
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