Zappa Plays Zappa - Zappa Plays Zappa (2008)
Se quando nasci i tuoi genitori vogliono chiamarti Dweezil, già si può intuire che atmosfera vive in famiglia: solo che l’infermiera addetta alle registrazioni si rifiutò e il padre le chiese di scrivere in sostituzione i nomi dei suoi amici musicisti. Quindi il 5 Settembre del 1969 nasce Ian Donald Calvin Euclid Zappa, secondo figlio di quel genio di Frank Zappa e di Gail Sloatman. Eppure quel nomignolo, Dweezil, piacque così tanto al ragazzo che da adolescente lo cambiò ufficialmente nel suo nome. La serie dei figli d’arte musicale si conclude oggi con un tipo che da adolescente imparava a suonare la chitarra con gente del calibro di Steve Vai e Eddie Van Halen, il quale gli produsse il primo singolo nel 1981, quando Dweezil aveva 12 anni. Giovanissimo suona piccole parti in alcuni dischi del padre (Sharleena e la leggendaria Stevie’s Spanking su Them Or Us nel 1984), fa il veejay per MTV America, verso la fine degli anni ‘80 pubblica un paio di dischi rock, Havin’ A Bad Day (1986) e My Guitar Wants To Kill Your Mama (1988), interessanti ma niente di paragonabile al genio del padre. Dopo la comparsa, nel 1993, di Frank, è uno dei curatori della famiglia Zappa del monumentale archivio zappiano, e ne cura spesso le uscite. Diviene famoso sessionman e produttore, e affina una qualità di esecuzione chitarristica magistrale, degna del padre, considerato unanimemente dai chitarristi uno dei più grandi musicisti dello strumento di tutti i tempi. Dopo anni di tentennamenti, decide nei primi anni 2000 di mettere su una band che facesse conoscere alle giovani generazioni, e facesse emozionare i vecchi fan, riprendendo le canzoni del padre. Mette su così un gruppo, Zappa Plays Zappa, scegliendo alcuni tra i migliori musicisti in circolazione: Joe Travers (batteria e cori), Pete Griffin (basso e cori), Jamie Kime (chitarra e cori), Aaron Arntz (tastiere, tromba e cori), la fantasmagorica polistrumentista Sheila Gonzalez (sassofono, flauto, tastiere e cori) e Billy Hulting (percussioni, xilofono e glockenspiel). Ma fa di più: riesce a coinvolgere nel tour che ha numerose tappe sia negli Stati Uniti che in Europa alcuni dei compagni di viaggio di Frank: l’ex cantante dei Mothers Of Invention Napoleon Murphy Brock (che suona anche il sax e il flauto), la mitica chitarra di Steve Vai, allievo prediletto di Frank e il fantasmagorico percussionista dei Mothers Terry Bozzio. Dweezil pesca nel repertorio storico zappiano, soprattutto negli anni ‘70, mantenendo quel mix inarrivabile di rock cabaret, ironia sopraffina, tessiture jazz e progressive, ma soprattutto mantenendo il consueto livello di precisione e professionalità tanto cara al maestro, che la leggenda ricorda capace di far registrate per ore le parti strumentali che non gli piacevano. I concerti sono spesso happening dove per oltre 2 ore si scatenano fenomenali jam musicali, assoli fantastici, momenti esilaranti. Nel 2008 verrà pubblicato Zappa Plays Zappa in tre versioni: un cd singolo, che raccoglie solo una parte di tante meraviglie; un doppio dvd; e una versione deluxe, che è quella che ho io, che racchiude il doppio dvd e 3 cd, con riprese da due concerti, a Portland e a Seattle, per un viaggio nel suono incredibile. Nei 3 cd c’è il meglio dello Zappa rock: da una doverosa ripresa di Peaches En Regalia, dal mitico Hot Rats del 1969 e che nel 2009 fece vincere ai ZPZ un Grammy come miglior brano strumentale, a riprese di alcune canzoni mito: come Don’t Eat The Yellow Snow, sulla storia di un bimbo eschimese che è avvertito dalla mamma di non mangiare la neve gialla (che sta soprattutto dove sono i cani da slitta…), Sofa, oscuro brano scritto da Zappa sulle abitudini dei tedeschi durante un tour a metà anni ‘70, Inca Roads, dal testo demenziale sulle teorie aliene sulla civiltà Inca e noto soprattutto per l’evoluzione ritmica del brano (che cambia tempo una ventina di volte, con progressione 2/4, ¾, 4/4, 5/4, 6/4, 3/8, 7/8, 3/16, 5/16, 7/16, 11/16 e con incredibile assolo di Dweezil degno del padre con la sua Gibson Sg ), oppure al jazz rock con duello di sassofono di Eat That Question, al lugubre incedere di The Torture Never Stops o alla montagna di suono che è Montana, un brano che nella versione originale, da Over-nite Sensation (1973), aveva come coriste niente meno che Tina Turner e le Ikettes. I concerti sono stellari, nel DVD in alcuni brani sullo schermo dietro i musicisti c’è l’immagine di Frank che canta o suona le canzoni che la band sta suonando dal vivo e l’atmosfera è superlativa, tanto che i tour proseguiranno per gli anni a venire, e verrà tratto anche un secondo ottimo disco dal vivo, The Return Of The Son Of… del 2010, che riesce ugualmente a catturare la bravura e la dedizione di un figlio che ha saputo sapientemente rispettare e far conoscere ad una platea più ampia uno dei geni della musica rock del ‘900.
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