Like A Hurricane - Neil Young

di Enrico Giani

Dato che tutti celebrano il 75° compleanno di Neil Young con dei ricordi, scavo nella memoria per ricordare il rapporto morboso che ho avuto con lui durante la mia adolescenza.
Rimasi folgorato da una Like a Hurricane ascoltata in radio. Mia madre era ricoverata a Perugia per un intervento e, ritornando a casa da una visita in ospedale, mio padre mi vide un po’ triste e mi chiese se volevo fermarmi in un negozio stranissimo di elettrodomestici a Corciano che aveva anche un’ala coi CD. Spulciando tra le file di dischi, presi Rust Never Sleep. Amore puro.
Dalla provincia remota non era facile reperire CD. C’era un negozio con un’ottima offerta, gestito alla grande, ma la bulimia musicale di un adolescente squattrinato aveva bisogno anche delle grandi ceste con le edizioni economiche che si trovano in città.
Quando qualche parente doveva andare a Firenze, supplicavo di poter saltare la scuola e farmi lasciare in centro. Conoscevo Alberti e Ricordi. Schizzavo da un negozio all’altro e tenevo a mente i dischi interessanti trovati di qui e di là; per non farmeli fregare li nascondevo fuoriposto mentre mi facevo i conti in tasca e sceglievo quali prendere. Mi ricordo perfettamente che in una giornata torrida aspettavo mio padre in una panchina di piazza della Repubblica e leggevo le tracklist dei miei acquisti: On the Beach, Everybody knows…, After the gold rush. Mi ero speso la bustarella della nonna tutta così. E non vedevo l’ora di tornare a casa per innamorarmi.
Nel giro di un annetto sfruttati ogni viaggio in città per farmi la discografia 1969-1979. Rimasi folgorato da tutti i dischi, tranne Comes a Time che fu una delusione.
L’ho capito molti anni dopo quel disco, e credo che abbia segnato la fine della mia giovinezza. L’ho sempre pensato: saper apprezzare anche il Neil Young acustico, senza limitarmi alle cavalcate elettriche, è stato uno dei segnali dell’ingresso nell’età adulta.

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