Black Belt Eagle Scout - The Land, The Water, The Sky (2023)

Nell’immagine di copertina, Katherine Paul è immersa in quelle che sono le ‘sue’ acque. Quelle dello Skagit River, che si tuffa nella baia di Skagit, che nello stato di Washington si trovnano più o meno a metà strada tra Seattle e Vancouver. Sono i luoghi in cui colei che si fa chiamare Black Belt Eagle Scout è cresciuta, e in cui è tornata nell’anno horribilis 2020 per fuggire da Portland, dalle limitazioni date dalla pandemia e per stare vicino ai suoi cari. Si era sposata nel frattempo, e col marito e i due figli di lui ha deciso di ristabilirsi una volta per tutte nelle terre della sua tribù, riservate agli Swinomish. “Come un salmone che risale la corrente“, sottolinea la press-release di ‘The Land, The Water, The Sky’, su terzo LP in carriera e, a partire dal titolo, concreta testimonianza del solido legame con le sue origini: “Tornare qui è una cosa che volevo fare da tempo. Ci ha portato molta serenità, perché questa zona è davvero bella. C’è molto più spazio, sono legata alla mia comunità, alla mia cultura e alla mia famiglia“, racconta in un’intervista a Beats Per Minute.

Da qualche mese prima, era gennaio 2020, KP (come si fa chiamare dagli amici) aveva iniziato ad abbozzare quelle che poi sarebbero diventate le sue nuove canzoni. Il lavoro più approfondito lo ha svolto insieme all’amica Takiaya Reed, 50% della band doom-metal Divide And Dissolve, che con lei ha co-prodotto il disco. L’obbiettivo iniziale era quello di un EP, trasformatosi ben presto in LP: “Mi sono affidata a Takia per creare quell’atmosfera che credo sia in linea con l’aspetto di quest’area. Ero davvero entusiasta di lavorare con lei perché fa parte di una band metal, crea un sacco di suoni incredibili con gli amplificatori, i pedali e gli effetti che usa“. In effetti ‘The Land, The Water, The Sky‘ è un disco pieno di distorsioni e suoni elettrici, ed è in generale più rumoroso dei precedenti ‘Mother Of My Children‘ (2018) e ‘At The Party With My Brown Friends‘ (2019).

Ne è un esempio l’opener ‘My Blood Runs Through This Land‘, sia tematicamente che musicalmente una vera e propria dichiarazione di intenti. È un pezzo caratterizzato da una melodia tenera e sognante, ma avvolta in riverberi che sfiorano lo shoegaze. Analogamente si sviluppano brani come ‘Sedna‘, ‘Blue‘, ‘Nobody‘, ‘Fancy Dance‘ e ‘Don’t Give Up‘, a cui fanno da contraltare veri e propri dream-pop quali ‘Sčičud‘, ‘Treeline‘ e ‘Spaces‘, e folk semi-acustici come , ‘On The River‘, ‘Understanding‘ e ‘Salmon Stinta‘ (in cui Katherine duetta con Phil Elverum, anch’egli di stanza da quelle parti come testimonia lo pseudonimo Mt. Eerie). Black Belt Eagle Scout, è proprio il caso di dirlo, ha diverse frecce al proprio arco, ed è anche per questo che ‘The Land, The Water, The Sky‘ si rivela il suo terzo bel disco in cinque anni. È un lavoro che sa distinguersi dai due precedenti pur segnando una continuità stilistica da musicista consapevole, aspetto che lo rende ancor più apprezzabile e godibile.

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