Cut Me Down - Lloyd Cole & The Commotions

di Gianluigi Morosin

Fine della lezione d’inglese all’università…, tutto è andato bene, volti sorridenti…, dai manca poco all’esame…, scendiamo veloci le scale bianche e ci tuffiamo in piazza Rinascimento, dove ci accoglie un sole di maggio che illumina i sanpietrini. Ci siamo finalmente, ci aspetta il momento della pausa caffè!
Lì dietro l’angolo, c’è la “nostra” sala da té, una caffetteria frequentata (credo solo) da studenti e prof. universitari , nascosta dai turisti di passaggio perchè si trova proprio dietro l’edificio universitario antico, in un vicolo anonimo e stretto, poco illuminato . Con me ci sono 6 compagni di corso 3 ragazze e 3 ragazzi, di cui uno un po’ eccentrico….. Guido, giardiniere comunale (ex- maggiordomo di Vittorio Gassman).
Guido ha qualche anno in più di noi… è simpaticissimo e gentilissimo , i suoi modi un po’ affettati splendono, dai quali traspare l’étiquette di maggiordomo….
Spesso ci racconta aneddoti sui modi un po’ bruschi e ruvidi del Vittorio nazionale e noi stiamo ad ascoltare quelle sue storie con invidia e curiosità.
Il locale è piccolo, non tanto illuminato, ma che importa , ci si siede in tranquillità sulle poltroncine in velluto rosso bordeaux e si inizia a chiacchierare, scherzare, prenderci un po’ in giro, parlare di esami, delle nostre (il)logiche paure, di mete di soggiorno estivo, di sogni (futuri).
Guido raccoglie i nostri ordini e ci serve proprio come un maggiordomo. Finalmente possiamo sorseggiare le bevande e assaporare quel leggero stare in compagnia, in quel modo cameratesco che hanno gli studenti, specie quelli universitari .
In alto, all’angolo verso l’uscita del bar, c’è un televisore: è sintonizzato su un canale musicale, forse Videomusic, trasmette “Cut me down” di Lloyd Cole & the Commotions. Il pezzo tratto dal loro ultimo lavoro “ Easy pieces”. Poco prima di partire per Urbino avevo comprato a tempo di record quel disco, appena uscito, e l’avevo ascoltato velocemente. Cut me down e Lost weekend mi presero subito.
Cut me down trasuda malinconia di amori in/utili, usa e getta, non corrisposti , tramonti persi, presenti assenze, assenze presenti, lettere morte (non spedite o non lette, forse non scritte), solitudine, immobilità dolorosa fatta di estati sprecate per rivedere il ricordo di un amore impossibile e lontano. Lloyd Cole canta in modo asciutto, acido, dannato, da beautiful loser, con il suo pacato slancio emotivo e un ritornello perfetto.
Il video, minimale , si gioca sul volto inespressivo di Lloyd Cole , e ha una scenografia fatta di sfondi disegnati a mano elaborati con computer graphic che si combinano bene con il testo. Tra i disegni appare anche un viale al tramonto e spesso delle forbici simboliche. Spalmata sulla melodia semplice un testo duro, scolpito sulle note e nell’ascoltarlo mi prende una malinconia dolce; gli altri continuano a conversare, ma tutto quello che voglio è respirare quella canzone, bere quelle immagini.
Si accorgono di questa mia quieta trance e mi lasciano incantare per quella manciata di minuti, poi finito il video, ritorno a sentire le voci, le risate, le battute di e su Guido . “Bella musica” – dicono gli altri. “Ma chi è ?” – dice una della nostra magica compagnia dei 6 , una ragazza con gli occhi celesti chiaro , – “ Come chi è , non dirmi che non conosci Lloyd Cole” – ribattei io, “E chi è questo? mai sentito..”- rispose lei con un sorriso disarmante e innocente, – “Oddio ma da pianeta arrivi ?” – esclamai.
La ragazza, non ricordo il nome, con la pelle chiara e profumata aveva capelli neri ed occhi celeste chiaro, era vestita con un giubbino di jeans chiaro e pantaloni neri, uno zaino per i libri e quaderni , ci invita ad uscire perchè deve tornare a casa. Come al solito, vuol pagare Guido, che si precipita alla cassa e paga.
Usciamo nella piazza, allagata dal sole del tramonto e io intanto ammiravo da vicino, la prima volta, quella ragazza così solare.
La conoscevo appena , la incontravo solo a quelle lezioni d’inglese, ma dopo quello scambio di poche parole e sottili sguardi , provavo una attrazione dolce. I suoi modi, gli occhi celeste chiaro, la pelle rosa pallido profumata , il sorriso innocente….. mi avevano….. catturato .
Ero imprigionato in “cut me down”, nel quale Lloyd chiedeva di tagliare -il presentepassatofuturo-, il filo sottile che lega le persone, gli amori, i ricordi ma… inutilmente per una nostra nascosta innata incapacità di eliminare per sempre una di quelle “intermittenze del cuore”.
Un giorno, certamente, le avrei insegnato chi fosse Lloyd Cole e parlato di musica, sentendo quella che ascoltava lei…
Ma questa era una illusione, un tempo perso/perduto per sempre.
Nel frattempo esce il Prof. d’ inglese, ci saluta e si rivolge a quella studentessa sorridendo le comunica che passerà l’esame la prossima volta, non questa, dovrà rassegnarsi, riprovare, quindi aspettare….
Non vi dico le imprecazioni della ragazza, la sua pelle da rosa pallido era diventata quasi rossa, gli occhi celeste chiaro sempre più grandi illuminati da una luce. Ci fa capire che ormai lei non verrà più alle lezioni… avrebbe aspettato la data dell’esame.
Quindi non l’avrei più rivista…
La tristezza trapassa come un coltello il mio cuore; avevo solo quella canzone, quel pomeriggio, quei pochi minuti del nostro caffè per ricordarla.
Nella mente girava ancora Cut me down, in un loop, come sigillare per sempre quell’incontro, magico , assoluto…..forse solo per me…(!). Was I ready to be heartbroken? (vero Lloyd?…)
Ascolto ancora Cut me down e il ricordo di quel pomeriggio non mi ha più abbandonato; Lloyd Cole: dannata canaglia!

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