Joe Bonamassa – Tales Of Time (2023)

 di Nico D'andrea

Impossibile sfuggire al potere delle suggestioni… e così al cospetto di un altro nuovo live di Joe Bonamassa (sì… avete letto bene… un altro live), invece di voltarmi dall’altra parte mi faccio rapire dal consueto splendido artwork della cover. Suggestiva infatti l’immagine che richiama alla memoria (nemmeno troppo velatamente) la copertina di Caravanserai, ultimo album della leggendaria prima formazione di Santana (Santana/Rolie/Schon/Shrieve). Ascoltando lo straripante solo di organo del redivivo Reese Wynans nell’opener Notches sui tasti d’avorio ci potrebbe benissimo essere Greg Rolie… e poi chi sarebbe in grado di suonare più note tra l’enfant prodige venuto da New York ed il veterano chitarrista nato in Messico? Similitudini un po’ forzate che comunque finiscono qui. Finiscono dove verosimilmente inizieranno le prevedibili rimostranze sull’ennesima pubblicazione di un album dal vivo del Guitar God americano.

La formula però funziona alla grande e questa volta ad essere riproposto integralmente live è l’ultimo bellissimo album in studio Time Clocks. Come di rito i pezzi della versione in studio vengono eseguiti con delle vistose modifiche negli arrangiamenti, con tanto di coinvolgenti jam sessions e qualche effetto sorpresa come il duetto con la corista in The Heart That Never Waits e l’utilizzo di un Theramin nel bel mezzo di Curtain Call. Potrei spingermi in un pericoloso track by track per quante sono le chicche che ogni pezzo ci riserva durante l’intera gig ma per quanto mi riguarda può bastare così.

Una doverosa nota va scritta sul comparto audio, dove il lavoro di produzione e mixaggio del fido Kevin Shirley sono davvero al top. Che altro dire? Tales Of Time è dunque una pubblicazione decisamente più interessante del precedente Royal Tea Live… così come Time Clocks era decisamente superiore nella versione in studio.

Assolutamente indispensabile per i fan di Joe quanto perfettamente inutile per chi di Bonamassa ne ha già avuto abbastanza.

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